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Economia & lavoro

La Riduzione degli Infortuni Mortali e delle Inabilità Permanenti nelle Regioni Italiane

In media il valore degli infortuni mortali e delle inabilità permanente è diminuito in Italia di circa il 4,1 unità nel passaggio tra il 2008 ed il 2018.

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DI ANGELO LEOGRANDE

Credit foto  World Bank Photo Collection license CC BY-NC-ND 2.0

L’Inail calcola il valore del tasso di infortuni morali e inabilità permanente. Tale indicatore è definito come il “Numero di infortuni mortali e con inabilità permanente sul totale occupati (al netto delle forse armate) per 10.000[1]. Tale indicatore è presente nel rapporto ISTAT-BES. I dati con riferimento al 2018 possono essere analizzati in forma di ranking su base regionale.

Il ranking delle regioni italiane per tasso di infortuni mortali e inabilità permanente nelle regioni italiane nel 2018. La Basilicata è al primo posto per valore del tasso di infortuni mortali e inabilità permanente nel 2018 con un valore pari a 23,2, seguito dalla Calabria con un valore pari a 17,1 e dall’Abruzzo con un valore pari ad un ammontare di 17. A metà classifica vi sono il Molise con un ammontare pari a 13,6, l’Emilia-Romagna con un ammontare pari a 13,3 e la Puglia con un ammontare pari a 12,6. Chiudono la classifica Piemonte con un ammontare pari a 7,9, la Lombardia con un valore pari a 7,6 unità a parità con il Lazio.

La variazione tra il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente tra il 2008 ed il 2018 nelle regioni italiane. I dati presenti nel database Istat-BES consentono di analizzare la variazione tra il 2008 ed il 2018 dell’andamento del tasso di infortuni mortali ed inabilità permanente. La Basilicata è al primo posto per valore della variazione del tasso di infortuni mortali ed inabilità permanenti con un valore pari a 0,4 unità, seguita dalla Liguria e dal Veneto a parimerito con un ammontare pari a -2,1. A metà classifica vi sono la Sicilia e Calabria con un valore pari a -4,6 unità, seguita dal Molise con un valore pari a -4,8 unità e dalla Toscana con un valore pari a -5,00. Chiudono la classifica Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna con un valore pari a -7,2 unità seguiti dal Trentino-Alto Adige con un valore pari a -8,5 unità e dall’Umbria pari ad un valore pari a -9,5 unità.

Nord. Il numero degli infortuni e inabilità è diminuito nel Nord nel periodo tra il 2014 ed il 2018. Nel 2014 il valore degli infortuni e inabilità è stato pari ad un ammontare pari a 11,20 unità ed è diminuito fino ad un valore pari a 10,00 unità nel 2018 ovvero pari ad un variazione di -1,20 unità pari ad un valore di -10,71%. Di seguito l’espressione “Infortuni Mortali e Inabilità Permanenti”  verrà posto nell’acronimo IMIP. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il valore di IMIP è diminuito da un ammontare pari a 11,20 unità fino ad un valore pari a 10,90 unità ovvero pari ad una variazione di -0,30 unità pari ad un valore di -2,68%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il valore di IMIP è diminuito da un ammontare pari a 10,90 unità fino ad un valore pari a 10,80 unità ovvero pari ad una variazione di -0,10 unità pari ad un valore di -0,92%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il valore di IMIP è diminuito da un ammontare pari a10,80 unità fino ad un valore pari a 10,50 unità ovvero pari ad una variazione di -0,30 unità pari ad un valore di -2,78%. Nel passaggio tra il 2017 ed il 2018 il valore di IMIP è diminuito da un ammontare pari a 10,50 unità fino ad un valore pari a  10,00 unità. Centro. Il valore di IMIP nel centro è diminuito nel passaggio tra il 2014 ed il 2018 da un ammontare pari a 13,30 unità fino ad un valore pari a 11,80 unità ovvero pari ad una variazione di -1,50 unità pari a 11,28%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il valore dell’IMIP nel centro è cresciuto da un ammontare pari a 12,80 unità fino ad un valore pari a 12,90 unità ovvero pari ad una variazione di 0,10 unità pari ad un valore di 0,78%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il valore dell’ IMIP è diminuito da un ammontare pari a 12,90 fino ad un valore pari a 12,50 unità ovvero pari ad una variazione di -0,40 unità pari ad un valore di 3,10%. Nel passaggio tra il 2017 ed il 2018 il valore dell’ IMIP nel centro è diminuito da un ammontare pari a 12,50 unità fino ad un valore pari a 11,80 unità ovvero pari ad una variazione di -0,70 unità pari ad un valore di -5,60%.

Mezzogiorno. Il valore dell’ IMIP nel Mezzogiorno è diminuito da un valore pari a 15,60 unità fino ad un valore pari a 13,60 unità nel passaggio tra il 2014 ed il 2018 ovvero un variazione pari ad un ammontare di -2,00 unità equivalente ad un valore di -12,82%. Nel passaggio tra il 2014 ed il 2015 il valore dell’ IMIP nel Mezzogiorno è diminuito da un ammontare di 15,60 unità fino ad un valore pari a 15,20 unità ovvero pari ad un valore di -0,40 unità pari ad un valore di -2,56%. Nel passaggio tra il 2015 ed il 2016 il valore dell’ IMIP è diminuito da un ammontare pari a 15,20 unità fino ad un valore pari a 14,60 unità ovvero pari ad una variazione di -0,60 unità pari ad un ammontare di -3,95%. Nel passaggio tra il 2016 ed il 2017 il valore dell’ IMIP è diminuito da un ammontare pari a 14,60 unità fino ad un valore pari a 14,20 unità ovvero pari ad una variazione di -0,40 unità pari ad un valore di -2,74%. Nel passaggio tra il 2017 ed il 2018 il valore dell’ IMIP è diminuito da un ammontare pari a 14,20 unità fino ad un valore di 13,60 unità ovvero pari ad un valore di -0,60 unità pari ad un valore di -4,23%.

Clusterizzazione. Viene realizzata anche una clusterizzazione con algoritmo k-means e rappresentazione con algoritmi t-SNE che, considerando la serie storica 2008-2018, e focalizzando l’attenzione sul 2018, individua i tre seguenti clusters-o raggruppamenti- di regioni:

  • Cluster 1: Trentino Alto Adige, Toscana, Sicilia, Molise, Liguria, Emilia-Romagna;
  • Cluster 2: Umbria, Sardegna, Marche, Calabria, Basilicata, Abruzzo;
  • Cluster 3: Veneto, Valle d’Aosta, Puglia, Piemonte, Lombardia, Lazio, Friuli Venezia giulia, Campania.

La clusterizzazione viene realizzata per verificare se vi è una riproposizione della dinamica Nord-Centro-Sud dei dati. Tale dinamica è certamente da escludere nel caso della variabile osservata. Le regioni presenti nei clusters presentano infatti elevati gradi di eterogeneità geografica.

Conclusioni. Come risulta essere evidente nell’interno dei dati che sono stati analizzati il numero di IMIP è diminuito significativamente nelle varie regioni e macro-regioni italiane. In media il valore tra il 2008 ed il 2018 è diminuito in Italia di circa 4,1 unità. La riduzione del numero di IMIP può essere dovuta a due fattori di carattere sociologico-industriale ed informatico-tecnologico:

  • Riduzione della percentuale di lavoratori nel settore primario e secondario: occorre infatti considerare che circa 1 milione di lavoratori hanno fatto il passaggio dal settore primario e secondario al settore terziario a partire dalla crisi del 2007 ed in occasione degli effetti turbocapitalistici della globalizzazione. Tale riduzione può avere avuto un impatto assai significativo nella riduzione anche del valore degli IMIP.
  • Aumento dell’automazione ed applicazioni dell’intelligenza artificiale nelle industrie del primario e secondario: inoltre occorre considerare che molte attività nel settore primario e secondario sono state significativamente automatizzate e sottoposte all’orientamento del tipo Internet of Things, nella creazione della smart factory, con applicazione dell’industry 5.0. Tali innovazioni tecnologiche inducono all’ulteriore disoccupazione funzionale e nella riduzione del numero degli occupati riducono anche i rischi di IMIP.

E’ probabile che il valore di IMIP venga ridotto ulteriormente nel futuro, determinando di fatto la marginalità dell’INAIL come ente di assistenza sociale nel lavoro. A tal proposito sarebbe necessaria una riforma complessiva delle istituzioni del lavoro per preparare la forza lavoro alle nuove sfide dell’economia nella fase post covid 19.

Tasso di Infortuni Mortali ed Inabilità Permanenti nel 2018. Fonte: INAIL.
Tassi di Infortuni Mortali ed Inabilità Permanenti nelle Macro-Regioni Italiane ed in Italia. Fonte: INAIL.
Tassi di Infortuni Mortali ed Inabilità Permanenti nelle Regioni Italiane. Variazioni 2008-2018. Fonte: INAIL.
Tassi di Infortuni Mortali e Inabilità Permanenti nelle Regioni Italiane. Variazioni 2008-2018. Fonte: INAIL.
Clusters delle Regioni Italiane per valore dei Tassi di Infortuni Mortali ed Inabilità Permanenti. Source: Orange.
Tasso di Infortuni Mortali ed Inabilità Permanenti nelle Macro-Regioni Italiane ed in Italia nel periodo tra il 2008 ed il 2018. Fonte: INAIL.
Clusters delle Regioni Italiane con Grafico Silohuette ed algoritmo “Euclidean”. Source: Orange.
Tasso di Infortuni Mortali ed Inabilità Permanente nelle Regioni Italiane nel 2018. Fonte: INAIL.
Rappresentazione dei Clusters delle Regioni Italiane per Valore del Tasso degli Infortuni Mortali e delle Inabilità Permanenti con Algoritmo t-SNE. Source: Orange.
Workflow Orange per la Clusterizzazione con Algoritmo k-Means, rappresentazione Silhouette e algoritmo t-SNE.


[1] https://www4.istat.it/it/benessere-e-sostenibilit%C3%A0/misure-del-benessere/le-12-dimensioni-del-benessere/lavoro-e-conciliazione-tempi-di-

is Assistant Professor at the LUM University-Giuseppe Degennaro in Casamassima-Bari, where he is also researcher for the LUM Enterprise S.r.l. a firm oriented to develop digitalization services for SMEs. He worked at Dyrecta Lab Research Institute, a research institute officially recognized by the Italian Minister of University and Research-MIUR, where he acquired professional hard skills on the economic consequences of Industry 4.0, Big Data, Machine Learning and Artificial Intelligence. His research interests include Cooperative Banking, Business Ethics, Innovation Technology, Knowledge, and R&D.