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Economia & lavoro

Lo stato usuraio

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di FRANCO LISI

Come se non bastassero i guai connessi alla Grande Depressione, ad aggravare lo stato di crisi degli imprenditori (grandi, medi, piccoli e minuscoli) ci si mette anche lo Stato tramite la spietata e famelica Equitalia. Una società nata per recuperare i crediti del fisco, ma che, come spesso accade in Italia, è diventata qualcosa di diverso.



E’ degenerata in ossessiva persecutrice di chi si trova con qualche pendenza economica nei confronti dello Stato, mettendo sullo stesso piano l’evasore con case, contanti e yacht dichiarati nei paradisi fiscali e l’artigiano distratto che ha dimenticato di pagare il canone della Rai. Non guardano in faccia a nessuno gli esecutori di cotanta uguaglianza giustizia fiscale!

Ma vediamo chi è questa Equitalia. Ne leggiamo il profilo sul suo sito alla voce “chi siamo”. Riportiamo testualmente: “Equitalia è la società per azioni, a totale capitale pubblico (51% in mano all’Agenzia delle entrate e 49% all’Inps), incaricata dell’esercizio dell’attività di riscossione nazionale dei tributi. Il suo fine è quello di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all’efficacia della riscossione attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e la semplificazione del rapporto con il contribuente”.

Sulla carta sembra una nobile istituzione, nella pratica quotidiana invece è una terrificante macchina da guerra per dragare danaro a tutti i costi. L’Italia è stata sommersa da cartelle esattoriali, spedite con una disinvoltura sconcertante secondo la logica del “chi piglia piglia”. Accade che per una evasione veniale, una multa non pagata, una dimenticanza per una cartella dell’immondizia, una svista nei contributi all’Inps, ci si vede arrivare una cartella con importi stratosferici. Migliaia e migliaia di piccoli imprenditori, artigiani e commercianti si trovano nella più nera disperazione. Molti ricorrono all’usuraio privato per pagare lo Stato usuraio. Perché gli agenti di Equitalia, trincerati dietro l’assoluta osservanza della legge, non vanno per il sottile e, come se nulla fosse, attivano le procedure di riscossione coattiva. Basta un indugio, una perplessità e il “contribuente infedele” si ritrova con la casa ipotecata.

In una situazione di grave crisi globale, qual è quella che stiamo attraversando, invece di elaborare strategie per la ripresa economica si affossano coloro che producono e ci si trastulla a vessare chi evade per necessità e comunque per cifre modeste. E il Governo che fa? Il neo ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romano, si rende conto che sono proprio gli imprenditori la vera ossatura economica del Paese? Invece di dar loro ossigeno, si dà anidride carbonica. La gente è esasperata. L’Italia sta per scoppiare. Prima che succeda è meglio cambiar registro. Il ricorso alle urne è indilazionabile.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo