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Esteri

Guerra e pace

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di MARIO GIANFRATE

Siamo sull’orlo di una guerra che potrebbe compromettere, in maniera definitiva, l’esistenza umana, eppure il mondo continua a chiudere gli occhi, a restare sordo e indifferente di fronte agli scenari che si aprirebbero se la diplomazia – o semplicemente il buon senso – non riuscissero a frenare questa incredibile e criminale corsa verso la distruzione dei labili confini che separano la pace dalla guerra.


Rispetto alle azioni belligeranti dei potenti della terra, di alcuni di essi irresponsabilmente assetati di odio, prevale nei popoli il clima di baldoria e di spensieratezza che animava la gente imbarcata sul Titanic prima che la nave si infrangesse contro un iceberg trasformando, di colpo, la gioia in dolore, la vita in morte.

Quanto lontani appaiono gli anni nei quali si scendeva nelle piazze a manifestare per il Vietnam e contro gli esportatori della guerra.

Sconvolge, per quel che ci riguarda, l’assenza di una qualsiasi visione estera della politica italiana, incapace per la qualità di chi dovrebbe definire una strategia per incidere o, quantomeno, indicare posizioni concrete per evitare la catastrofe annunciata. Ma, si sa, siamo più interessati alle sorti di Sanremo che a quelle dell’Umanità.