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Nuovo tentativo di GOLPE e destabilizzazione in Bolivia

Il presidente della Bolivia, Luis Arce, ha annunciato, lo scorso venerdì a mezzanotte, che il censimento della popolazione e delle abitazioni, sarà effettuato il prossimo 23 marzo 2024 e che la distribuzione delle risorse sarà effettuata a settembre di quello stesso anno.

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Di Maddalena Celano

Nuovo tentativo di GOLPE e destabilizzazione in Bolivia

Il nuovo pretesto: il censimento della popolazione

Una marcia ufficiale si è scontrata con gli scioperanti che hanno paralizzato la cittàsi Santa Cruz, per 21 giorni, per chiedere un censimento anticipato.

 Il governo non cede e fissa il censimento per marzo 2024.

Il presidente della Bolivia, Luis Arce, ha annunciato, lo scorso venerdì a mezzanotte, che il censimento della popolazione e delle abitazioni, sarà effettuato il prossimo 23 marzo 2024 e che la distribuzione delle risorse sarà effettuata a settembre di quello stesso anno.

Inizialmente, il censimento era stato fissato per il prossimo settembre, ma lo scorso luglio il governo l’ha posticipato al 2024, per problemi tecnici, e per la necessità di ottenere “dati di qualità”, “depoliticizzando” il processo. L’ultimo censimento, che è stato effettuato in Bolivia, risale al 2012, e le leggi del paese stabiliscono che questa “consultazione” debba essere effettuata ogni 10 anni.

“Voglio annunciare due decisioni, la prima, il censimento nazionale della popolazione e delle abitazioni avverrà il 23 marzo 2024, la seconda, sulla base dei risultati preliminari, la distribuzione delle risorse sarà effettuata nel  settembre dello stesso anno”, ha dichiarato il Presidente L. Arce.

La decisione del presidente viene annunciata al 21° giorno dello sciopero a tempo indeterminato nella regione di Santa Cruz, motore economico del Paese, che guida le misure di pressione con l’obiettivo che il censimento venga anticipato per il 2023 e che i suoi dati vengano applicati nel 2025, anno in cui siano previste le elezioni presidenziali.

Il presidente ha ricordato che, dopo aver ricevuto le raccomandazioni della commissione tecnica, che ha lavorato per ben quattro giorni, nella città amazzonica di Trinidad, con “l’inalienabile volontà di scommettere sul dialogo” e con la “responsabilità” che i boliviani gli hanno affidato, nell’ottobre 2020, si determina  che lo svolgimento del censimento debba essere effettuato il primo trimestre 2024.

ATTI DI DESTABILIZZAZIONE

Il presidente ha affermato che, “ancora una volta, il Paese è stato minacciato da tentativi destabilizzanti di alcune persone che intendono sconvolgere l’ordine democratico”.

“Un atto tecnico, come un censimento, in nessun altro Paese del mondo sarebbe diventato un “pretesto politico” per destabilizzare un governo”, ha affermato riferendosi al conflitto sul censimento di Santa Cruz.

Il presidente ha convocato “tutte le correnti democratiche” del Paese o “quelle che esistono all’interno del Comitato inter-istituzionale (di Santa Cruz) per fermare la via alla violenza e i tentativi di infrangere l’ordine costituzionale”.

“Purtroppo si è insistito per uno sciopero civico nel dipartimento di Santa Cruz, che in 21 giorni ha causato quattro morti e centinaia di feriti” e “danni enormi per l’economia” cercando “un’escalation di violenza razzista”, ha affermato Arce. Infatti, il conflitto sul censimento ha già provocato quattro morti, diversi feriti e detenuti, addetti stampa picchiati, saccheggi e persino incendi della sede della Federazione Unica dei Lavoratori Rurali di Santa Cruz, tra le altre istituzioni. Infatti, gli uffici della Federazione dei Contadini di Santa Cruz, legati al partito al governo, sono stati bruciati dai manifestanti dell’opposizione. I settori sociali e sindacali e i trasportatori legati al Movimento per il Socialismo (MAS), hanno marciato questo venerdì a Santa Cruz, per respingere lo sciopero a tempo indeterminato con cui si chiede che il censimento della popolazione e degli alloggi sia effettuato nel 2023 e non nel 2024, come definito governo.

Come è facilmente intuibile e prevedibile, questo sciopero ha come obbiettivo principale quello di “bloccare”  l’ economia del paese e creare disagio all’ intera popolazione, per sollecitare un cambio di governo: infatti, una delle tecniche maggiormente utilizzate, è quella di intralciare strade ed autostrade per inibire lo spostamento dei cittadini e il trasporto delle merci e, quindi, svuotare le officine, gli uffici, tutti i luoghi di lavoro, i mercati e i supermarket. L’ intendo è chiaro: attaccare e indebolire il governo di sinistra.

Alcuni dei manifestanti filogovernativi hanno sbloccato alcune strade ed autostrade che gli scioperanti hanno chiuso all’accesso pedonale e veicolare, per ben 21 giorni.

Infatti, bisognerebbe ricordare ai più che, Santa Cruz, è controllata dall’ ex destra golpista che portò al potere, attraverso un golpe militare violento, nel 2019, la razzista e classista Jeanine Anez. La regione di Santa Cruz,  controllata dall’opposizione di destra, un’ opposizione “borghese” (l’ area più ricca della regione) e legata alla finanza internazionale, sta boicottando il primo governo contadino/indigeno (subito dopo l’ esperienza di Evo Morales) di Bolivia.

La mobilitazione ufficiale si è scontrata con i manifestanti dell’opposizione. Si sono verificati scontri con pietre, bastoni e petardi. Gli abitanti di Santa Cruz si sono organizzati con l’aiuto di giovani legati al comitato civico di Santa Cruz, un conglomerato civile-imprenditoriale, e hanno respinto i manifestanti filo-governativi, mentre la polizia è intervenuta sparando gas lacrimogeni.

Il governatore di Santa Cruz è Luis Fernando Camacho, l’ uomo di estrema destra che, del 2019, prese pienamente parte al golpe contro Evo Morales, “sponsorizzando” la golpista Anez. Un oligarca, fondamentalista religioso, formatosi in Spagna e vicino ai settori franchisti, storicamente ostile ad Evo Morales, ai contadini e alle comunità indigene. Camacho ha fondato tutta la sua carriera politica sulla “provocazione”, sull’ autoritarismo militarista e religioso e sull’ appoggio fornitogli dagli USA e dalla propaganda della CNN. Un esperto di “provocazioni”, con un curriculum vitae ben connotato, e il chiaro appoggio della propaganda statunitense è l’ arma (spuntata) con cui i liberal-atlantisti (compresi molti dei nostri “sinistrati”) tentano ancora di minare la “nuova valanga rosa” latino-americana. 

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