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Editoriale

LA RUSSIA E LA RUSSA, BERLUSCONI E FONTANA: CHE ITALIA SARA’?

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Il governo guidato da Giorgia Meloni è nella pienezza dei poteri. Evento epocale. La prima donna Presidente del Consiglio. Il primo governo di destra. Eppure Silvio Berlusconi è riuscito a rubare la scena.

Non deve stupire. È la sua specialità. Sono stati diffusi degli audio di alcune sue dichiarazioni durante una riunione con i parlamentari di Forza Italia. Dichiarazioni sulla guerra tra Russia e Ucraina. Berlusconi non ha mai nascosto il suo rapporto di amicizia con Putin.

Berlusconi dichiara di aver ricevuto un regalo da Putin per il suo compleanno nello scorso mese di settembre. Regalo accompagnato da una lettera “dolcissima”. Berlusconi avrebbe poi ricambiato sia il regalo che la lettera. Già questo ha creato polemiche. Silvio Berlusconi è stato accusato di aver violato l’embargo. Inoltre Berlusconi ha analizzato le cause del conflitto. Attribuendo colpe e responsabilità all’Ucraina.

Silvio Berlusconi è stato attaccato da ogni parte. Forza Italia ha dovuto subito dichiarare fedeltà alla Nato e Giorgia Meloni ha ribadito la posizione a sostegno dell’Ucraina. Berlusconi è stato isolato.

Silvio Berlusconi è indifendibile rispetto alla sua opera politica. Eppure in questa circostanza ha evidenziato un cruciale aspetto negativo. Non sono ammesse analisi critiche del conflitto tra Ucraina e Russia. Il sostegno all’Ucraina deve essere pieno ed incondizionato. Purtroppo, però, non si risolvono così i conflitti. Serve un negoziato. Negoziare significa ascoltare tutte le posizioni. L’Ucraina non è l’agnello aggredito dall’orso Russo. Putin non è il cavaliere senza macchia che affronta la Nato. Negli anni entrambe le parti hanno commesso crimini e violato il diritto internazionale. Bisogna garantire sovranità nazionale e autonomia delle varie etnie. Gli Usa e l’Europa hanno il potere e il dovere di aprire un tavolo di negoziato.

Berlusconi non ha ovviamente parlato per amore di Pace. Ha i suoi interessi ma ha involontariamente evidenziato il clima di censura.

Altro argomento di polemica è il timore di una nuova linfa per il neofascismo. Vengono citati i busti del duce conservati dal Presidente del Senato Ignazio La Russa. Certamente non è opportuna come cosa ma non è certo questo il pericolo per la nostra democrazia. Parliamo di manifestazioni storico/nostalgiche discutibili ma innocue. Non è una minaccia. I pericoli sono altri.

Una delle prime leggi presentate nel nuovo Parlamento è quella del senatore Gasparri che vuole distruggere dalle fondamenta la legge 194. Nel governo Meloni sono presenti ministri che hanno attaccato il diritto all’aborto e le tendenze sessuali dei “diversi”. Il Presidente della Camera Fontana ha da sempre attaccato l’aborto, l’eutanasia, la concessione di diritti ad omosessuali e lesbiche. Molto probabilmente Salvini continuerà la sua guerra personale ai migranti.

Questo è un reale pericolo per la nostra democrazia. Oggettivamente l’Italia è tra i paesi europei con più difficoltà nel concedere diritti civili. Il divorzio è arrivato nel 1970, l’aborto nel 1978. Quando in Italia il primo partito era la Democrazia Cristiana che era molto sensibile ai desiderata del Vaticano. Oggi il nostro Paese è apparentemente più laico. Eppure non solo non è stata regolamentata l’eutanasia ma c’è il tentativo di cancellare la legge 194.

Nemmeno a parlare di matrimonio tra persone dello stesso sesso. La cosa non dovrebbe stupire, siamo un paese cattolico. Peccato che ricordiamo di essere cattolici solo nel negare diritti ma dimentichiamo l’amore per il prossimo fondamento del cristianesimo.

Serve vigilanza da parte della società civile. Serve opposizione parlamentare costruttiva. Abbiamo la necessità di tornare a praticare una politica di sinistra. Senza vergogna per la nostra storia e senza confusione.

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