Mettiti in comunicazione con noi

Editoriale

SIGONELLA, DE MITA, REDDITO DI CITTADINANZA: PASSATO E PRESENTE DELLA POLITICA

La notte di Sigonella, la morte di Ciriaco De Mita e il referendum per l’abrogazione del reddito di cittadinanza. Cosa lega eventi e personaggi così diversi?

Pubblicato

su

Credit foto https://socialergosum.altervista.org/tribune/

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

A Sigonella, nella notte tra il 10 e 11 ottobre 1985, è avvenuto l’evento che ha segnato la nostra storia recente. Il governo italiano si oppone ad una decisione degli Stati Uniti. Caccia militari americani fanno atterrare a Sigonella l’aereo che trasporta i dirottatori dell’Achille Lauro e due rappresentati dell’OLP. Abu Abbas e Hani el Hassan. I dirottatori avevano accettato di liberare la nave in cambio di un salvacondotto. Il governo italiano aveva concesso il salvacondotto a condizione che a bordo non fossero stati commessi reati.

In realtà i dirottatori avevano ucciso Leon Klinghoffer. Cittadino statunitense di religione ebraica e costretto su una sedia a rotelle. Questo spinge il presidente Reagan ad ordinare di intercettare l’aereo che doveva portare i dirottatori in Tunisia, sede dell’OLP. Quando l’aereo atterra a Sigonella truppe speciali degli Stati Uniti cercano di prendere in custodia i dirottatori e i due rappresentanti dell’OLP.

Su ordine del Presidente del Consiglio Bettino Craxi le forze armate italiane circondano l’aereo e puntano le armi sui militari di Reagan. Il governo italiano sostiene che i quattro dirottatori devono essere processati in Italia. Su questo Reagan è concorde. Il vero contrasto è su Abu Abbas. Per gli americani è lui la mente del dirottamento, per gli italiani è un semplice negoziatore.

Abu Abbas può raggiungere liberamente la Jugoslavia. Arrestati i quattro dirottatori e processati in Italia. I fatti daranno ragione alla tesi di Washington e Abu Abbas sarà condannato all’ergastolo per i fatti dell’Achille Lauro.

La crisi di Sigonella non è certamente una pagina gloriosa della nostra storia. Molti errori e molte ambiguità. Da rimarcare, però, la volontà di una politica estera indipendente dagli Stati Uniti. Volontà che avevo animato anche Aldo Moro. Oggi invece siamo appiattiti sulle posizioni statunitensi. Lo dimostra la guerra in Ucraina e l’assenza di una posizione autonoma italiana che possa coniugare la tutela degli interessi nazionali e la giusta tutela di una nazione sovrana attaccata.

È morto Ciriaco De Mita. Potente democristiano. Uno dei simboli della Prima Repubblica. Criticato e rottamato frettolosamente. Eppure, nella storia politica di De Mita è possibile trovare più idee di sinistra che nell’attuale Partito Democratico, come ha dimostrato il confronto tv con Matteo Renzi nel 2016. La necessità di rendere competitivo il Sud e la volontà di attuare riforme costituzionali sono state le costanti nell’azione politica di Ciriaco De Mita. Nel 2022 nessun partito propone serie riforme costituzionali e il meridione è sempre più lontano dai pensieri di Roma.

Matteo Renzi ha dichiarato guerra al reddito di cittadinanza. Misura nata per dare concreto sostegno alle persone con difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro. Renzi ha dato il via alla raccolta delle firme per un referendum abrogativo. Perché il reddito di cittadinanza è dannoso, perché paga le persone per non lavorare.

Il reddito di cittadinanza ha molte criticità, ha bisogno di correzioni. Resta, però, una risposta ad una giusta istanza. Lo Stato deve garantire dignità a tutti. Renzi è stato segretario del Partito Democratico, che custodisce l’eredità del Partito Comunista Italiano. Eredità che impone di cercare di migliorare il reddito di cittadinanza non cancellarlo senza alternative.

La Prima Repubblica è diventata sinonimo di debito pubblico mostruoso, corruzione e inefficienza. Sono passati trent’anni e oggi la situazione non è migliorata. Pochezza ideologica nei partiti, mancanza di proposte concrete. In realtà non ha senso parlare di Prima Repubblica perché non è mai nata la Seconda.

La politica si trascina tra slogan e propaganda. I leader (?) di partito guardano agli Stati Uniti, alla Cina, alla Russia per colmare la mancanza di visione politica.

Fare politica non è semplicemente prendere voti. La politica è studio, passione. Soprattutto studio.

RIPRODUZIONE RISERVATA ©