Mettiti in comunicazione con noi

Esteri

La vergogna ucraina sulla missione AIEA

La missione AIEA ostacolata pesantemente da Kiev che ha anche tentato di avvantaggiarsene per attaccare l’impianto nucleare. La situazione sui fronti durante l’offensiva ucraina su Cherson

Avatar photo

Pubblicato

su

mappa attacco di Kiev a Energodar

Aree di crisi nel mondo n. 124 del 4-9-2022

La missione dell’AIEA ad Energodar

Il conflitto procede nella sua discesa verso livelli sempre più bassi di stravolgimento delle regole e convenzioni da sempre ritenute inviolabili da parte dei contendenti.

Le missioni ONU sono state da sempre identificate come l’elemento super partes che va rispettato da tutti e che deve essere protetto da ogni parte in causa del conflitto al fine di preservarne sempre l’imparzialità e le caratteristiche di super partes da cui si genera l’autorevolezza.

Ebbene con i fatti di questa settimana abbiamo visto un chiaro esempio di come tutto ciò sia ormai dietro le nostre spalle e di come l’occidente abbia abbandonato ogni rispetto per queste istituzioni.

Cosa è accaduto?

Il 31 di agosto la delegazione ONU dell’agenzia AIEA, Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, è arrivata a Kiev.

Zelensky aveva infatti autorizzato la missione a patto che la stessa fosse giunta prima a Kiev e da li ripartita verso la centrale, sebbene molto più vicina atterrando a Sebastopoli in Russia.

Da Kiev sono partiti alla volta di Zaporizzja dove hanno passato la notte.

Ecco che a questo punto scatta una operazione militare di Kiev.

Una sessantina di militari ucraini delle forze speciali è entrato in azione con uno sbarco sulle sponde del vasto bacino del fiume Dnepr.

Le forze armate ucraine hanno dato copertura iniziando un pesante bombardamento sulla città di Energodar per ostacolare l’arrivo di rinforzi russi.

Nel frattempo la missione era partita e giunta in prossimità del fronte quando l’esercito ucraino la bloccava in attesa di conoscere l’esito dell’operazione.

Due altri barconi sembra siano stati portati in zona per sbarcare circa alti duecento soldati e attrezzature per prendere il controllo della centrale prima dell’arrivo della missione ONU.

Uno dei due barconi colpiti dalla reazione russa all’attacco presso Energodar mattina del 1-9-2022 immagine di libero uso diffusa dal ministero della difesa russo

I comandi russi hanno fatto intervenire elicotteri KA52 e caccia delle forze aerospaziali russe che hanno colpito e danneggiato un barcone, che si è poi arenato sulla spiaggia con i militari che abbandonavano il materiale e tentavano di raggiungere l’altra sponda a nuoto.

I primi sbarcati sono stati quasi tutti eliminati, sono stati trovati 38 corpi sulla spiaggia e altri saranno finiti in acqua.

Il secondo barcone pare sia stato affondato in mezzo al largo tratto di fiume.

Quando era ormai chiaro che il tentativo fosse fallito miseramente gli Ucraini hanno lasciato passare il convoglio della AIEA che in circa un’ora di viaggio ha raggiunto senza altri rallentamenti la centrale presso Energodar.

Qui guidata dal responsabile Rafael Mariano Grossi, è giunta verso le 13,30 e subito ha potuto ispezionare la struttura senza alcuna limitazione, anzi hanno affermato di essere stati lasciati anche da soli nelle ispezioni.

Hanno visionato i mezzi russi nei capannoni verificando che fossero mezzi telonati e non dei blindati come affermato da alcuni mezzi di informazione, e osservato i danni causati dai bombardamenti, la determinazione di chi li abbia eseguiti non credo sia campo di appartenenza alle loro specializzazioni, ma di certo possono comprendere che i Russi non si bombardino da soli.

Il capo delegazione ha anche potuto visionare i segni dei pesanti bombardamenti sulla città e parlare con i cittadini che gli hanno presentato una petizione per far cessare i bombardamenti ucraini sulla loro città.

Al termine della giornata parte della missione ha lasciato la struttura per fare ritorno a Zaporizzja e da li poi rientrare alla sede ONU dove martedì verrà svolta la sua relazione al Consiglio di Sicurezza ONU.

Sei tecnici si sono fermati fino ad oggi domenica e forse anche lunedì prima di rientrare con i dati raccolti, ma alcuni tecnici dovrebbero fermarsi in maniera permanente dato il riscontro della violazione dell’integrità comprovata dalle loro osservazioni. Il responsabile Grossi, usando toni diplomatici si è detto preoccupato a causa dei danni inferti alla struttura durante questi attacchi.

Il Presidente Zelensky si è dichiarato deluso dall’esito della missione.

Forse si attendeva che confermassero la sua versione secondo la quale gli occupanti la centrale fossero usi a bombardarsi da soli, come del resto qualche testata ha provato a scrivere in spregio dell’intelletto dei suoi lettori. ( https://video.repubblica.it/dossier/crisi_in_ucraina_la_russia_il_donbass_i_video/i-russi-bombardano-la-cittadina-di-energodar-di-fianco-la-centrale-di-zaporizhzhia-prima-dell-and-8217arrivo-della-missione-aiea/424379/425334 )

Cosa ha tentato di ottenere l’Ucraina con questo tentativo, forse ripetuto con esito ancora peggiore nella notte tra il 2 ed il 3 settembre, ma non ho conferme su questo, perchè tentare una operazione tanto esecrabile?

La risposta è tutto sommato semplice.

L’arrivo della missione ONU offriva una opportunità, quella di avere le forze russe concentrate sulla sicurezza della missione e meno sulle difese del settore.

Contavano che magari avrebbero ritirato parte delle truppe in difesa del settore e quindi avrebbero avuto una possibilità di agire con velocità e determinazione per prendere il controllo della centrale.

Una volta ottenuto e con la missione in arrivo, avrebbero potuto chiedere che si fermasse per impedire la controffensiva russa e mantenerne il controllo per un certo periodo di tempo, accusando i Russi di mettere a rischio la struttura se avessero attaccato per recuperarne il controllo.

Un atto di una viltà e spregiudicatezza senza pari.

In vita mia non ricordo un atto simile, che abbia violato in un colpo solo tante regole che si applicano ai conflitti e quando sia coinvolta una missione delle nazioni unite.

Tanto è grande la gravità di questo atto tanto è grande il silenzio che i media occidentali hanno posto su di esso.

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/fuoco-su-zaporizhzhia-attesa-missione-aiea-centrale-2063109.html

Qualcosa è passato dalle maglie della censura anche dalle dichiarazioni della missione stessa che hanno parlato dei combattimenti avvenuti nella mattinata.

Zelensky chiede la smilitarizzazione della centrale, quando lui per primo aveva posto al suo interno gruppi di soldati armati per difenderla con la forza dall’arrivo dei russi e che oggi cerca di prenderne il controllo con azioni di forze speciali.

Martedì si svolgerà la riunione del Consiglio di Sicurezza cui dovrebbe partecipare la delegazione russa guidata dal Ministro degli Esteri Lavrov ma ad oggi non risulta che gli USA abbiano ancora rilasciato un solo visto per i membri della delegazione.

Situazione sui campi di battaglia.

Proseguono i pesanti scontri sul fronte di Cherson

Immagine tratta da Google maps di libero uso e modificata dall’autore Cherson la situazione dei fronti

In questa settimana le truppe di Kiev hanno iniziato la famosa e tanto pubblicizzata offensiva di agosto, quasi fuori tempo massimo.

È infatti iniziata allo scadere del giorno 29, le truppe ucraine si sono concentrate su 4 direttrici di attacco principali, una da nord dal settore di Krivoi Rog, uno sul centro nel settore di Adreevka, uno poco sotto tra Myrne e Novomikolayvka e uno a sud tra Pokrovske e Aleksandrovka.

4 settori sono davvero troppi.

Secondo le nostre stime l’attacco è portato con circa 20.000 soldati appoggiati da un numero di carri e blindati maggiore rispetto al solito, carri T72M1 di fornitura polacca, BMP1 in parte ucraini in parte polacchi o di altri paesi, YPR 765 olandesi derivati dagli M113 statunitensi, mezzi blindati turhi ACV19 sempre derivati dal M113 ed altri. Sono presenti nuovamente droni di vario tipo, da quelli commerciali ai Bayraktar TB2 e alcuni caccia da combattimento dei quali sono stati abbattuti 4 SU-25, 2 Mig 29 e circa 4 elicotteri.

Probabile si tratti di caccia forniti dagli stati ex patto di Varsavia in quanto lanciano anche missili di produzione statunitense AGM 88 HARM, sistema antiradar che può funzionare sia in modalità di ricerca, individuando le fonti di emissione e colpendole sia con coordinate preimpostate.

Questo ha spinto le difese aeree russe a ridurre, molto probabilmente la potenza emissiva dei sistemi radar per preservarli in attesa di altre contromisure, permettendo in tal modo l’uso dei droni precedentemente abbattuti entro poco.

Anche questa ennesima fornitura USA non fa che innalzare i rischi di una escalation del conflitto, spingono l’asticella sempre più in la senza preoccuparsi se poi presto o tardi essa cadrà rovinosamente.

La divisione su più fronti di queste unità ucraine, sono impegnate diverse brigate, ci da l’idea di una potente offensiva ma rappresenta anche la sua maggiore debolezza.

Sparpagliare le forze su più fronti impegna il nemico, i Russi in questo caso, in una battaglia complessa e pesante ma impedisce anche agli attaccanti di concentrare le forze su un solo punto creando così quella massa critica sufficiente a superare le difese e penetrare in profondità.

Finora a distanza di una settimana dall’inizio i guadagni di questa operazione sono stati modesti mentre le perdite umane e di materiali sono state enormi.

Si parla di quasi 3000 soldati uccisi e di un numero molto più elevato di feriti.

Le foto trapelate da siti ucraini ci presentano file di cittadini di Odessa, Nikolaev e Krivoi Rog in attesa di donare il sangue per curare i feriti, file di ambulanze fanno spoletta e sfrecciano sulle strade tra gli ospedali e i fronti.

Un numero alto di perdite di certo ci sono anche da parte russa ma il terreno estremamente pianeggiante, il massiccio ricorso ad una devastante artiglieria e il fatto di doversi difendere e non attaccare, rappresentano un enorme vantaggio per i soldati di Mosca che lo sfruttano al meglio.

L’uso intenso di sistemi antitank causa notevoli perdite di mezzi agli ucraini. Sul campo sono stai segnalati moderni T90M in passato usati solo in rare occasioni.

Il punto di maggior pressione dell’offensiva appare quello centrale di Andreevka.

Qui le forze ucraine attraverso 3 pontoni, hanno attraversato il fiume Inhulec sono penetrate per circa 10 Km, ma non sono riuscite ad allargare il saliente, ora sviluppato solo in lunghezza e non in larghezza, ben si presta quindi ad azioni di controffensiva sui fianchi tesi a spezzarlo isolando le unità avanzate, cosa che peraltro è in corso in queste ore.

Fronti nord e centrale, mappa tratta da google maps e elaborata dall’autore

La misura delle perdite ucraine inizia a trasparire, la vicenda della 128a brigata di montagna Transcarpazia sta circolando.

Impegnata nelle prime ore dell’offensiva, avrebbe subito tali e tante perdite da divenire non più operativa ed è stata ritirata dal fronte.

Tale unità appartiene al raggruppamento nord ovest del paese con sede a Mukachevo.

A causa del numero elevatissimo di perdite, il governo regionale transcarpato ha dichiarato un giorno di lutto per il 2 settembre.

Questa unità era presente anche durante la gloriosa vittoria delle forze di Donetck e Lugansk contro gli occupanti ucraini presso Debaltzevo, dove sconfissero gli ucraini causando loro gravissime perdite ed infine una rovinosa fuga lungo la via per il territorio sotto occupazione di Kiev.

Erano anche presenti presso Severodonetck questa estate dove sono state sconfitte dalle unità russe e della LPR.

Questa unità è considerata d’élite in Ucraina e per questo viene dispiegata sui fronti più difficili.

Fronti meridionali di Cherson, mappa tratta da google maps ed elaborata dall’autore

Il loro impiego si è svolto propri nel settore del fronte di Adreevka presso Davydiv Brod e Sukhy Stavka, punti di difficile avvicinamento e che sono costati loro carissimo, non solo alla truppa ma anche agli ufficiali superiori compreso il loro comandante.

In definitiva, questa offensiva appare più numerosa delle precedenti e più articolata, ma avendo diviso le forze, non appare avere le potenzialità di essere risolutiva.

Se le difese russe terranno a questo livello, durerà più a lungo di certo delle precedenti, ma il suo esito non sarà differente, dopo l’arresto a causa dell’impossibilità a proseguire in avanti, arretreranno nuovamente e i Russi recupereranno le poche posizioni finora cedute agli Ucraini.

La visita del Presidente Putin a Kaliningrad

Il Presidente Putin ha presenziato presso Kaliningrad all’inizio dell’anno scolastico, lungo il percorso cittadino si è fermato per salutare i cittadini che lo attendevano, ha visitato le autorità ed i vertici militari locali.

Questa visita mi ha preoccupato e ne ho discusso con l’analista e cofondatore della piattaforma Geopoliticalcenter che ha lo pseudonimo di “Virgilio”

Sugli altri fronti si sta vivendo un momento di relativa quiete, o meglio, proseguono i bombardamenti ed i combattimenti ma su posizioni che si sono mantenute inalterate in questi giorni.

Sulla crisi dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dell’erosione del potere di acquisto dei nostri stipendi, abbiamo discusso con l’analista economico, articolista de L’Antidiplomatico, Giuseppe Masala.