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Esteri

Le visite di stato da barzelletta: Draghi Macron e Scholz a Kiev

La situazione sui vari fronti della guerra in Ucraina, la visita di Draghi Macron e Scholz a Kiev, la situazione difficile del Libano alla vigilia delle consultazioni per il nuovo governo

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Macron Draghi Zelensky Scholz e Johannis

DI STEFANO ORSI

Aree di crisi nel mondo n. 114 del 18-06-2022

Ucraina: la situazione dei fronti

Mentre procede il conflitto in Ucraina, si è tenuto il forum economico di San Pietroburgo in Russia.

Nel silenzio dell’Occidente che non vi ha partecipato. Erano invece presenti ben 150 Paesi, ovvero il Mondo era li e l’Occidente no.

Quando si afferma che la Russia sia isolata, non si dice esattamente il vero quindi.

Il giorno 17 ha parlato il Presidente russo Putin. Un discorso complesso e molto articolato che verrà esaminato e valutato nel dettaglio sul prossimo numero.

Il Presidente Putin è comunque stato chiarissimo nel dichiarare concluso l’”Ordine Unipolare del Mondo”, si passa ad una nuova fase multipolare ed economica che cambierà il Mondo per come lo abbiamo conosciuto.

Passiamo ai fronti attivi

Karkov

Sono stati catturati su questo fronte due mercenari statunitensi. Ora sono in prigione in attesa che si decida sul loro status.

Il fronte appare molto confuso, non riesce semplice tracciare la linea di un fronte. Probabilmente non esiste nemmeno, sono segnalati combattimenti da ambo le parti con gruppi che si combattono in parti distanti ed opposte dello scacchiere.

Balakliya

Sono segnalati scontri nei pressi del grande deposito di munizioni di epoca sovietica, il più grande d’Europa.

Non si riportano però superamenti dei fronti da parte di nessuno.

Sviatogorsk

Sono stati consolidati gli ultimi guadagni russi Sydorovo, Krasnopilya, Mazanovka, Kurulka.

Sviatogorsk 18-6-2022

Il fronte si sta assestando, occorre riparare il ponte di Sviatogorsk, perché c’è l’impellente necessità di ripristinare la viabilità al fine di portare al fronte tutti i rifornimenti che occorreranno per una offensiva importante come quella che porterà le truppe russe fino a lambire la periferia di Sloviansk, città persa dai separatisti, nel lontano 2014, poco dopo che gli Ucraini erano entrati nella cerchia urbana.

Sjeverodonetck

L’avanzata russa è ormai arrivata a circondare completamente l’area industriale chimica AZOT.

Sono entrati anche in alcuni punti del perimetro occupandone dei settori. Le forze ucraine al suo interno proseguono i combattimenti ma si registrano anche alcune defezioni. Gruppi di soldati di Kiev si sono già arresi.

Le stime sul numero di soldati all’interno dell’area, strutturalmente non dissimile dall’Azovstall di Mariupol, sono racchiuse in una forbice che va dalle minime 500 unità di soldati ai 2500. La struttura dell’Azot presenta livelli di costruzioni sotterranei, perfetti per nascondersi dai bombardamenti di artiglieria, meno per i bombardamenti pesanti con i bombardieri strategici.

All’interno della zona industriale, similmente a quanto accaduto a Mariupol, le forze neonaziste dell’Aidar avrebbero costretto a restare come scudi umani tra i 500 ed i 1500 civili, il primo tentativo di aprire un corridoio umanitario da parte russa è naufragato due giorni fa per via del continuo fuoco ucraino.

La notizia del giorno riguardante questo settore riguarda la cattura del comandante del Battaglione nazista AIDAR, è stato catturato dopo combattimenti all’interno dell’Azot, questo è un colpo gobbo per i russi che hanno messo le mani su un soldato chiave dello schieramento nemico.

Ci troviamo di fronte ad un nuovo Azovstall? Difficile a dirsi, se da un lato le premesse ci sono, dall’altro la triste fine dei nazisti dell’Azov, arresisi dopo innumerevoli perdite e sofferenze, senza contare il sequestro imposto ai civili tenuti in ostaggio ed ai veri crimini commessi contro i feriti, a cui è stato riservato un trattamento bestiale pur di non consegnarli nelle mani del nemico, obbligato a curarli dalla convenzione di Ginevra, causandone così molteplici mutilazioni di arti infetti e morti tra atroci sofferenze per le infezioni. Una volta arresisi le truppe russe hanno dimostrato di prendersi cura dei feriti, aggiungo che la Croce Rossa internazionale, sta avendo libero accesso a tutti i campi di detenzione dei prigionieri di guerra e anche nelle carceri dove sono detenuti i sospetti criminali e mercenari.

Presumo, anzi spero, che lo stesso libero accesso sia consentito alla Croce Rossa Internazionale per i prigionieri di guerra russi, circa 540 contro i circa 12.000 ucraini finora catturati o arresi.

Sulla condotta dei difensori dell’Azot potrebbe quindi pesare il fallimento della strategia di resistenza dei commilitoni di Mariupol.

Sergey Melnichuk è apparso ferito ma in piedi, ora lo attende una lunga prigionia. Credo abbia diversi capi di imputazione accumulati in questi 8 anni di guerra.

Lisichansk per ora appare come una roccaforte difficile da prendere, ma se le truppe russe dovessero riuscire a farsi strada da sud, ecco che allora diverrebbe fattibile anche questa impresa.

Popasna

Popasna ha assunto nuovamente attività presso le unità presenti, nei giorni scorsi le forze ucraine, ad esempio, hanno cercato di avanzare da ovest, mentre quelle russe sono avanzate a nord e in direzione di Zolote, situazione critica ormai presso Zolote, davvero schiacciata su diversi lati.

Popasna ed Artemosk

Una caduta di questa sacca porrebbe più di un problema agli Ucraini che si troverebbero le truppe russe molto vicine al lato sud di Lisichansk.

Donetck

L’aspetto più cruento del conflitto in questa fase si sta consumando a Donetck.

Questa capitale della Repubblica popolare omonima è sottoposta da giorni a continui bombardamenti, ogni giorno sono centinaia i colpi di artiglieria che piovono sui quartieri abitati della città.

La cosa da sottolineare è che si tratta di atti deliberatamente contro i civili.

Non vi sono combattimenti in città, ne truppe presenti, ne vengono cercati obiettivi militari, no.

Gli Ucraini stanno colpendo per scelta i mercati dove la popolazione fa la spesa, palazzi dove le persone vivono, scuole, e anche udite udite, hanno colpito un ospedale, ma non un ospedale qualunque, no, un ospedale pediatrico.

Se fossimo stati in un Paese normale, visto quanto accaduto la volta scorsa in cui era accaduto, anche adesso avremmo letto sui giornali o visto in tv i servizi e le immagini di questo crimine. Invece no, nulla è trapelato. Le due granate arrivate sul tetto hanno lasciato due voragini. La parte colpita era molto vicina al reparto prematuri con le incubatrici. Per fortuna i due piccoli che non potevano assolutamente essere spostati per ragioni mediche sono rimasti illesi. Tutte le pazienti con i figli erano state spostate all’inizio dei bombardamenti presso i piani interrati che fungono da rifugi. Fosse mai successo che una cosa simile l’avessero fatta i Russi ne avrebbero parlato per giorni.

La cosa più grave è che non vi sono combattimenti in Donetck, si tratta proprio di un atto voluto. I comandi ucraini vogliono colpire i civili della città ed ucciderne il maggior numero possibile e di vittime ce ne sono tutti i giorni.

Kherson

Unico teatro dove assistiamo ad una iniziativa ucraina sul campo.

Tentano nuovamente di attaccare la zona dove già avevano tentato alcune settimane fa e hanno pagato con pesanti perdite l’azzardo.

In seguito avevano provato più a nord ma con lo stesso risultato.

Ne scaturirono pesanti proteste in video da parte dei soldati ucraini dei reparti mandati allo sbaraglio, che denunciarono le perdite pesanti subite e l’assoluta mancanza di adeguato supporto.

Al momento non risulta che il supporto alle loro azioni sia mutato, prevediamo pertanto analoga conclusione.

Draghi, Macron e Scholz a Kiev

Il viaggio in treno di un italiano, un francese ed un tedesco si è concluso in maniera strana. Non ho davvero compreso lo scopo di questa puntata a Kiev, a parte la passerella. Un viaggio in treno venduto come avventuroso, il dialogo a porte chiuse in cui dicono di aver invitato Zelensky al dialogo, promesse solite di invio armi, sempre in numero inadeguato ma non ci sono alternative di nessun tipo e alla fine la ripartenza verso casa. L’inutilità fatta viaggio di stato.

Era presente anche il presidente rumeno, ma pochi se ne sono accorti.

Immancabile puntatina presso uno dei teatri del conflitto del primo mese.

Il giorno dopo ecco che arriva invece Boris Johnson e se i tre magi Gaspare Melchiorre e Baldassarre hanno cercato di invitare al dialogo, leggasi resa, Zelensky, fingendo che sia lui a decidere, ecco che BoJo invece lo esorta a combattere fino alla vittoria, concetto che andrebbe meglio definito ed adattato alla situazione.

BoJo ha ribadito che Londra e Washington vogliono che il conflitto prosegua fino all’ultimo ucraino, è un sacrificio che loro sono dispostissimi a compiere.

Il ministro degli esteri ucraino Culeba, intervistato senza alcun contraddittorio da SkyTG24, come fosse un megafono per la sua propaganda, tutte cose dette per l’analoga intervista a Lavrov, ha infatti ribadito che Kiev continuerà a combattere fino alla liberazione di tutta l’Ucraina, Crimea compresa, follia totale.

Nessuno ha fatto presente al ministro che al momento stanno ancora arretrando e che di armi difficilmente ne riceveranno in numero adeguato a far altro che rallentare l’avanzata russa.

Comunque sia questa è la situazione sui fronti di battaglia e dell’informazione in casa nostra.

Il 2 giugno si discuterà finalmente in aula del Parlamento sull’invio delle armi, si spera davvero che almeno vi siano un numero di parlamentari sufficiente a bocciare ogni ulteriore e, a mio giudizio, incostituzionale invio di armi all’Ucraina.

La situazione in Libano

Cambiamo area del mondo e passiamo momentaneamente in Libano, prossimamente esamineremo anche i potenziali rischi bellici tra Turchia e Grecia, ma non oggi.

Paese martoriato da incidenti e crisi politica, il Libano sta vivendo una profondissima crisi economica che vede il Paese affossarsi pian piano nella impossibilità di formare governi che curino davvero gli interessi del Paese.

La Costituzione libanese, nata in un periodo di forti tensioni e guerra, reca in se il seme della instabilità. Ogni componente politica deve trovare la sua quota fissa di rappresentanza nel Parlamento monocamerale, indipendentemente dalla percentuale di rappresentanza che ha nel Paese. Eredità delle necessità di trovare un accordo di pace tra le parti in lotta, questa clausola è causa di coalizioni innaturali e forzate alla convivenza governativa.

Il Paese ha subito la totale distruzione del porto a causa di una tremenda esplosione causata da un carico di Nitrato di ammonio, fertilizzante che in determinate condizioni diviene esplosivo, e che a causa delle centinaia di tonnellate presenti ha causato un’onda d’urto devastante.

In queste condizioni il Paese è tornato al voto, i governi si sono succeduti ma senza riuscire nell’imboccare una uscita dalla spirale di crisi in cui è precipitato.

Un mese fa, il 15 maggio, il Paese è tornato al voto, l’esito del quale ha riportato il calo leggero della coalizione di maggioranza, di cui faceva parte anche Hezbollah avevano 71 voti ora ne hanno 62, 9 seggi in meno imputabili non tanto al Partito di Dio quanto ai suoi alleati di coalizione.

Al momento il Libano non ha ancora un governo uscito dal voto, e nel frattempo Israele preme per sfruttare i giacimenti di gas sulla piattaforma economica esclusiva libanese, che confina con quella israeliana, gli USA premono perchè il Libano ceda lo sfruttamento, tale è la fame di gas che non sia quello russo.

https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/14/news/libano_israele_gas_confini_marittimi_energia-353898420/

La crisi alimentare si sta affacciando nel medio oriente e il Libano privo di risorse economiche potrebbe essere proprio il primo Paese a farne le spese.

Chiariamo, il grano c’è sui mercati, ma a causa degli accaparramenti di diversi Paesi ricchi, noi in poche parole, i prezzi sono alle stelle e loro come a seguire altri, non potranno comprarlo.

È questa la ragione che ha spinto l’India a bloccare le esportazioni di frumento, per evitare ce i suoi produttori vendessero a prezzo elevato all’estero e che al mercato interno potesse venire a mancare.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/mediooriente/2022/06/15/libano-aoun-il-23-al-via-consultazioni-per-nuovo-governo_24175f4a-981c-4878-9e00-e380b52307fd.html

Il Presidente Aoun ha annunciato il 15 giugno la convocazione dei rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per il 23 del mese per avviare le consultazioni per la nomina del prossimo premier, non credo avverrà già questa settimana ma avremo modo di seguire la situazione.