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Editoriale

L’enorme scivolone di Papa Francesco

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di Lavinia Orlando

Come un fulmine a ciel sereno, a fronte di tante dichiarazioni di stampo molto progressista, le recenti parole di Papa Francesco sulla riduzione della natalità non lasciano adito a dubbi circa lo stato ancora molto retrogrado in cui versa la Chiesa cattolica.

Che un Pontefice parli di “inverno demografico”, determinato dal fatto che “la gente non vuole avere figli, nemmeno uno…ma hanno due cani, due gatti, che occupano il posto dei figli”, è circostanza che non desta tanto scalpore. Il fatto che a farlo sia proprio l’attuale Papa, tuttavia, genera notevole sorpresa.

“Questo rinnegare la maternità e la paternità ci diminuisce, ci toglie umanità e così la civiltà diventa più vecchia e senza umanità, perché si perde la ricchezza della paternità e della maternità e soffre la patria”, ha proseguito il Pontefice, adoperando lessico e contenuti che sembrerebbero propri più di un fervido esponente della Lega o di Fratelli d’Italia, invece che del Papa da molti considerato come tra i più rivoluzionari della storia.  

A fronte di tali affermazioni, una serie di domande sorge spontanea. Conosce l’alto prelato le enormi difficoltà, in particolar modo economiche, in cui una coppia, soprattutto in Italia, è costretta ad imbattersi nel momento in cui decida di mettere al mondo uno o più figli? Ancora, al Papa è noto lo straordinario impegno di cui il mondo femminile deve farsi carico sin dal momento in cui inizia a lavorare, a partire dalle dimissioni in bianco, per giungere alla carenza di ausili pubblici, come asili nido, in grado di accogliere i bambini e consentire alle donne di conservare il posto, poiché è ancora sulle mamme che ricade la maggior parte del carico familiare? Ancora, conosce l’alto prelato l’esponenziale crescita di problematiche di infertilità che rendono un’autentica impresa il desiderio di prole di svariate coppie? Di più, ha notizie il Papa del percorso estremamente lungo, tortuoso, doloroso sotto il profilo fisico, sfiancante sotto quello psicologico ed economicamente dissanguante che si è costretti a seguire nel caso in cui si decida di intraprendere la strada della fecondazione medicalmente assistita? Proseguendo, è noto all’alto prelato che in Italia esiste una legge, fortemente voluta dal mondo cattolico, che limitava pesantemente la fecondazione medicalmente assistita e che solo la giurisprudenza è stata in grado di abbattere a suon di sentenze? Ancora, sa quello stesso Papa, che suggerisce di adottare in caso di impossibilità di avere figli naturali, delle enormi difficoltà, anche in questo caso soprattutto economiche, connesse al percorso di adozione, a tacere della quasi totale impossibilità per le coppie omosessuali di intraprendere tale percorso?

E, soprattutto, secondo quale curioso percorso logico il Papa ritiene che la scelta di introdurre in famiglia uno o più animali domestici escluda la presenza di prole?

Il non più così illuminato Francesco dovrebbe, in luogo di teorizzare semplicistiche equazioni, utilizzare lo scranno su cui siede e l’ampia platea a cui può rivolgersi per pretendere che lo Stato metta i futuri genitori nelle giuste condizioni per poterlo fare. Ad iniziare dalla totale cancellazione della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, che andrebbe integralmente riscritta alla luce dei tanti interventi estensivi operati dai giudici, altresì consentendo a single e coppie omosessuali di accedervi. Si dovrebbe, altresì, caldeggiare l’introduzione di interventi che favoriscano la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, oltre a campagne che siano di sempre maggiore sensibilizzazione rispetto alla condizione femminile ed alla cultura della donna domina della casa, madre e moglie devota, costretta a porre in secondo piano il lavoro a fronte della maternità. Si dovrebbe, inoltre, spingere per una semplificazione nella procedura di adozione, oltre che di maggiore apertura, ad esempio sempre in favore delle coppie omosessuali.

Volendo essere realisti e trattandosi di interventi che, nel 90% dei casi, andrebbero in senso contrario rispetto a quanto da sempre teorizzato dal mondo cattolico, è chiaro che il Papa nulla farà per porre rimedio alle bestialità asserite. Ed è altrettanto chiaro che il percorso di evoluzione culturale e normativa nel nostro Paese andrà inevitabilmente ancora molto a rilento, vista anche l’enorme influenza che la politica continua a subire dai cattolici.

Non resta che appellarsi al mondo reale, alle persone che vivono quotidianamente le difficoltà totalmente ignorate dal Papa ed alla pressione che le stesse potrebbero porre in essere sulla politica, al netto delle esternazioni vergognosamente fuori contesto di un Papa che aveva creato fin troppe illusioni.

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