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Rocco Palese nominato assessore regionale alla Sanità.

Rocco Palese da sempre una delle personalità di spicco della destra pugliese, è stato nominato assessore regionale alla sanità parte del Presidente Emiliano. Una scelta inopportuna, che sta provocando indignazione e rischia di trascinare il centro sinistra pugliese, in una resa dei conti dall’esito imprevedibile.

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DI NICO CATALANO

Credit foto: profilo Facebook

La recente nomina di Rocco Palese ad assessore regionale alla sanità, in sostituzione del dimissionario Pierluigi Lopalco da parte del Presidente Emiliano, sta producendo reazioni di diffuso sconcerto e forte indignazione tra gli elettori del centro sinistra pugliese e rischia di trascinare la maggioranza che sostiene Michele Emiliano, in una lunga e inevitabile resa dei conti dall’esito imprevedibile. La notizia della nuova nomina, ha confermato le voci che da tempo circolavano nei corridoi dei palazzi di via Gentile, generando nelle ultime ore, dure reazioni da parte delle opposizioni di centro destra, ma soprattutto dai partiti e da vari esponenti politici riconducibili all’aerea che sostiene Michele Emiliano. Rocco Palese, è considerato da sempre una delle personalità di spicco della destra pugliese, in particolare di Forza Italia, il partito con cui ha ricoperto per quasi trent’anni vari ruoli: consigliere regionale, parlamentare e soprattutto assessore al bilancio della giunta regionale guidata da Raffaele Fitto. Sempre per il centro destra, è stato anche candidato alla presidenza della regione nelle consultazioni del 2010, elezioni vinte poi con grandissimo margine elettorale da Nichi Vendola. Inoltre lo stesso Palese, è stato il principale coautore di quel “piano ospedaliero del 2002” duramente contestato proprio da quella “primavera pugliese” di cui Michele Emiliano afferma di essere la continuità. Nulla contro la persona, ma a nostro avviso, riteniamo inopportuna la scelta di affidare ad un politico dal passato come quello di Palese, uno dei più importanti assessorati della regione, che da solo detiene quasi il settanta per cento del bilancio pugliese. Una decisione presa in solitudine dall’alto, senza il minimo rispetto verso l’elettorato, e in particolare di quello del centro sinistra. Una modalità, che annulla qualsiasi diversità programmatica, ogni differenza di ruolo tra maggioranza e opposizione, in un pericolosissimo gioco di autoconservazione del potere, dove tutto viene omologato con il resto, e tutti sono considerati interscambiabili, quasi a volere sancire l’inutilità delle urne. Sicuramente un modus operandi che stride con quanto affermato in settimana dal Presidente Mattarella, nel discorso tenuto in occasione del suo giuramento, e che ha le sue radici nella supremazia dei leader rispetto ai partiti e alle idee. Infatti, la vicenda della nomina di Palese, va ben oltre il fatto in sé, essa si riconduce al ruolo sempre più marginale che hanno assunto oggi le ideologie e soprattutto i partiti, quest’ultimi, relegati a semplici luoghi di ratifica di decisioni prese altrove da gruppi elitari persone. Una situazione che a lungo andare ha portato alla disaffezione dei cittadini verso la politica, al diffuso qualunquismo, sino alla scarsa affluenza alle urne. Michele Emiliano, ha difeso le sue scelte, affermando di praticare in Puglia tramite di esse una sorta di egemonia Gramsciana. Riteniamo il presidente Emiliano, una persona talmente intelligente, e pertanto confidiamo che a tali infelici affermazioni non creda neppure lui. Infine, una semplice considerazione da elettore: se la cosiddetta Primavera Pugliese doveva andare a finire così, forse è stato un vero peccato, non avere già votato direttamente Palese nel 2010. 

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Agronomo, ricercatore ecologista, divulgatore e saggista