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Editoriale

CANNABIS, LA DROGA DELL’IPOCRISIA

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"Cannabis sativa" by M. Martin Vicente is licensed under CC BY 2.0

di Pierdomenico Corte Ruggiero

Ornella Muti, dal palcoscenico di Sanremo, si è espressa per la liberalizzazione della cannabis ad uso terapeutico. Citando la tragica esperienza della madre. Morta dopo sofferenze che la cannabis poteva alleviare.

Sono scoppiate subito le polemiche. La Muti è stata accusata addirittura di “promuovere questa cultura della morte”.

Le posizioni sulla cannabis sono state sempre riassunte da due immagini contrapposte.

Da un lato la foto di un hippy che felice e tranquillo fuma una canna. Allietato dal suono di una chitarra.

Dall’altro un giovane morto in uno squallido bagno con l’ago nel braccio. Tragica fine di un percorso iniziato con una canna.

In Italia lo scontro politico sulla cannabis, sulle droghe leggere, è stato sempre molto ideologico e poco scientifico.

Le proprietà farmacologiche della cannabis sono note da secoli. Illustrate negli studi del Prof. Lester Grinspoon. Un luminare.

La cannabis ha significative capacità antidolorifiche contro il dolore tumorale, il dolore neuropatico, i sintomi dolorosi della sclerosi multipla.

Rendere accessibile la cannabis a scopo terapeutico è doveroso. Su questo molte forze politiche sono concordi.

Lo scontro resta sull’uso ludico. Soprattutto i partiti di centrodestra si oppongono alla liberalizzazione dell’uso personale della cannabis .

Perché, secondo loro, si inizia con la canna e automaticamente si finisce con l’eroina.

Affermazione priva di evidenze. Anzi anacronistica.

Oggi è facile conoscere e scegliere il tipo di stupefacente. Senza fare percorsi di avvicinamento.

Aumenta il consumo di droghe sintetiche e nuove sostanze psicoattive.

Cocaina e droghe sintetiche sono più potenti, di facile reperimento. Inoltre, hanno un vantaggio logistico.

Una pasticca o una striscia di cocaina si possono nascondere facilmente. Possono essere consumate velocemente e con discrezione.

Non a caso è aumentato il consumo di cocaina e droghe sintetiche anche in ambienti insospettabili. Diversi i sospetti, secondo varie inchieste giornalistiche, di uso di cocaina in Parlamento.

La cannabis è pericolosa, mette a rischio la salute dei giovani. Queste le obiezioni dei proibizionisti.

Curiose obiezioni. In Italia un ragazzino di 18 anni può tranquillamente e legalmente spappolarsi il fegato con bevande alcoliche. Frequenti i casi di coma etilico.

In alternativa può fumare sigarette senza limiti. Con i noti effetti sulla salute propria e delle persone che inalano fumo passivo.

Anche la fiction Rai “Un Posto al Sole”, quindi non un programma sovversivo, affronta in questi giorni la tematica dell’uso di alcol e cocaina per affrontare situazioni di stress. Segno dell’allarme sociale crescente.

Le posizioni contro la cannabis sono anacronistiche. “Se fumi canne diventi tossico e se vedi porno diventi un maniaco”, il vecchio arsenale propagandistico di una destra ferma agli anni 70.

L’auspicio è che venga data la parola agli italiani. Che nel 1974 e nel 1981 hanno dimostrato saggezza.

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