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Editoriale

La paura dei peones

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Credit foto https://www.quirinale.it/elementi/17627

di Nicola Putignano

La (ri)elezione di Mattarella fotografa in maniera impietosa la distruzione della Politica, fondata sui partiti, come imposto dalla Costituzione.

Siamo ormai al di sotto della struttura tribale dei Paesi medio orientali, fondata sulla aggregazione o disgregazione spontanea delle tribù, spinte solo dalla energia dei propri interessi occasionali.

“Primum Vivere”. Un Presidente eletto dalla paura, giustificata, di cessare il lauto incarico di fannulloni di Stato, immeritatamente occupato. Come suonano beffardi e ridicoli i richiami alla elezione di una donna (che non fosse, come sempre, una addetta ai servizi, più o meno segreti).

Mattarella si è prodigato negli ultimi mesi a ripetere, con argomentazioni anche giuridiche, la inammissibilità di una sua rielezione, contraria allo spirito ed alla lettera della Carta (salvo la singolare rielezione a termine di Napolitano). Ed ora?

Lo status quo, paludoso e putrido acquitrino, in cui galleggiano i peones urlanti destinati alla prossima macellazione elettorale. Le elezioni (!)

Questo evento che Mattarella ha disperatamente cercato di evitare creando un mostro contro natura, dalla testa di un falco ed il corpo di un asino. In molte altri parti del mondo occidentale votare più volte in un anno o due è fatto democratico ordinario, sino al raggiungimento di una maggioranza politica omogenea. Da noi no.

È evento catastrofico da evitare con ogni mezzo. Tutti fermi ai loro posti per far passare il tempo. La mia speranza è che in questo tempo possa crescere un’ondata travolgente che imponga una rifondazione di un grande Partito Socialista Democratico Europeo che si contrapponga a questi rigurgiti populisti e fascisti.

Perché in questo vuoto politico non crescano formazioni qualunquiste ed antidemocratiche, che queste scelte oggettivamente provocano quali effetti collaterali.

“UBI SOLITUDINEM FACIUNT, PACEM APPELLANT” (TACITO).

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