Mettiti in comunicazione con noi

Editoriale

CERCHIAMO LA PACE CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO

Circondati dal frutto mostruoso del conflitto mondiale, arriva chiaro e deciso il no alla guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione. “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Pubblicato

su

"Par6975334" by urcameras is licensed under CC BY-SA 2.0

di Pierdomenico Corte Ruggiero

Roma era quasi integra. Non era stata, però, risparmiata da lutti e disperazione. Tutte le strade che portavano a Roma mostravano i segni della distruzione, della morte. Della follia della guerra.

In questo contesto, i padri costituenti scrissero la nostra cara Costituzione. Cara anche per il tributo di sangue che aveva richiesto.

Circondati dal frutto mostruoso del conflitto mondiale, arriva chiaro e deciso il no alla guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione.  “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Non bastava ricostruire materialmente popoli e nazioni. Andava costruita una Pace duratura.

In queste ore la guerra in Ucraina scuote le certezze di tutti. Abbiamo paura. Paura della guerra.

Guerra che non abbiamo conosciuto grazie al lavoro di coloro che avevano affrontato la Seconda Guerra Mondiale.

Noi, però, abbiamo dimenticato come costruire e mantenere la Pace.

Richiede costante dialogo ed ascolto di tutte le parti coinvolte. Il rispetto per le differenze.

I confini non vanno disegnati a tavolino. Non vanno costruiti muri ma favorita l’integrazione. La conoscenza reciproca. Perché la guerra nasce dall’odio, che nasce da ignoranza e isolamento.

Soprattutto è necessario pretendere da tutti il rispetto assoluto dei diritti umani. Senza eccezioni legate a questioni economiche e ideologiche.

Per troppi anni e troppe volte è stata tollerata la violazione di diritti umani. Per convenienza e vigliaccheria.

Ci possono essere differenze religiose, politiche, ideologiche, ma il rispetto della dignità e della vita deve essere patrimonio universale.

Appare evidente che è necessaria una maggiore efficacia dell’ONU nella capacità militare di interposizione e Peacekeeping. Separare fisicamente i contendenti, dare il tempo alla diplomazia di agire è fondamentale.

Non è un controsenso affermare che nella costruzione della Pace ha un ruolo anche il deterrente militare.

Durante la Guerra Fredda la pacifica, gioviale, Svezia di Pippi Calzelunghe e Ikea era armata fino ai denti.

Lungo il confine tra Germania Ovest, Germania Est e Cecoslovacchia si fronteggiavano decine di migliaia di soldati con armi di distruzione di massa. Una tensione quotidiana che non è sfociata in conflitto perché tutti erano consapevoli che non avrebbe vinto nessuno.

La Pace è il bene più prezioso ma lo dimentichiamo quando diamo la caccia ai beni materiali.

Le diseguaglianze economiche e sociali sono alla base dei conflitti armati.

Permettere la crescita economica e democratica di ogni popolo è garanzia di Pace.

La Storia ha sempre dato un verdetto chiaro: la guerra è inutile.

La follia è fare sempre la stessa cosa sperando ogni volta in un esito diverso, che non arriverà mai. Ogni volta, ignorando le lezioni della Storia, l’uomo dimostra la propria follia facendo guerre che danno sempre lo stesso esito.

Se dimentichiamo la strada che porta alla Pace, possiamo ritrovarla negli occhi dei bambini in guerra. Occhi uguali in ogni epoca, in ogni guerra. Pieni di dolore e terrore.

Dimentichiamoci per un attimo di essere cresciuti, spesso male. Ricordiamoci invece dell’età felice e innocente. Quando bastava un “Facciamo Pace?”

RIPRODUZIONE RISERVATA ©