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Piano di salvezza mondiale: Cambiare mentalità

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di VITTORIO FARELLA

Il momento difficile che attraversiamo – una crisi planetaria e globale di portata straordinaria – ci pone interrogativi stringenti e obbligati per ripensare se ciò che accade non sia, magari, il portato del nostro modello di sviluppo, ma, al contempo, potrebbe rappresentare l’occasione per superare vecchi paradigmi di comportamenti e stili di vita per adottarne di nuovi e più rispettosi della natura e dell’ambiente, preludio della sostenibilità complessiva assoluta e della salvaguardia del nostro Pianeta.


Quello che dovremmo aver appreso da questa esperienza è che qualcosa dovrà pur mutare: se non ora quando potrà essere il momento di superare i dogmi e gli schemi di pensieri che stanno portando il mondo alla distruzione?

L’emergenza sanitaria, sociale ed economica (quest’ultima, purtroppo, ancora agli arbori) che sta mettendo a dura prova l’equilibrio mondiale della nostra umanità e permanenza sulla Terra (e non vi sembri eccessiva l’affermazione) affonda le sue radici anche nell’aspetto, troppo spesso trascurato e sottovalutato, della tragedia ambientale. Senza voler entrare nel merito specifico dei danni causati dalla dissennatezza/trascuratezza dei comportamenti umani, il rispetto e la tutela dell’ambiente si pone ormai come imperativo non più eludibile e rinviabile.

La sostenibilità ambientale e il rispetto per le persone sono obiettivi imprescindibili di ogni attività umana e sono essi stessi preludio della salvaguardia della salute e della convivenza civile. Per pervenire alla tutela reale dell’ambiente, nello specifico, si deve però cominciare dal proprio spazio vitale, dal territorio circostante, e fondarla su un rapporto equilibrato ed armonioso tra bisogni sociali, attività economiche e lo stesso ambiente, consapevoli che l’impegno per la sua protezione e quella delle risorse naturali è un preciso dovere civico. Infatti, se così fosse, si sarebbe in piena coerenza con quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica italiana che «riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo» (art. 2), «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione» (art. 10) e identifica la «tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» (art. 32), nonché in linea con la Convenzione Europea del Paesaggio, ratificata dall’Italia con la Legge 9 gennaio 2006 n. 14, che rispecchia le stesse tutele.

Le battaglie a favore della vivibilità e della sostenibilità ambientale sono state il leitmotiv che ha visto impegnati tanti cittadini ed associazioni, soprattutto negli ultimi anni, per cercare  di riportare la produzione, il commercio, i comportamenti e lo stile di vita a modelli rispettosi della natura e dell’equilibrio ambientale. Lottare per eliminare le fonti di inquinamento a tutti i livelli, per riequilibrare il rapporto produzione-natura, significa anche salvaguardare la salute pubblica, proteggere dall’incombenza delle malattie. Il nostro impegno personale, delle nostre associazioni, restando al nostro territorio  in particolare quello dell’Associazione “Chiudiamo la discarica Martucci” di Mola e “I pastori della costa –Parco subito”  di Conversano, sono fortemente orientati a salvaguardare tali principi.

Risanare contrada Martucci, luogo martoriato da discariche di rifiuti urbani, e non solo, finite nelle maglie della Magistratura per danni ambientali accertati, così come preservare un luogo incantevole e incontaminato, qual è Costa Ripagnola, è un compito civico al quale noi non ci sottraiamo, nell’ottica della preservazione dell’identità di un territorio e della creazione di spazi di resilienza dove sperimentare nuovi modi di fare impresa in sintonia con la sostenibilità ambientale.

È del giorno 9 aprile 2020 la lettera alle Istituzioni europee da parte dell’ISDE (Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente): “L’emergenza Covid-19 non fermi la svolta green”. La lettera riconosce gli sforzi dell’Unione europea sulla crisi COVID-19 e sottolinea che “una risposta dell’UE deve affrontare l’immediata urgenza sanitaria, sociale ed economica per proteggere i più vulnerabili. La risposta deve anche garantire che continuiamo lungo il percorso scelto dall’Europa verso un’economia sana e sostenibile, senza lasciare nessuno indietro e in linea con il Green Deal europeo”.

Quelli enunciati sono impegni specifici e puntuali delle contingenze del momento che non ci fanno, però, deflettere da impegno totale nella più ampia accezione di difesa dell’ambiente. Così per intenderci, siamo intervenuti, come Associazione “Chiudiamo la discarica”, sui temi del Piano Generale dei Rifiuti, partecipando, a livello regionale, al confronto/dibattito per la stesura del PRGRU (Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani), suggerendo nostre precise proposte sul ciclo dei rifiuti e sulla sua gestione. Solo a titolo d’esempio, a proposito dello smaltimento e riciclo, abbiamo richiesto la sollecita ed immediata creazione di impianti pubblici per il compostaggio, onde evitare inquinamenti ulteriori come nel caso di Martucci, così come abbiamo messo al centro dell’attenzione la questione  dei rifiuti speciali e della differenziata. A proposito di quest’ultimo tema si profila un’altra necessità, legata al momento d’emergenza che attraversiamo: quello dell’aumento dei rifiuti speciali derivanti dai dispositivi sanitari occorrenti per far fronte al coronavirus.

Sarebbe ora di parlarne. Ricordiamoci che mai nulla accade per caso e che prevenire è sempre meglio che curare: tutto ciò che oggi raccogliamo è il frutto di ciò che (non) abbiamo fatto in passato. Che ci sia di monito per il futuro.

Non mi piacerebbe affatto che, ancora una volta e com’è nella natura umana, ci si dimentichi presto delle tragedie passate per riprendere la vita di sempre.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo