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Esteri

Il fango frena le operazioni in Ucraina

la situazione sui fronti è stabile a causa del fango che blocca i mezzi e i soldati immersi nel fango delle trincee. La situazione della campagna bellica, Cherson, l’ordine di evacuazione della città, Kiev costruiscono difese e trincee tutto attorno alla capitale. Siria e campagna aerea turca. Iran e SCO.

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immagini di libero uso rielaborate dall'autore

Aree di crisi nel mondo n. 136 del 27-11-2022

Questa settimana di conflitto in Ucraina è stata all’insegna del maltempo.

Aumentano foto e video di soldati che letteralmente sono immersi nel fango.

Le immagini delle trincee con attorno alberi rasi al suolo che un tempo erano boschi, ci riportano alla mente le fotografie di guerra riprese durante la 1° guerra mondiale sul fronte della Somme, con un paesaggio lunare a separare i fronti.

La stessa cosa appare sull’unico fronte realmente attivo questa settimana che è quello attorno ad Artiomosk.

Su questo fronte i “musicisti” della PMC Wagner sono ormai nuovamente all’interno della cerchia urbana, tutti gli sforzi ucraini con l’ultima controffensiva sono stati annullati.

Prosegue la campagna russa contro le infrastrutture elettriche ucraine.

Un altro raid russo ha devastato nuovamente le infrastrutture elettriche in Ucraina.

Occorre eliminare un fraintendimento comune tra i media occidentali che presentano questa campagna come rivolta contro la popolazione.

L’intento della nostra propaganda bellica è chiarissimo, far passare come vendetta contro la popolazione i mancati guadagni sul terreno di battaglia.

Non è assolutamente così.

Per comprendere bene la natura di questi obiettivi occorre tornare con la memoria al 1999 quando la NATO aggrediva un Paese sovrano senza alcuna minaccia da parte di questo contro di essa, la Serbia.

Da subito, ovvero non appena partì la campagna aerea supportata da circa 1000 caccia occidentali, compresi quelli italiani, l’obbiettivo primario dell’Alleanza offensiva di Bruxelles furono proprio le centrali elettriche.

Spegnere il Paese era la priorità assoluta.

Questo perchè toglie al nemico la possibilità di mantenere la produzione industriale senza richiedere la totale distruzione di questa.

Ancora si possono trovare in rete gli articoli di allora…consiglio a chi fosse interessato, di stamparseli e di salvarli perchè presto li faranno sparire.

https://www.washingtonpost.com/wp-srv/inatl/longterm/balkans/stories/belgrade052599.htm

Si legge all’interno di questo: “Officials at the Pentagon and at NATO headquarters in Belgium said allied jets deliberately attacked the power grid, aiming to shut it down more completely and for longer periods than at any time previously in the two-month-old air campaign. U.S. officials estimated the attacks had shut off power to about 80 percent of Serbia.
Allied officials said the attacks were intended to disrupt operations by the Serb-led Yugoslav military in Kosovo, the focus of the conflict, and not target civilians. But by increasing the hardship of ordinary citizens, alliance leaders also appeared to be seeking to encourage public disaffection with the government of Yugoslav President Slobodan Milosevic. “

https://www.washingtonpost.com/wp-srv/inatl/longterm/balkans/stories/belgrade050399.htm

https://www.washingtonpost.com/wp-srv/inatl/longterm/balkans/stories/albania050499.htm

Il bombardamento proseguì in maniera massiccia, con centinaia di missioni al giorno per circa 90 giorni.

Colpiti quartieri civili, treni passeggeri, autobus, ponti con traffico civile, ospedali e pure una ambasciata, quella cinese, si scusarono per l’errore, dissero…

Oggi avviene la stessa operazione, ma i nostri media dicono che non sia rivolta contro la macchina bellica ucraina, ma contro i soli civili, e come ben scrissero allora, niente è falso come questo.

Eliminare l’elettricità in un periodo in cui tutto viaggia in rete significa creare enormi problemi al personale per mantenere aperti i collegamenti.

Mancanza di corrente per i cellulari e mancanza di alimentazione ai ripetitori, non occorre distruggerli quindi come nemmeno distruggere del tutto le ferrovie.

Gli ospedali, ogni ospedale, possiede gruppi elettrogeni per mantenere attiva l’erogazione, non restano certo al buio. Il carburante in Ucraina c’è perchè gli forniamo tutto ciò che occorre per la guerra gasolio compreso.

Il fine quindi è lo stesso di allora, fermare la capacità industriale del nemico, e non lasciare al freddo la popolazione.

Cherson

Le autorità ucraine hanno deciso di evacuare la città di Cherson come anticipato giorni fa, troppo complesso rifornire di tutto la città che oltretutto a causa dei danni che gli Himars avevano causato durante la fase in cui era sotto controllo russo, era senza corrente ed acqua o riscaldamento.

Quindi optano per trasformare la città capoluogo che tanto si sono vantati di aver ripreso in una città fantasma, fantasma come i bombardamenti russi di cui parlano in TV ma che non sono segnalati nei bollettini di guerra.

Il fronte ovest dello schieramento russo, dal ritiro appare tranquillo, non vi è stato alcun attacco in massa da parte ucraina per oltrepassare il fiume che è evidentemente un ottimo ostacolo e un alleato di chi difende la sponda opposta agli Ucraini, che guardano le trincee russe lontane e irraggiungibili.

La manovra voluta ed imposta del generale russo Surovikin, evidentemente, aveva una solida ragione strategica alla base.

La situazione a Kiev

Ci sono però alcune domande che sorgono alla luc di quanto accade presso Kiev.

Il fatto che a Kiev stiano alacremente scavando trincee, costruendo postazioni di mitragliatrici e bunker corazzati tutto attorno e dentro la città cosa significa?
Cosa ci stanno dicendo?
Credo che la risposta stia tutta nelle recenti visite dei segretari Usa e del Primo Ministro inglese.
Cosa si sono detti?
La risposta è nei recenti e molteplici articoli usciti in Usa da organi di stampa anche vicini al Partito Democratico, come CNN o Politico, che hanno iniziato a preparare il terreno per le difficili scelte future.
La rappresentazione pubblicata, di un livello di scorte di materiale bellico USA disponibile, per sostenere le necessità di Kiev, ormai sulla via di raggiungere un livello sotto il quale NON possono permettere che scenda, indica quanto prossimo sia il momento di un progressivo collasso delle forniture attuali.
In UE e Nato siamo messi anche peggio.
Siamo andati oltre, fornendo anche le dotazioni stesse della difesa, difficile andare più in là, devono essere ripristinate.
Cosa faranno ora?

https://www.japantimes.co.jp/news/2022/11/26/world/ukraine-us-pentagon-artillery-breaks/


Destineranno una quota delle produzioni nuove ai depositi da rimpinguarli ed una parte al sostegno di Kiev, ma inevitabilmente queste saranno in quantità di molto inferiori alle attuali, in special modo relativamente al reintegro dei mezzi e dei cannoni di artiglieria.
La Russia invece non mostra alcun problema sui materiali, ha sia missili che droni e carri armati in abbondanza, ora ha anche più equipaggi per poterli utilizzare.
Cosa attendersi?
Il black out, quasi costante in Ucraina, blocca di fatto le produzioni.
Arselor Mittal chiude tutte le sue produzioni di acciaio in Ucraina per carenza di energia, in particolare l’enorme impianto di Krivoy Rog.
Altre industrie sono nella stessa situazione.
Il comparto industriale ucraino è in ginocchio, e con esso la capacità residuale di produrre o riparare i mezzi per proseguire il conflitto autonomamente.
Tralascio la situazione della popolazione di fronte all’inverno .
La capacità ucraina di proseguire nel mantenimento dei fronti è destinato a calare dapprima gradualmente poi in maniera più decisa e rapida.
Si comprende meglio oggi il perché delle richieste del gen. Mark Milley di aprire le trattative con la Russia, appello caduto nel vuoto della politica Usa. Tralascio i commenti sui pasdaran ciechi e sordi della politica in ambito UE…

Il conflitto muterà e non in meglio per l’Ucraina.

Siria – Iraq

Prosegue la campagna di bombardamenti aerei da parte turca contro le zone nel nord ovest della Siria, Paese sovrano aggredito nel silenzio dell’intera UE come della NATO di cui la Turchia fa parte, e che ha come bersagli le località dove la minoranza curda ha le sue basi e centri di comando dello YPG la sua organizzazione armata.

Più volte abbiamo scritto come l’atteggiamento ambiguo e asservito agli interessi Usa dei capi curdi mettano a rischio l’intera popolazione di queste regioni, sia in Siria come in Iraq.

Al momento il governo siriano sta rafforzando le difese verso nord, ma solo dopo accordi con le organizzazioni curde al fine di evitare tensioni, queste però vengono con estrema lentezza a più miti consigli.

Manca insomma un accordo generale che riporti per intero il controllo di tutte queste regioni oltre il fiume Eufrate sotto il legittimo controllo del governo siriano e espella gli occupanti illegittimi, oltre che aggressori, USA.

Iran e SCO

Il parlamento iraniano approva il disegno di legge sull’adesione del paese alla SCO, riferisce l’agenzia Mehr.

Inoltre, anche la Bielorussia aderisce all’organizzazione di cooperazione di Shanghai.