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Economia & lavoro

Il “pacco natalizio” con la sorpresa… Fiscale

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di RAFFAELE AGOSTINACCHIO*

Nel periodo natalizio, quanti di noi sono stati attratti da quei bellissimi e colorati “pacchi natalizi” che vediamo nei bar e nelle pasticcerie con tanti bei prodotti; panettoni, bottiglie di vino, dolcetti, confezioni di prodotti alimentari dei più disparati ed il cesto stesso utilizzato per la confezione. Ma il bel “pacco natalizio” per chi lo deve preparare, nasconde problematiche fiscali non indifferenti, che nella quasi totalità dei commercianti è pressoché sconosciuta.





Il problema di chi predispone e vende la confeziona natalizia è legato ad una unica domanda:

Quale aliquota Iva va applicata sulla cessione di confezioni natalizie contenenti prodotti soggetti ad aliquote diverse ?

La risposta sembrerebbe scontata, ma …….

Il comma 3 dell’articolo 21 DPR 633 1972 regolamenta le modalità di fatturazione da adottare laddove l’operazione sottostante comprenda beni o servizi soggetti all’Iva con aliquote diverse, precisando che in fattura debbano essere distintamente elencati, suddivisi per aliquota applicabile, i beni o servizi oggetto dell’operazione. La Circolare Ministeriale n.19 del 1992 specifica che a tale adempimento sono assoggettati, in particolare, gli operatori commerciali che allestiscono confezioni regalo che, pur configurandosi come unico bene ( il pacco natalizio ), contengono vari prodotti soggetti ad aliquote diverse.

La circolare, tuttavia, in considerazione della complessità delle operazioni di fatturazione connesse alla vendita di confezioni uniche, prevede la possibilità di fare istanza per ottenere l’autorizzazione ad emettere fatture secondo modalità che consentano di non dover elencare tutti i singoli beni costituenti la confezione. In fattura, quindi, devono essere indicati: – il tipo di confezione – il prezzo complessivo – gli importi imponibili alle diverse aliquote (la somma) – i corrispondenti ammontari d’imposta – gli estremi dell’autorizzazione ministeriale. Condizione necessaria per ottenere tale autorizzazione è il deposito presso il competente ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate di un prospetto contenente la descrizione analitica dei vari tipi di confezioni e le diverse aliquote Iva applicate, oltre all’impegno di aggiornarlo ad ogni successiva variazione. I medesimi prospetti vanno inviati per conoscenza anche al competente Nucleo di Polizia Tributaria e ai clienti dell’impresa.

In fattura, inoltre, devono essere indicati gli estremi dell’avvenuto deposito di tale prospetto. In ogni caso si sottolinea che i beni, seppur non distintamente elencati, devono essere fatturati applicando la specifica aliquota Iva di riferimento: in nessun caso è possibile applicare un’aliquota unica per tutta la confezione intesa, questa, come prodotto unitario.

Per esperienza personale credo che la totalità dei commercianti non siamo a conoscenza di tale adempimento e della possibilità concessa. Certo, chiedere al bar sotto casa di dover emettere lo scontrino “specificando” le varie aliquote…….

*Commercialista e Revisore Legale in Bitonto

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo