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La quiete prima della tempesta

La situazione in Ucraina sta peggiorando ulteriormente, la strategia russa funziona, gli USA potrebbero tentare di entrare in Ucraina sfruttando una False Flag. Un gioco molto pericoloso

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Aree di crisi nel mondo n. 131 del 23-10-2022

La quiete prima della tempesta

L’attuale situazione sui fronti altro non è che il passaggio tra l’una fase, quella della Operazione Militare Speciale russa in Ucraina, e la seconda che è la guerra vera e propria come noi la intendiamo.

Il repentino cambio di obiettivi impresso dal generale Surovikin, che ha assunto il pieno controllo di tutte le operazioni legate al conflitto è stato estremamente netto e determinato.

Tanto ci avevano abituato i comandi russi a attacchi spot alle infrastrutture ucraine, tanto ora il comandante in capo Surovikin ci fa comprendere come si svolga una sistematica campagna di demolizione in ottica di ottenere un preciso risultato finale, il blocco totale di ogni capacità residuale ucraina di produrre armi o riparare quelle esistenti.

L’Occidente non ha la possibilità di sostituirsi in toto alle produzioni o lavorazioni nel Paese.

L’occidente non può nemmeno fornire un numero di impianti elettrogeni di adeguata potenza e in quantità tale da riuscire a sopperire alla incapacità di produzione o di distribuzione della corrente elettrica nel Paese.

Le forze armate russe non attaccano di certo le centrali nucleari attive nel Paese, Rivne, Pervomaisk, Cmelnickyi, ma vengono sistematicamente demoliti i trasformatori necessari per trasferire la corrente prodotta nella rete di distribuzione.

Mediante questa strategia le centrali nucleari devono ad un certo punto essere messe in sicurezza e spegnimento data l’impossibilità di distribuire l’energia prodotta, di fatto divengono inutili.

Cosa viene esattamente colpito?

I Trasformatori delle reti di distribuzione, o le centrali termoelettriche e idroelettriche direttamente per quanto riguarda la produzione non nucleare.

Chiaramente nelle reti idroelettriche non si colpisce la parete contenitiva del bacino, ma i locali dove hanno sede le turbine e i generatori.

Le reti in Ucraina credo siano ancora di tipo tradizionale verticale, ovvero con l’energia prodotta in grandi centrali, “Bulk Generation”, e diretta poi verso il carico.

La rete tradizionale è di facile gestione rispetto a quelle di nuova generazione “orizzontale” che risultano molto più difficili da gestire ma più sicure dal punto di vista della continuità dell’erogazione.

Distruggere i trasformatori significa impedire il trasporto dell’energia a distanza per raggiungere i luoghi dove essa deve essere consumata. Le centrali termoelettriche oltretutto, fungono anche da teleriscaldamento per le grandi città, pertanto la loro fermata e distruzione priva dell’energia e del riscaldamento milioni di cittadini ucraini.

Mancando l’energia elettrica a cascata, nella società moderna, vengono a mancare tutte le caratteristiche che distinguono la nostra società da quella medioevale, i frigoriferi, il gas in casa, l’acqua corrente potabile, la connessione telefonica e alla rete internet, l’accesso anche minimo alle informazioni.

Dapprima i nostri media, sempre corti di veduta, hanno pensato che gli attacchi fossero una rappresaglia per l’attentato al ponte di Kerchi compiuto dagli Ucraini.

Così non era, via via che la campagna di demolizione procede, appare drammatica la prospettiva futura per Kiev.

L’incapacità a sostenere la popolazione, ad organizzare la distribuzione capillare di risorse che non ci sono, cibo, acqua, gas, anche la legna tagliata manca, quella verde non brucia, e se anche ci fosse, non ci sono le stufe, presto o tardi la popolazione migrerà e lo farà verso le nazioni in grado di sostenerle, principalmente quindi da nord-ovest migreranno verso Polonia e Germania, Paesi la cui popolazione già mal sopporta la presenza dei migranti ucraini della prima ondata, da est, sempre che lo permettano gli Ucraini, molta popolazione cercherà invece di raggiungere la vicina Russia.

Ricordo che secondo i dati ONU, la Russia è il Paese che ospita il maggior numero di migranti dall’Ucraina a causa del conflitto, quasi 3 milioni.

La migrazione causerà la perdita di manodopera, l’incapacità del Paese a mantenere servizi minimi di base, sanità, pagamenti di stipendi e pensioni, persino le paghe dei soldati o alle loro famiglie.

Arrivando l’inverno pesante la situazione si farà del tutto insostenibile e Kiev potrebbe essere costretta a firmare la resa.

L’onere ed il costo della ricostruzione passerebbero allora per intero a carico della Russia e, aggiungo io, anche della Cina che già aveva mostrato molto interesse per le risorse ucraine.

La Moldavia collasserebbe a sua volta per le rivolte della popolazione, già oggi insofferente al malgoverno della filo unionista Sandu.

Il gas è arrivato a prezzi totalmente fuori dalla portata delle tasche dei moldavi, e in molte regioni cova la rivolta, nella capitale ci sono già oggi presidi fissi di protesta con tende piantate nelle piazze della capitale.

(https://www.torinoggi.it/2022/10/11/leggi-notizia/argomenti/economia-4/articolo/il-governo-moldavo-vuole-armarsi-e-chiede-i-mezzi-alla-nato-e-alla-ue.html)

Gli aiuti militari all’Ucraina – i sistemi antiaereo e antimissile –

La Germania ha inviato alcuni sistemi di difesa aerea e antimissile all’Ucraina, sono state messe a guardia e difesa delle infrastrutture strategiche della capitale, il sistema IRIS-T, gli ISA avrebbero inviato un sistema NASAMS e altri Paesi come la GB dei missili per il sistema statunitense. Il problema risiederebbe nel fatto che gli Ucraini avrebbero usato i sistemi inviati per abbattere una parte dei droni Geran 2 lanciati dai Russi contro gli obiettivi da distruggere, il numero elevato di droni avrebbe presto esaurito le disponibilità di missili già inviate e i comandi ucraini si sarebbero già rivolti alla Germania per avere al più presto altri missili, pare che da Berlino abbiano risposto che ciò che era a disposizione lo hanno inviato. Anche da parte USA sarebbe arrivata una risposta simile.

Il nocciolo del problema sta nei costi, un sistema IRIS-T o un NASAMS lanciano missili che hanno un costo di svariate centinaia di migliaia di dollari per abbattere un drone che porta una testata esplosiva da 40-50 Kg e che è oltretutto molto preciso, m che ha un costo non superiore ai 10.000 dollari.

Altri Paesi come l’Italia o la Spagna invieranno alcune batterie e missili del sistema SPADA, la spada sembra invii anche vecchie batterie del sistema HAWK, prodotto dalla Raytheon negli anni 60…

Insomma, non esiste la possibilità di sostituire i mezzi di difesa aerea ucraini che oramai sono agli sgoccioli per quanto attiene a disponibilità di radar e missili.

https://www.washingtonpost.com/world/2022/10/20/air-defenses-ukraine-missiles-russia/

A fianco del ruolo di cambio di gioco dei droni di produzione iraniana ( sebbene sia gli Iraniani che i Russi neghino gli scambi) dobbiamo annotare un deciso aumento della presenza di droni interamente russi, i Lancet 3.

https://en.wikipedia.org/wiki/ZALA_Lancet

Anche questi mezzi, molto più piccoli e di minor autonomia di volo, stanno causando notevoli danni alle truppe di Kiev.

Sulla carta gli Ucraini disponevano di alcune migliaia di droni suicidi statunitensi, ma l’inefficacia di questi sembra essere dovuta ad errori progettuali per operare in ambiente ad elevato livello di guerra elettronica.

La situazione in Ucraina sta degenerando velocemente.

Le voci di una preparazione di una nuova grande offensiva si vanno intensificando.

Cherson appare la meta più indicata, ma Zaporije strategicamente sarebbe un bottino più importante per Kiev, separare la via di terra per la Crimea dalla Russia rappresenta un vantaggio di prim’ordine.

L’urgenza di ottenere risultati importanti è per Kiev un imperativo categorico.

Le elezioni di mid term in USA incombono ed i sondaggi non danno vincente Biden.

Le recenti dichiarazioni di leader repubblicani che non fornirebbero come cambiali in bianco le armi agli ucraini, suonano come un rallentamento delle forniture da Washington, un campanello d’allarme non ignorabile da Kiev, che ora ha come obiettivo primario riportare i sondaggi in favore dei Democratici USA.

La situazione che più preoccupa però riguarda due esercitazioni nucleari USA e NATO in corso contemporaneamente e che coprono l’intero globo terracqueo.

Questo comporta la sovrapposizione di queste “esercitazioni”, Steadfast noon 2022 e Global Thunder 2022, alle esercitazioni russe GROM che la Russia ha annunciato per fine ottobre.

In settimana ha avuto luogo una telefonata tra il ministro della difesa russo Shoigu e il suo omologo statunitense Lloyd Austin.

Non si conoscono i dettagli sui contenuti, ma si ritiene siano attinenti il conflitto in corso e i rischi legati alle esercitazioni concomitanti.

La presenza militare ai confini ucraini

In questi ultimi giorni ci troviamo di fronte ad una possibile ulteriore escalation.

Da un lato la Bielorussia si sta mobilitando con il massimo sforzo, l’esercito bielorusso che normalmente conta 65.000 effettivi, avrebbe richiamato almeno 150.000 riservisti, sono poi giunti migliaia di altri riservisti dalla Russia.

In aggiunta ai 9000 riservisti giunti finora, ma pare ne stiano arrivando altri, sono stati spostati su territorio bielorusso dei caccia, compresi i Mig 31 abilitati al trasporto e al lancio dei missili ipersonici Khinzal.

A gennai erano state spostate qui diverse batterie di missili antiaerei S400 in aggiunta alle difese aeree bielorusse.

L’esercito bielorusso è schierato in formazioni difensive sia a ovest che a sud.

La Russia ha iniziato a spostare i primi reparti di riservisti che hanno completato l’aggiornamento e stanno raggiungendo i settori di assegnazione, principalmente Lugansk e Cherson.

Dal lato occidentale devo segnalare video che mostravano presenza polacca e lituana ai confini con la Bielorussia e con l’Ucraina.

Nei mesi scorsi molti reparti corazzati sono stati spostati in Polonia.

F22 statunitensi sono stati ridispiegati in Germania, al momento sono presenti anche squadroni di bombardieri B52 e B2 per via delle esercitazioni nucleari.

In Romania sono schierati molti reparti della NATO, tra cui, se non erro anche alcuni italiani, forze USA tra le quali spicca la presenza aggiuntasi da due giorni della 101ma divisione aviotrasportata, le aquile urlanti, che tanto si distinsero nella seconda guerra mondiale essendo stati lanciati durante il D-day in Normandia.

Questa unità in particolar modo, preoccupa in quanto tutto è fuorché una unità difensiva.

Per sua formazione, e preparazione, la 101ma è l’unità principale per le offensive degli USA.

Si tratta di 4700 soldati spostati con tutta la loro dotazione di mezzi in questo difficile settore.

https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2022/10/23/ucraina-101/ma-divisione-assalto-usa-dispiegata-in-romania_8788c689-21c9-4254-91a4-bc4d84819610.html

https://www.swissinfo.ch/ita/tutte-le-notizie-in-breve/ucraina–101-ma-divisione-assalto-usa-dispiegata-in-romania/47999866

Sono schierate in Romania le forze della 101a sono state dispiegate nel giugno luglio scorso in occasione delle esercitazioni a fuoco congiunte con l’esercito rumeno.

I fronti ucraini

Vi sono fronti con alterne iniziative.

A nord i russi si sono portati a ridosso di Gorobovka prendendo il controllo di un tratto di ferrovia.

Più a sud tra Svatovo e Kreminna, gli ucraini hanno tentato ieri uno sfondamento delle difese russe, ma sono stati respinti.

A est di Kreminna, i Russi sono ancora sulle posizioni recuperate di Terny e Torske.

Artiomosk

Proseguono i combattimenti, i musicisti della Wagner stanno procedendo con l’accerchiamento della città, gli Ucraini inviano continuamente rinforzi per mantenere per quanto possibile la linea delle difese.

Su Donetck e Zaporije non ci sono particolari cambiamenti.

Su Energodar gli Ucraini hanno fallito un ennesimo tentativo di conquistare con le armi la centrale nucleare, stavolta si son gettati all’assalto con 37 imbarcazioni da gommoni a mezzi più corposi.

Cherson

Prosegue l’evacuazione della città di Cherson, il più velocemente possibile.

La cosa preoccupante è che gli ucraini abbiano ordinato di evacuare i civili dalla vicina Nikolaev, non è chiaro il significato di questa misura mai presa in precedenza, anzi, in genere i comandi ucraini hanno sempre ordinato di farsi scudo dei civili bloccati a forza nelle città.

La anomalia troverebbe una possibile spiegazione nella ventilata organizzazione di una “false Flag” da parte ucraina, la serie di telefonate tra il ministro Shoigu e i suoi omologhi di USA, Francia, Turchia, GB e ora nuovamente USA, sono state all’insegna dell’informare che un uso di ordigno nucleare sporco da parte ucraina avrebbe conseguenze.

In occasione di altre voci non ci sono mai state simili azioni frenetiche da parte russa.

Macron a Roma

Immagini istituzionali di liber uso modificate dall’autore

Questa sera il Presidente Macron è arrivato in Italia e nel giorno dell’assunzione ufficiale dell’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni è chiamata ad un incontro definito “Informale” con il Presidente francese presso Sant’Egidio.

Domani Macron incontrerà anche il Papa.

Sono praticamente certo che esista una linea diretta tra Eliseo e Berlino, non altrettanto tra Eliseo e Palazzo Chigi.

Quella che inizia ha l’aria di divenire una settimana calda e per ora ci godiamo la quiete prima della tempesta.

L’addio di Liz Truss

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Liz Trus se ne va, sconfitta da una lattuga, in maniera insignificcante tanto quanto era arrivata alla poltrona di Primo Ministro, non si sa per quali meriti, unica nota significcativa della sua carriera è che non c’è mai stato nessun primo Ministro britannico tanto in gamba nel farsi caccciare a pedate dopo soli 44 giorni