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L’OMICIDIO DI INES ORSAIA, UNA STORIA PERSA

Nel lungo cammino della vita, diventa drammaticamente semplice finire ai margini.

Come nel caso di Ines Orsaia. Maggio 1971, Ines Orsaia ha 31 anni e tre figli piccoli. Vive con i suoi figli, in tugurio in Via Casalbertone a Roma.

Ines Orsaia è nata ad Ausonia in provincia di Frosinone. Ausonia è nota per il Santuario della Madonna del Piano. Ines Orsaia nasce quindi in un luogo di fede e di pace. La sua vita, però, è una discesa all’inferno.

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Credit foto Credit foto quotidiano Il Messaggero 10 luglio 1973

di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

Nel lungo cammino della vita, diventa drammaticamente semplice finire ai margini.

Come nel caso di Ines Orsaia. Maggio 1971, Ines Orsaia ha 31 anni e tre figli piccoli. Vive con i suoi figli, in tugurio in Via Casalbertone a Roma.

Ines Orsaia è nata ad Ausonia in provincia di Frosinone. Ausonia è nota per il Santuario della Madonna del Piano. Ines Orsaia nasce quindi in un luogo di fede e di pace. La sua vita, però, è una discesa all’inferno.

Sola e con tre figli da mantenere, Ines si ritrova a fare il mestiere più antico del mondo. Molte considerazioni sociologiche e di carattere morale vengono naturali trattando vicende di prostituzione ed emarginazione. Sono, però, considerazioni spesso inutili e tardive.

Ines Orsaia non ha un protettore e dedica alla sua attività poche ore al giorno, per non lasciare soli i figli. Cambia spesso zona e dopo aver frequentato la zona di Tor di Quinto, si sposta in via San Gregorio al Celio.

Il mondo della prostituzione era ed è caratterizzato dalla spartizione del territorio. I protettori che controllano una zona non tollerano la concorrenza.

Il 6 maggio 1971 Ines Orsaia è al lavoro in via San Gregorio al Celio. Non è una sera come le altre. A poca distanza il festival della musica pop vedeva la presenza di migliaia di persone, sotto la vigilanza di polizia e carabinieri. Inoltre, decine di auto passano a pochi metri da dove si trova Ines Orsaia. No, decisamente non è un luogo isolato.

Un automobilista di passaggio, un sacerdote, vede Ines ed un giovane appartarsi dietro un cespuglio ai margini di via San Gregorio al Celio. Un paio di minuti dopo lo stesso sacerdote vede Ines Orsaia stesa sul marciapiede, circondata dai primi soccorritori. Ines è stata colpita da 6 coltellate. L’assassino colpisce appena arrivano dietro al cespuglio. Colpisce con violenza.

Non è una rapina, soldi e qualche oggetto prezioso vengono trovati sul cadavere.

Ines Orsaia muore ai margini di una strada, ai margini di una festa. Una morte ai margini, sintesi di una vita ai margini.

I tre figli di Ines Orsaia vengono portati presso la Casa del Fanciullo, poche righe sui giornali per descrivere il loro dramma, poi tornano nell’anonimato. Resta la speranza di una sorte più benigna per loro.

Le indagini si orientano subito verso il mondo della prostituzione. Proprio una prostituta sembra dare una svolta al caso. Indicando le tre persone coinvolte nell’omicidio, due come mandanti e una come esecutore materiale. Il movente: Ines Orsaia doveva essere punita perché “batteva” in una zona che non era la sua.

I tre verranno processati e assolti in primo grado. La vicenda di Ines Orsaia finisce qui, nessuno racconterà più la sua storia. Una storia persa la sua.

Forse è stata uccisa per una punizione, anche se è strano scegliere un posto tanto trafficato e sorvegliato per una cosa del genere. Forse ad ucciderla è una persona in stato di alterazione. Forse è la prima vittima di un serial killer.

Certamente sono molte le prostitute uccise a Roma, che non hanno mai avuto giustizia.

Vite ai margini. Storie perse, in cui a perdere veramente è la società cosiddetta civile.

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