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Esteri

Aree di crisi nel mondo n.35 del 10-4-2020

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di STEFANO ORSI

Gli inganni di un finto accordo e trappola vera


Proseguiamo nell’analisi della crisi mondiale innescata dall’epidemia da COVID19.

Ieri si è vissuta forse l’ora più drammatica per una istituzione recente come quella della UE.

Durante l’Eurogruppo non si è arrivati ad un accordo che prevedesse la creazione di buoni del Tesoro emessi direttamente dalla BCE comuni per tutti gli stati e chiamati “Corona Bond, questo strumento avrebbe potuto finanziare la ripresa dei vari paesi rendendo comune l’indebitamento e senza essere gravato da uno spread che appesantisce con i suoi costi le casse dei vari Paesi divenuti schiavi del loro debito pubblico e degli interessi che drenano ricchezza da un Paese spesso e volentieri a tutto vantaggio delle banche dei Paesi più ricchi.

Lo sfruttamento a fini di speculazione da parte delle voraci banche tedesche fatto sulla pelle del popolo greco ne è un esempio lampante e recente.

Il debito è da sempre un formidabile strumento per distruggere l’autonomia decisionale di uno Stato e trasformarlo in un Paese “vassallo” senza nemmeno dover impiegare un esercito.

Quindi uno strumento che scardinasse la speculazione finanziaria dall’emissione di titoli da parte di un Paese, causerebbe un danno a quei Paesi che ne traggono enormi benefici, come appunto la Germania o l’Olanda, che oltretutto si avvantaggia anche di una politica fiscale estremamente sleale e aggressiva che sottrae le sedi legali delle maggiori società dai Paesi che storicamente ne sono la sede per trarne ulteriore entrata fiscale, come nel caso della FCA che fu una volta la Fiat. Concorrenza sleale che prosegue da anni, con il trapianto sovvenzionato dalla UE di interi comparti industriali che migrano con fondi comunitari, pagati dal Paese abbandonato, verso nuovi lidi dove impiantare le nuove sedi e trasferire gli impianti produttivi, e guadagnare di più grazie alle politiche fiscali vantaggiose e gli stipendi più bassi per gli operai,. Unitamente all’assenza, spesso, di diritti per i lavoratori.

In questo contesto non certo idilliaco si è inserita l’epidemia virale che ha causato la misura necessaria ed inevitabile se non si voleva arrivare ad avere l’intero Paese nelle condizioni drammatiche di quasi tutte le province lombarde e di quelle emiliane, meno colpita la parte romagnola.

Il Veneto per fortuna è risultato meno colpito anche rispetto al Piemonte.

Capite bene cosa avrebbe rappresentato vedere oggi città come Roma o Napoli nelle condizioni di paesi come Nembro o Alzano, non voglio nemmeno pensarci.

Il blocco del Paese con il distanziamento sociale ed il parziale o ridotto regime lavorativo per molti italiani sta causando letteralmente il collasso economico dello Stato che in cassa ormai ha ben poco.

Si sperava quindi di poter reperire valuta pregiata per sostenere gli stati più duramente colpiti che sono i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo della UE, Italia , Spagna che ci ha anche superati per contagi e ci sta , purtroppo, raggiungendo come vittime, la Francia.

Si tratta oltretutto di Paesi contributori netti, che cioè contribuiscono alla UE per più di quello che ne ricevono.

A differenza, per capirci, di Paesi come la Polonia o l’Estonia.

Cosa è stato quindi firmato ieri dal nostro ministro Gualtieri durante le estenuanti trattative dell’Eurogruppo?

Un pacchetto di misure per affrontare la crisi, si legge nei proclami di chi ha la spudoratezza di parlarne bene.

I vantaggi , manco a dirlo sono solo per i Paesi che non si trovano in crisi, è stata inoltre seguita l’indicazione olandese che impone la condizionalità del ricorso agli aiuti, che tornerà effettiva per tutte le modalità non appena ultimata la crisi epidemica. Allora dunque si rifaranno i conti con l’intero pacchetto delle condizioni di accesso operative, e saranno dolori per Paesi nelle nostre condizioni di bilancio e senza possibilità di ricorrere come altri, alla sovranità monetaria e alle libertà da essa concesse.

Nel documento si fa riferimento ad un piano di 1000 miliardi, diviso in due parti da 500 cadauna, l’una finanziata con tre “gambe”, MES (che quindi c’è), BEI e SURE, e poi altri 500 del piano europeo di ripresa, ma per i quali si ignora totalmente la possibile forma di reperimento di tali risorse. Lo specifica bene il ministro francese Bruno Le Maire quando dice che “ Restano da stabilire le condizioni di finanziamento di tale piano per la ripresa” e non mi pare proprio una mancanza da poco.

Un Paese che di recente si è reso protagonista della più coraggiosa scelta politica dal secondo dopoguerra ad oggi, la Gran Bretagna ci sta mostrando come un Paese dotato di sovranità monetaria possa affrontare questa situazione in maniera molto più efficiente e diretta rispetto a noi, impantanati nelle paludi di un eurogruppo o dai ricatti di una potenza come l’Olanda o dell’Estonia.

In Gran Bretagna si è già stabilito che sarà la Banca d’Inghilterra che monetizzerà tutto il deficit britannico per affrontare l’emergenza legata al COVID19, detto e fatto fine delle discussioni.

Analogamente negli USA, la Federal Reserve si farà carico dei 2300 miliardi di dollari che il Governo USA intende impiegare per sostenere il Paese in questa crisi.

Causeranno inflazione, probabilmente, ma recupereranno anche competitività e ciò che perderanno i capitali, recupereranno in gran parte le proprietà immobiliari, aspetto che non sarebbe affatto secondario per un popolo come il nostro che fa della casa una vera religione e dove l’Euro in questi 20 anni ha contribuito a erodere il valore degli immobili, come ben sanno coloro che si sono trovati a dover vendere il loro o un alloggio magari ereditato da genitori o parenti.

Vedete la BCE, non ha una pentola magica da cui escono per miracolo gli Euro che usa per comprare titoli di stato o per regalarli alle banche affinché li diano in prestito a cittadini ed imprese traendone, naturalmente un tasso di interesse, no, non ce l’hanno, e nemmeno li cavano dalla miniera d’oro dei Lannister, per chi conosce la saga del Trono di spade.

La BCE non è nemmeno un organo istituzionale pubblico, ma è privato, come privata è pure la Banca d’Italia.

Eco io credo sinceramente che sia arrivata l’ora di mettere mano a questi sbagli che l’”ordoliberismo” europeista ci ha fatto commettere in questi ultimi decenni e che questa ennesima dimostrazione del fallimento di una istituzione come la UE sia un segnale di dirompente forza per indicarci la strada da seguire da un lato e quella da abbandonare dall’altro.

Il tempo di questa “Unione” credo debba ritenersi finito se si intende mettere il giusto ordine nei valori delle nostre vite, le persone ed i cittadini davanti e le speculazioni, i crimini, e la spietatezza di questa UE dall’altra.

Tornando all’accordo firmato ieri è interessante l’analisi che ne fa Stefano Fassina, che è un vero economista e che ha anche lavorato al FMI, Fondo Monetario Internazionale, dal 2000 al 2005 e quindi conosce bene ciò di cui sono capaci e il come operano.

Fassina non esita a definire questo accordo come una vera e propria “trappola” per l’Italia.

In essa egli  non vi vede altro che il MES anche se ufficialmente non viene nominato, in quanto attraverso questo strumento verrà effettuato un lento soffocamento della nostra economia residuale e del mercato interno.

Fassina ci spiega come dietro una facciata di Trilioni di euro sventolati, come se esistessero per davvero, dietro una inesistente solidarietà fiscale, nemmeno prevista dai trattati UE e quindi del tutto inesistente anzi da essi proprio inibita, vi siano solamente: il SURE che poi è un fondo da dividersi tra tutti i Paesi UE e che conta “fino a “ 100 miliardi, il programma BEI, della Banca Europea per gli Investimenti, e infine proprio il MES.

Il Sure ci spiega Fassina sarebbe un vero bluff, in quanto può essere attivato solo DOPO che TUTTI i paesi membri vi hanno aderito ed ha la forma del prestito e rappresenta altro debito pubblico poi da restituire, come tutti i prestiti, per potervi accedere, è richiesto anche agli Stati di portare garanzie irrevocabili, liquide ed immediatamente esigibili dalla Commissione, e quindi la cifra finale dipenderà solo da quanto i paesi membri metteranno a disposizione.

Dividendo la cifra raccolta, che potrebbe essere molto inferiore ai 100 miliardi, mi domando quanto verrebbe messo a disposizione dei singoli Paesi quindi…

Qualche centinaio di milioni in prestito?

Non mi pare affatto un buon affare.

La BEI, l’intervento previsto dalla Bei non rappresenta un importo superiore ai 200 miliardi, che se rapportato al nostro piano varato da poco di 400 e tenendo presente che esso andrebbe diviso tra tutti i Paesi, arriviamo anche qui a cifre risibili.

Ed Arriviamo all’adattamento del MES a questo accordo.

Qui i Mefistofele della UE hanno superato se stessi, la trappola è rappresentata dalla clausola della “Pandemic Crisis Support” che viene venduto come fosse una sorta di MES senza condizioni, niente di più falso.

Non esiste un MES senza le condizioni istituite nel suo stesso atto di istituzione. Nell’accordo si inganna il lettore dicendo che l’accesso al credito per scopi legati alle spese legate alla Sanità dirette od indirette, ma poco dopo si precisa che le norme del trattato MES DEBBANO ESSERE SEGUITE dopo la fine dell’emergenza COVID19 e che lo stato che ne abbia usufruito, e cito: “rimane impegnato a rafforzare i suoi fondamentali economici e finanziari, in coerenza con il quadro di coordinamento e di sorveglianza economica e di finanza pubblica dell’Ue.”

Quindi nessuna esenzione di alcun tipo se non in forma assolutamente temporanea, giusto per invogliare a farne uso.

Per la rimanente apre  dell’accordo che sulla carta conterebbe 500 miliardi, esiste solo un impegno a lavorarvi al fine di reperire i fondi necessari per la ripresa, e quindi il nulla assoluto nei fatti.

In conclusione con questo accordo si aumenta il debito italiano, e contemporaneamente si infila la testa nel cappio del MES che , terminata l’emergenza COVID diverrebbe interamente attivo e distruggerebbe definitivamente non solo la nostra economia interna, ma costringerebbe qualunque governo a ridurre drammaticamente la spesa pubblica e andrebbe a tagliare, ironia della sorte proprio sulla Sanità che tanto si è dimostrata necessaria ed insostituibile durante questi mesi di epidemia.

Questo accordo ci da una grande opportunità ci offre di leggere finalmente con quali esseri si abbia a che fare, che nemmeno di fronte alla morte di decine di migliaia di cittadini comunitari si sentano toccati e rivedano le posizioni di vantaggio e favore che hanno conquistato, a spese degli altri, in questi ultimi 20 anni di regime comunitario.

Ricordo i 300 miliardi annui di surplus commerciale che la Germania incassa regolarmente e in violazione dei regolamenti comunitari senza che nessuno abbia mai osato chiedergliene conto, solo con essi , stimabili in 6000 miliardi, potremmo tutti vivere da nababbi, intendo come Paesi, ed invece abbiamo visto prima come abbiano saputo addirittura speculare sulla pelle dei Greci e come oggi intendano speculare anche con il tradimento e l’iganno sui cadaveri dei nostri morti.

Questa è la UE, nulla di più e nulla di meno, è di fronte a voi, si è palesata per ciò che realmente è ed è sempre stata.

Lo spirito originario dei nostri padri, e del trattato di Roma, sono morti e lo sono ormai per sempre.

Questa è l’ora più buia della storia europea degli ultimi 75 anni ,un’ora in cui dovremmo avere persone in grado di valutare e con il coraggio e la forza di compiere le scelte necessarie, e invece abbiamo una maggioranza ed una opposizione della qualità che purtroppo ben conosciamo.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo