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Economia & lavoro

Coronavirus e trasporto pubblico

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

Il Coronavirus non ha gambe, si muove con le nostre di gambe.

Ci spostiamo noi e lui con noi. Molto semplice come cosa. Ecco perché i nostri spostamenti sono limitati anzi vietatati. Se parliamo di spostamenti e di movimento, parliamo di trasporto pubblico. Aereo, treno, nave, metropolitana, bus, tram. Servizi in questo periodo molto ridotti, ma comunque funzionanti. Il servizio deve essere garantito. Certo, ma come viene garantito? Deve essere garantito in sicurezza, sembra ovvio ma non è precisamente così. I mezzi di trasporto devono essere sottoposti a quotidiane sanificazioni e il personale dotato di tutti gli strumenti di protezione. Anche questa è una cosa che dovrebbe essere scontata ma non è così. Non è così perché noi abbiamo solo il concetto di emergenza e aspettiamo l’emergenza per tornare alle mancanze di sempre. Se non hai la cultura della sicurezza e della pulizia, i risultati saranno scarsi anche in periodo di emergenza. Bus, metro e treni sporchi sono la norma. Autisti e personale viaggiante, dovrebbero avere sempre gel disinfettante. I passeggeri e conducenti, dovrebbero sempre viaggiare  in condizioni di sicurezza e di pulizia. Facciamo esempio pratico, il nodo di scambio di Roma Anagnina è strategico. Eppure ha sempre avuto dei bagni pubblici, dove anche il Coronavirus si rifiuterebbe di entrare senza guanti e mascherine. La maggioranza delle precauzioni per non essere contagiati da Coronavirus, sono elementari norme di igiene. Lavarsi le mani, non starnutire senza coprirsi naso e bocca, sanificare i locali, non stare ammassati. Tutte norme disattese da sempre sui mezzi pubblici e relative pertinenze. E che lo saranno anche in futuro. Perché in Italia vige il “avuta la grazia gabbato lo Santo”. Perché utenti e autoferrotranvieri non hanno mai avuto unità nel reclamare dei diritti elementari. Addirittura qualcuno ha brindato per il licenziamento della sindacalista e autista Atac Micaela Quintavalle, che di sicurezza del trasporto pubblico ha fatto una ragione di vita. E anche in periodo di Coronavirus, non siamo sicuri di viaggiare sicuri. Quante volte avviene la sanificazione dei mezzi pubblici? Quale tipo di mascherine vengono consegnate al personale viaggiante? Di che tipo? Viene dato in dotazione sufficiente gel disinfettante? Cosa succede in caso di mezzi di trasporto pubblico affollati? Domande che sono cruciali e dovrebbero esserlo anche in condizioni normali. Non è sufficiente rispondere con tutti a casa e trasporti fermi. Primo perché non si può fermare tutto e comunque non si può fermare tutto per lungo tempo. Inoltre il concetto di tutela di utenti e personale deve essere prioritario. Perché se oggi risolviamo con tutto fermo, domani come risolviamo? Ha senso un sistema di trasporto pubblico, che non è capace di garantire pulizia, sicurezza e degne condizioni di esercizio? Ha senso la mentalità del personale del “basta che prendo lo stipendio” e la mentalità dei passeggeri “basta che viaggio “? La paura di contagio non sparirà facilmente, inizieremo nuovamente a viaggiare dovendo convivere con il timore. Sarà l’occasione per pretendere finalmente un sistema di trasporto pubblico caratterizzato da sicurezza e pulizia? Con condizioni umane. Dalla paura deve nascere consapevolezza e orgoglio. Altrimenti tutto questo, sarà inutile.

Foto dell’autore. Bagni pubblici, stazione metro A Anagnina.