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Elezioni in Nicaragua: il conteggio del Nicaragua dà a Ortega una vittoria schiacciante

Questo 7 novembre 2021, si è consumata un’innegabile vittoria del Fronte Sandinista di Liberazione  Nazionale. Nonostante le pressioni ricevute, la macchina democratica ha proseguito il suo corso come previsto dalle leggi della Repubblica e il processo elettorale si è svolto in piena normalità, tranquillità e pace.

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 Gli Stati Uniti la definiscono una “pantomima”

credit foto “Encuentro de Fidel Castro con Daniel Ortega. Foto: Alex Castro/ Cubadebate” by Cubadebate is licensed under CC BY-NC-SA 2.0

di Maddalena Celano

Questo 7 novembre 2021, si è consumata un’innegabile vittoria del Fronte Sandinista di Liberazione  Nazionale. Nonostante le pressioni ricevute, la macchina democratica ha proseguito il suo corso come previsto dalle leggi della Repubblica e il processo elettorale si è svolto in piena normalità, tranquillità e pace. Probabilmente sentiremo dire il contrario dai mass media di disinformazione. I mass media stanno divulgando tutt’altra cosa, ma seguono un copione redatto in anticipo per screditare un trionfo che sapevano che sarebbe avvenuto. Questo perché le conquiste economiche e sociali raggiunte dai governi sandinisti avrebbero portato a uno scenario come quello che abbiamo ora e che avremo per i prossimi 5 anni.

Per tutta la giornata del 7 novembre, le immagini scattate da colleghi e osservatori internazionali  hanno mostrato file di persone desiderose di votare. Le urne sono state aperte con quasi mezz’ora di anticipo per affrontare la marea umana degli elettori. Nello stesso tempo, una Ong creata e finanziata ad hoc contro il sandinismo (nel più puro stile siriano) ha  decretato che l’astensionismo fosse dell’ 81,5%,  prima della chiusura delle scuole. Tutti i mass media hanno utilizzato questi dati senza compararli a niente e nessuno, in un esercizio di pura malafede che ancora una volta denigra il giornalismo, professione tanto necessaria quanto screditata. Nonostante le garanzie del sistema di voto, in cui i rappresentanti di partito sono presenti in tutti i seggi elettorali e in ciascuno dei passaggi intermedi, fino a raggiungere i centri di scrutinio finale; i media continuano a credere a una ONG che in precedenza aveva chiesto la sospensione delle elezioni perché, probabilmente, preferivano lo stile delle vecchie elezioni, dove i marines americani facevano la guardia alle urne nicaraguensi e contavano i voti stessi.

Ebbene no, quando sono state aperte le urne, è risultato che il 65,34% del popolo nicaraguense aveva votato in piena e totale libertà e che, di quella percentuale, il Fronte Sandinista aveva raccolto il 74,99% dei voti.

Dietro c’era il Partito Costituzionalista Liberale (PLC), guidato dal deputato Walter Martínez, con il 14,4% dei voti, molto vicino alla percentuale ottenuta nel 2016 (15,03%). A questo partito sono appartenuti gli ultimi due ex presidenti del Paese, Arnoldo Alemán (1997-2002) ed Enrique Bolaños (2002-2007). Il terzo conteso è stato Camino Cristiano Nicaragüense (CCN), del deputato e reverendo evangelico delle Assemblee di Dio, Guillermo Osorno, con il 3,44% dei voti. Camino Cristiano faceva parte della coalizione che sconfisse Ortega e portò Bolaños al potere. Nelle elezioni presidenziali del 2006 era in combutta con il PLC.

Gli Stati Uniti hanno descritto come “pantomima” un’elezione che ha generato il rifiuto di gran parte della comunità internazionale e regionale (ovviamente quella allineata ai diktat liberal-liberisti statunitensi).

Ortega ha respinto lunedì le questioni internazionali che provengono, ha detto, da coloro che “continuano con le loro pratiche colonialiste”.

Le celebrazioni si sono svolte sia a Managua, la capitale, sia nelle principali città del paese centroamericano.

Migliaia di sostenitori del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) sono scesi in piazza lunedì mattina presto, dopo aver conosciuto i primi risultati ufficiali delle elezioni domenicali.

I raduni sandinisti sono iniziati dopo la chiusura delle urne e sono aumentati con il passare delle ore, in attesa del primo bollettino fornito dal Consiglio Elettorale Supremo (CSE).

Le immagini delle celebrazioni sono state date sia a Managua, la capitale del paese centroamericano, sia nelle principali città come León, Granada, Estelí e Chinandega, tra le altre.

I sandinisti hanno fatto irruzione in grida e danze dopo che il presidente del CSE Brenda Rocha ha rivelato i primi risultati elettorali con il conteggio di quasi il 50% dei registri elettorali.

Sulla base di quel bollettino, il presidente Daniel Ortega, che si è candidato per la rielezione in carica, per il mandato 2022-2027, ha ricevuto il 74,99% dei voti espressi.

I video caricati sui social network mostrano che dopo le 04:00 ora locale (10:00 GMT) di lunedì le persone stavano ancora festeggiando.

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