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Esteri

Il punto al 60° giorno di guerra

Analisi dei fronti maggiormente attivi in questo conflitto ucraino
Izhyum, Zaporizie, Mariupol

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Putin e Shoigu nell'ufficio del Presidente.

Aree di crisi nel mondo n.107 del 24-4-2022

Ucraina

Siamo ormai al 60° giorno dell’escalation militare di questo lungo conflitto iniziato ormai da più di 8 anni.

Fronte Kramatorsk-Sieverodonietck

In queste due settimane, sono stati due gli elementi importanti da menzionare per quanto attiene le operazioni sul campo.

Il primo, una settimana fa, l’offensiva ucraina attorno a Karkov.

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Fronte tra Karkov e Sieverodonetck al 24-4-2022 immagine tratta da google maps ed elaborata dall’autore.

Le forze ucraine, di cui mai ci viene menzionato dai media le unità di cui fanno parte, hanno tentato di aprirsi la strada tra le linee russe. Da un lato, verso nord, tentando di raggiungere il confine russo. Dall’altro verso sud-est, per tentare una manovra a tenaglia per chiudere in sacca il saliente di Izhyum, da cui i Russi conducono la loro offensiva principale.

In contemporanea, le truppe ucraine ricevevano l’ordine di avanzare da sud, zona di Aleksandrovka, lungo la sponda destra del fiume Oskil, per raggiungere Kupiansk, dove, nelle intenzioni dei comandi ucraini-NATO, avrebbero dovuto ricongiungersi con le forze avanzanti da Karkov.

Purtroppo per loro le truppe provenienti da Karkov, hanno subito una pesante risposta dell’artiglieria russa e dopo due giorni la loro spinta offensiva si è del tutto esaurita a causa delle perdite di uomini e mezzi. Si segnala un massiccio ricorso a veicoli civili riadattati ad uso militare da parte ucraina. In special modo dei Pickup neri modificati come “Tecniche” in stile ISIS, ma il loro impiego in questo scenario rappresenta un uso disperato dovuto alla carenza ormai cronica di veicoli militari.

Blindati, carri armati e camion ucraini, ormai si vanno esaurendo sui fronti più attivi del conflitto.

Da questa situazione deriva il massiccio invio di mezzi pesanti da parte di alcuni Paesi della NATO. Non tutti però, diversi Paesi membri non intendono inviare armi. Alcuni per proprie esigenze di difesa.

La Grecia ad esempio ha problemi con la vicina Turchia. Altri per l’esigenza di mantenere una quantità di sistemi d’arma sul proprio territorio, come la Germania.

Altri come Belgio, Spagna, Gran Bretagna, Canada, USA, invieranno blindati per le truppe e altri mezzi. Molti sono ormai gli invii previsti di semoventi di artiglieria e anche direttamente di pezzi da 155 mm con tanto di munizionamento moderno al seguito. Segno che anche le munizioni da 122mm presenti ancora negli arsenali dei paesi ex sovietici o si sono esauriti o sono finiti i cannoni in Ucraina e pertanto le munizioni in calibro 122 mm non servirebbero più.

Terminata l’offensiva ucraina, è iniziata o meglio proseguita l’operazione russa di accerchiamento delle forze presenti nel Donbass.

Dal fronte di Izhium le truppe russe, con appoggio di forze corazzate, si muovono lentamente sempre più a sud. Dymitrovka, Virnopylova, Brazkovka, Sulhikovka, Dobrovne, Doven’ka, Sukha, Yaromivka, sono passate tutte sotto controllo russo.

Da ieri è invece in corso una nuova offensiva verso nuovi settori. Sono segnalati infatti pesanti combattimenti nel settore di Sviatorsk, il che significa che o i russi sono avanzati fin li o gli ucraini hanno abbandonato il settore di Aleksandrovka ritirandosi sino a Sviatorsk. Diversamente non sarebbe possibile a meno che non abbia ceduto il fronte di Studenok permettendo lo sfondamento fino a Sviatorsk. In questo caso tutto il settore di Aleksandrovka rischierebbe la chiusura in una sacca ed un successivo annientamento.

Poco più ad est, le forze russe, unitamente a quelle della LPR, si stanno portando avanti e sono arrivate presso Lyman e Zarikno, zone a vocazione mineraria.

I fronti stanno avvicinandosi quindi a Sloviansk località dove otto anni fa esatti tra un mese, l’Esercito ucraino, con la Guardia Nazionale ucraina, assassinarono il nostro reporter Andrea Rocchelli. Come sancito da sentenza definitiva del processo che ha visto infine l’assoluzione del singolo imputato Markiv, non potendo provare la sua presenza in loco quel giorno e a quell’ora in cui sono avvenuti i crimini. ( https://www.andyrocchelli.com/2021/01/24/verita-senza-giustizia-motivazioni-della-sentenza-di-assoluzione/ )

Fronte di Zaporizie- Sieverodonietck

Anche su questo fronte sono segnalati diversi punti caldi con attività bellica sul terreno.

Le forze russe mantengono l’iniziativa.

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Fronte tra Zaporizie e Sieverodonetck al 24-4-22 immagine tratta da google maps ed elaborata dall’autore.

Si riscontra un uso intenso, specialmente durante le ore notturne, di artiglieria pesante, sia cannoni che razzi MLRS. L’attività si svolge di notte per privare del sonno i soldati, colpiti continuamente con razzi e proiettili di cannone.

Sono stati recentemente diffusi dei video da parte russa, su alcune di queste linee trincerate e fortificate che sono state abbandonate dalle truppe ucraine. Bunker e trincee apparivano molto danneggiati dalle esplosioni. La zona presentava una moltitudine di cadaveri di soldati ucraini con evidenti segni di ferite subite dalle esplosioni.

Evidentemente hanno ritenuto di non poter difendere ulteriormente le posizioni e si sono ritirati.

Il fronte maggiormente attivo è quello di Velyka.

Le truppe russe stanno premendo sulle difese ucraine. Mentre il centro pare resistere, si registrano cedimenti sui fianchi del villaggio con aggiramento delle posizioni difensive.

Sono state conquistate dai russi prima Rivnopol e poi Novosilka, da qui stanno conducendo attacchi sulle vicine Zelene Pole e Novopol.

Questo fronte è collegato al precedente di Izhium, in quanto l’avanzata da sud e da nord portano alla creazione di due salienti in avanzata che tendono a ricongiungersi al centro. Nel settore di Petropavlovka, questo chiaro intento è fortemente contrastato dagli ucraini che vi oppongono ogni risorsa loro disponibile, sapendo di non avere mobilità sufficiente a spostare e ripiegare le forze schierate e trincerate nel Donbass e che in caso di rischio chiusura in sacca il loro destino sarebbe segnato.

La scarsità di mezzi corazzati che si sta manifestando, unitamente all’assenza dell’aviazione, impedirebbe in caso di accerchiamento la possibilità di aprirsi la via per un ripiegamento in posizioni arretrate.

Un aereo cargo ucraino, un Antonov 26, è stato abbattuto nei pressi di Vilniansk, è possibile che cercasse di portare aiuti per il fronte.

Pochi giorni fa un missile cruise russo ha distrutto il ponte ferroviario di Novomoskovsk, poco a nord di Dnepopetrovsk, da qui passavano i rifornimenti per il fronte sia di Karkov che di Izhiumed il Donbass in generale. Trovo sorprendente il ritardo epocale che l’esercito russo ha nel distruggere importanti infrastrutture ucraine, sembra voglia davvero fare una guerra con le mani legate. La distruzione di questa importante infrastruttura comunque può indicare un cambio di passo dei comandi russi.

Settore di Odessa – Mariupol

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Fronti meridionali dell’Ucraina, da Odessa a Mariupol al 24-4-2022 immagine tratta da google maps ed elaborata dall’autore.

Il caso dell’affondamento della Moskva ha senza dubbio tenuto banco in queste settimane. L’incrociatore era il capostipite della classe Slava, era il suo primo nome. Venne progettato a cavallo tra gli anni 60 e primi anni 70, messo in cantiere nel 1976 e entrato in servizio nel 1982. Nel 1990 venne messa fuori servizio, ufficialmente per ammodernamenti, in realtà abbandonata in rada.

Nel 2000 venne rimessa in servizio ma non venne aggiornata, al contrario della Varyag che svolgeva importanti compiti nel Pacifico.

Il 13 aprile, l’incrociatore navigava a sud-est dell’isola dei serpenti.

I fatti da quel momento divengono nebbiosi, si sa che la mattina successiva, a circa un centinaio di chilometri da Sebastopoli, la nave è affondata.

Le autorità russe negano un attacco e parlano di un incendio.

Gli Ucraini si attribuiscono l’affondamento con due colpi di missili antinave Neptun

Cosa sappiamo a tal proposito?

La gittata dei missili antinave Neptun è di circa 300 chilometri. Hanno un radar di bordo attivo, che serve per colpire il bersaglio a fine corsa. Non prima per non essere rilevato.

Vola a pelo d’acqua ed è di difficile individuazione.

Un paio di giorni dopo l’affondamento sono state diffuse immagini riprese da un marinaio russo da un mezzo di soccorso intervenuto.

La Moskva si presentava sbandata sul fianco sinistro, con segni evidenti di fumo denso fuoriuscito da alcuni boccaporti laterali. Il livello di galleggiamento era piuttosto alto segno che aveva imbarcato acqua, sotto la linea di galleggiamento si trovavano con molta probabilità due fori da impatto con missili, si intuivano però solo dalle pieghe nelle lamiere dello scafo.

Un missile deve essere entrato sotto il settore dei fumaioli nei pressi dei locali caldaie, circa a centro nave.

Un secondo missile era entrato sotto il settore dell’hangar degli elicotteri.

Questa nave è dotata di un sistema antiaereo che negli anni 80 era lo stato dell’arte, sappiamo che non è stato aggiornato nei sui componenti principali.

http://www.hisutton.com/Russian-Navy-Moskva-Sinking.html

La nave ha due radar: uno a 360° di individuazione e un radar Rp41 Volna radar di inseguimento ed ingaggio, che però lavora su soli 180° dalle foto risulta essere in posizione rivolta a poppa come quando a riposo in porto, non avrebbe dunque ingaggiato nessun velivolo come affermato dagli ucraini che hanno dichiarato di aver distratto le difese della nave con dei Bayraktar TB2.

Come è stata quindi individuata e raggiunta la nave? Mi sono confrontato sull’argomento con un altro esperto del settore: “Virgilio” di Geopoliticalcenter. Siamo giunti alla conclusione che non era possibile individuarla a quella distanza dalla costa. Si trovava oltre la curva dell’orizzonte per cui invisibile dai normali radar costieri, peraltro distrutti dai russi. Dunque gli Ucraini non avevano modo di individuare la nave, che navigava sicuramente a bassa emissione elettronica per non dichiarare la propria presenza.

Però non era sola, sul Mar Nero a cavallo tra le acque internazionali e lo spazio aereo della Romania, incrociava nei cieli un P-8 americano. Inoltre, altri due mezzi NATO erano in volo. Un RC-135W ed un E-3. Il P8 in particolare era a sole 70 miglia dall’incrociatore russo, poteva dunque seguirlo passo passo ed inviarne i dati della posizione ai comandi ucraini. In questo modo il lancio con destinazione programmata era semplice, con la gittata di 300 Km il Neptun può aver compiuto la sua parte iniziale di volo su terra fuori portata dai radar della nave, per poi essere sceso a pelo d’acqua fino alla fase finale di avvicinamento quando accende i suoi radar di ingaggio per riconoscere il bersaglio da colpire.

Non si esclude l’impiego attivo di un caccia F35 che ha nelle sue principali qualità una elevata capacità di inganno dei radar nemici, al fine di rendere difficoltosa l’individuazione dei due Neptun in avvicinamento.

Attacchi nei pressi di Odessa e situazione a Mariupol

In questi giorni sono stati colpiti diversi obiettivi sia nei pressi di Odessa, tra cui un capannone dell’aeroporto. Dove si suppone fossero stoccate armi arrivate dalla NATO. Anche Nikolaev ha subito attacchi con missili di precisione, sono nuovamente state colpite delle infrastrutture militari.

Mariupol vede al momento liberata dalla presenza ucraina tutta la zona urbana della città. Permane presenza delle truppe di Kiev nella sola zona industriale della acciaierie Azovstall.

Questo complesso è anche al centro delle chiacchiere incontrollate, si vocifera sia di laboratori biologici statunitensi che della presenza di alti ufficiali occidentali bloccati nei sotterranei del complesso, che invece sembra certo esistano.

Quanto al laboratori ritengo sia improbabile che avessero scelto un complesso dove lavorano migliaia di operai per camuffare una strutture segreta, quando esistono innumerevoli possibilità differenti e molto più praticabili.

Sulla presenza o meno dei militari della NATO, ho già visto situazioni simili quando alcune sacche erano sul punto di cadere. Accadde in Siria, mai si arrivò a rivelare la lor reale presenza, semplicemente coloro che ne diffondevano la voce della presenza non ritornavano più sull’argomento. Pertanto resto in attesa che vengano un giorno mostrati in tv o sul web questi alti ufficiali il giorno in cui, inevitabilmente si arrenderanno o verranno recuperati i loro cadaveri con divise e documenti di identificazione.

Della sorte del complesso Azovstall, hanno anche discusso il Presidente russo Putin e il Ministro della difesa Shoigu, insolitamente senza divisa. Da un lato Shoigu affermava che entro pochi giorni avrebbero potuto porre fine alla presenza ucraina nel complesso dell’acciaieria ma il Presidente ha invece richiesto che si ponga la struttura sotto assedio per non fare uscire nessuno senza sprecare mezzi, uomini e risorse in un inutile scontro.

Permane ancora incertezza legata alla presenza, volontaria o meno, di scudi umani civili all’interno della struttura.

Mi ha incuriosito una notizia diffusa da un tg nostrano sulla città. Parlavano dei lavori in corso per rimuovere le salme dei morti sotto le macerie del Teatro di Mariupol per seppellirle in una fossa comune fuori dalla città. Mi è sembrato molto strano dato che appena pochi giorni fa un giornalista freelance americano si trovava all’interno del teatro e aveva ispezionato anche la cantina per ricercare eventuali corpi ma non aveva trovato nulla.

Ricordo bene che all’indomani del crollo del teatro era intervenuto il sindaco stesso, prima di fuggire come un normale civile attraverso i corridoi umanitari aperti dai russi, per dichiarare l’assenza di vittime confermando solo un ferimento. Nonostante ciò venne sempre ripetuta sui media la versione che prevede un numero di morti civili variabile tra i 300 ed i 500. Questa logica informativa sottende ad un fine ben preciso, quello di fissare nella memoria delle persone alcune notizie al fine di condizionarne il giudizio attraverso le sue emozioni, ne ho parlato con la dottoressa Sara Reginella psicologa.

In città sono iniziate due opere importanti. La prima riguarda lo stato della città, un recente articolo dell’Economist afferma, dall’esame di rilevi satellitari, che il 66% degli edifici civili nella città è integro, che ha subito danni da lievi a gravissimi il 33 % degli edifici che di questi il 90% fosse ad uso civile.

Buona parte della città quindi è per fortuna risulta integra, ora sono iniziati i lavori di sgombero dalle macerie. Squadre di militari e volontari stanno lavorando per liberare innanzitutto le strade.

Molti sono i cadaveri abbandonati in città e anche per loro si rende necessaria la sepoltura, ovviamente.

Secondo lavoro importante, sono all’opera squadre di esperti che tentano di capire come e quando siano stati uccisi quelli che appaiono come dei civili, che sono stati trovati vicino ad un ospedale morti da diversi giorni con le mani legate, ne ha parlato sempre Patrick Lancaster arrivato tra i primi sul posto con la sua telecamera, il fronte era a poco più di 200 metri da lui.

Non inserisco il video perchè troppo crudo ma potete visionarlo sul suo canale youtube.