Mettiti in comunicazione con noi

Esteri

Tregua di Natale: occasione persa per tornare umani

la situazione del conflitto ucraino, gli aiuti militari da parte della NATO, la mancata tregua di Natale, gli attacchi con i missili russi contro le infrastrutture ucraine, lo sfondamento di Soledar.

Avatar photo

Pubblicato

su

Aree di crisi nel mondo n. 140 del 8-1-2023

Un’occasione persa per tornare umani

Torniamo ad occuparci del conflitto in Ucraina tra la NATO che fornisce la qualunque a Kiev, bassa manovalanza, e la Russia.

In queste settimane di pausa, abbiamo avuto alcuni episodi interessanti, da un lato gli Ucraini hanno tentato una spallata sul settore di Creminna, attorno al Natale cattolico.

Il giorno 26, prima che iniziasse l’offensiva in forze, i comandi ucraini diffondevano la notizia che Creminna fosse caduta in mano loro, tale notizia veniva smentita il giorno seguente.

I nostri media, senza alcuna prova o verifica, riportavano la notizia per certa.

https://tg.la7.it/esteri/kiev-riconquista-kreminna-allarmi-aerei-e-bombardamenti-continui-29-12-2022-178859

Peccato che gli stessi comandi ucraini dovettero smentire la farsa da loro stessi lanciata.

Erano certi che sarebbe caduta, perchè avevano predisposto non meno di 4 battaglioni per l’attacco.

Lanciati all’attacco poco a nord della città, uno dopo l’altro sono stati respinti e con pesanti perdite, sia in soldati che in mezzi.

Anche la parallela offensiva frontale su Dibrovo finiva male per loro.

Le truppe russe hanno resistito bene, nonostante il vantaggio numerico ucraino.

Il giorno stesso i media nostrani riportavano, ancora per certa, ancora senza prove o verifica, l’informazione diffusa da fonti ucraine dell’iniziato abbandono della città di Creminna da parte russa, notizia diffusa nuovamente da varie fonti mainstream.

https://www.repubblica.it/esteri/2022/12/29/news/severodonetsk_ucraini_liberano_la_strada_kreminna-381103292/

Naturalmente il ritiro da Kreminna non avvenne mai, lo attesero e una volta appurato che non è mai esistito e nemmeno sospettato, semplicemente lasciarono cadere nel vuoto la notizia tacendo sulla loro miseria.

Troppa impreparazione da certa stampa o forse potrebbe trattarsi di malafede? Non possiamo certo saperlo, ma i troppi esempi di “errori” e “leggerezze” commesse nell’informazione di massa dei cittadini da adito a più di un sospetto.

La situazione attuale su Creminna comunque è questa.

Poco a nord assistiamo ad altri attacchi che spesso si alternano, un giorno in un villaggio attaccano gli Ucraini, il giorno dopo in un villaggio vicino, invece, l”iniziativa la prendono i Russi, sostanzialmente il fronte è stabile.

Nelle retrovie dalla regione di Belgorod fino a Gorlovka, i Russi stanno rafforzando le linee di difesa, creando una molteplice linea di fortificazioni e trincee, anche ben curate a giudicare dai video e da alcune testimonianze.

Queste strutture difensive servono a garantire profondità alle difese russe, in modo da assorbire attacchi ucraini, anche più robusti di quelli di settembre e ottobre, e non dover cedere altro territorio.

Si tratta della riorganizzazione voluta dal meticoloso generale Surovikin, rafforzare i confini, usare gli sbarramenti naturali, il fiume Dnepr ne è un chiaro esempio, costringere il nemico a schiantarsi su difese numericamente adeguate e qualitativamente meglio organizzate.

Da un paio di settimane si leggono rapporti e testimonianze sulle perdite tremende subite dagli Ucraini sul fronte che è stato denominato “Il Tritacarne”.

Da Svatosky fino a sud di Donetck le perdite ucraine stanno aumentando, se prima avevo valutato tali perdite nell’ordine delle 200-500 al giorno a seconda dell’intensità dei combattimenti, ora temo si debba rivedere al rialzo le cifre massime di tali conteggi nelle giornate di massima intensità.

Nel solo fronte di Artemosk, sono state conteggiate almeno 24 unità, battaglioni ucraini, un numero spropositato rispetto ai battaglioni russi presenti su tale fronte che assieme alla PMC Wagner stanno tenendo il settore e inondano di proiettili di artiglieria le difese di Kiev.

La strategia di Kiev di inviare continuamente battaglioni a prendere il posti di quelli devastati dalle perdite, in alcuni casi superiori al 70% degli effettivi, sta richiamando unità come la 46a Brigata che da Cherson era stata spostata nel settore di Zaporije in vista di una possibile offensiva ucraina, e inviarla a tamponare la ritirata di Soledar, dove a causa delle elevate perdite, le forze ucraine presenti sono state costrette a ripiegare di alcuni Km.

Le perdite russe sono inferiori per un motivo semplice, l’artiglieria ucraina non riesce a mantenere un adeguato fuoco contro le posizioni nemiche, non hanno abbastanza cannoni ne abbastanza munizioni per farlo. Perdono ogni giorno nuovi mezzi occidentali che poi vengono mandati in riparazione in Polonia. Da un lato per i danni causati dai droni kamikaze russi Lancet 3 e dall’altra anche per il fuoco di controbatteria russo.

Le forniture di nuovi armamenti.

16 cannoni Caesar su 18 rimasti, sono fuori uso e , ufficialmente, in riparazione, poi se sia un eufemismo per non dire distrutti non lo sappiamo, di certo la Francia non ne ha altri da consegnare senza doverne privare il suo esercito.

Ora Macron ha annunciato l’invio al fronte di un tot di AMX 10rc, carri leggeri in calibro 105mm.

La Germania invierà 40 carri Marder, blindati cingolati e potrebbe acconsentire ad altri Paesi di cedere i loro carri Leopard all’Ucraina.

Gli USA si apprestano ad inviare almeno 50 blindati Bradley.

Sono tutti mezzi qualitativamente discreti, ma non rappresentano assolutamente un cambiamento delle capacità belliche ucraine.

Ma i numeri di cui dispone la Polonia possono rappresentare un fattore di attenzione.

La Polonia dispone di 234 carri PT91 che essendo derivati da telaio T72 possono essere usati da subito con minimo addestramento dagli equipaggi ucraini essendo familiari per loro.

Tra le disponibilità di Varsavia ci sono anche 240 carri Leopard 2 ma alcuni, poco più di 100, sono in standard 2A5pl e pertanto non verranno consegnati essendo mezzi moderni, mentre gli altri sono in versione 2A4 e potrebbero essere oggetto di cessione.

La Polonia ha già ricevuto il lotto di 180 carri sud coreani K2 BP e potrebbe quindi valutare di cedere le sue dotazioni, questo porterebbe in Ucraina non meno di 370 carri pesanti, che potrebbero armare almeno 3-4 brigate corazzate, necessarie per una grande offensiva.

Gli Usa forniscono anche 70.000 colpi di artiglieria in 155mm, e 20.000 colpi da mortaio 12mm, oltre a 20.000 colpi di artiglieria in 105mm.

55 Mrap resistenti alle mine, 138 HMMWVS.

La Norvegia invia altri 10.000 colpi di artiglieria in 155mm.

Calibri questi per cannoni forniti dalla NATO.

Le produzioni occidentali sono ora spinte al massimo della loro capacità ma tali forniture vanno pagate e iniziano ora a pesare direttamente sui bilanci della difesa dei Paesi fornitori.

I bombardamenti missilistici sull’Ucraina, diversamente da altri episodi simili a cavallo tra Santo Stefano e i primi giorni del 2023 si sono avuti diversi bombardamenti tramite lanci ripetuti di KH101 russi, cui sono sempre seguiti arrivi di droni kamikaze Geran 2, la differenza è consistita principalmente nella ripetizione giornaliera di questi attacchi.

Alcuni sono stati tra i più massicci dall’inizio dell’intera Operazione Speciale.

Non sono state colpite solo le infrastrutture elettriche ma anche alcuni comandi ucraini, le difese aeree e diverse industrie dove si riparano mezzi militari o si producono armi.

Le difficoltà nell’erogazione dell’energia elettrica nel Paese aumentano sempre più, finora l’inverno è stato mite, ma le temperature in questi giorni scendono.

Makeevka e Druzkovka

Ci sono stati due attacchi da menzionare, un nuovo arrivo di uno o due droni ucraini sulla base aerea russa di Engels, che anticipava uno degli strike aerei russi, e l’attacco all’edificio scolastico di Makeevka, la notte di capodanno dove erano stati acquartierati i soldati di una compagnia di mobilitati russi, circa 160 soldati.

Una salva di missili NATO HIMARS ha colpito l’edificio causando la morte di 89 soldati ed il ferimento di altri 70.

Due giorni dopo le forze russe hanno individuato un treno ucraino che scaricava mezzi tra cui due Himars dei lanciatori MOLRS e molte munizioni, presso la città di Druzkovka.

Nel giro di poche ore hanno lanciato missili contro la stazione dove il treno stava scaricando il carico di mezzi e armi e lo hanno fatto esplodere causando anche la distruzione delle munizioni, da qui il grande lampo visto in diretta grazie al servizio della tv francese TMC che stava trasmettendo proprio in quel momento.

Oltre al prezioso materiale distrutto, e di cui si è parlato in occidente solo grazie al fatto che le esplosioni siano state trasmesse in diretta, sono stati eliminati non meno di 150 soldati ucraini che si trovavano sul posto.

È stato anche colpito un palazzetto del ghiaccio adibito a dormitorio per soldati, le immagini ci hanno mostrato chiaramente i materassi preparati per loro e le scorte di acqua e viveri a loro disposizione.

Si tratta di un ricovero per le truppe in rotazione dal fronte. Non sappiamo se al momento fosse o no occupato da truppe e se quindi vi siano state vittime.

La tregua per il Natale

L’episodio che a mio giudizio rappresenta un punto estremamente basso di questo conflitto è rappresentato dall’appello del Patriarca ortodosso Kirill che ha richiesto una tregua del conflitto per il Natale ortodosso, il 7 gennaio.

L’occasione era buona per fermare i cannoni e permettere a civili e soldati di celebrare le funzioni religiosi legate alla festa.

Il Presidente Putin il giorno dopo ha annunciato di aver disposto con indicazione al Ministro della Difesa Shoigu di ordinare un cessate il fuoco per le ore 12 del 6 e fino alla mezzanotte del 7 gennaio, 36 ore che avrebbero permesso a civili e soldati di celebrare la festività.

La NATO per bocca del Presidente Zelensky ha rifiutato la proposta e alle 12 del 6 i cannoni e i lanciarazzi di Kiev colpivano Donetck con 106 colpi.

Inutile dire che non c’è stata alcuna tregua.

A mio giudizio per le modalità del rifiuto e per come la stampa occidentale lo ha presentato, come una manifestazione delle difficoltà dell’esercito russo, che ricercava una pausa per riorganizzarsi, o per rallentare le immaginarie avanzate ucraine, ci troviamo di fronte ad un caso gravissimo di disumanizzazione della nostra società che perde di vista in maniera totale quei valori che dovrebbero essere alla base della nostra cultura.

Prima che il conflitto si inasprisse nel 2014 sul fronte occidentale, la notte di Natale si ebbe un episodio che divenne leggendario, un soldato tedesco cantando si diresse verso le linee nemiche e venne li raggiunto dai nemici e poi da altri che si unirono a loro scambiandosi doni e cantando le canzoni della tradizione.

Poi si inasprirono l’odio e la ferocia della guerra e non si ripeté più nulla di simile, oggi siamo già oltre quel limite, almeno da parte occidentale, sia da parte dei comandi che da quello della stampa di regime che vi fa da eco e amplificatore.

L’Appello dei veterani della nostra stampa, storici inviati di guerra, giornalisti di grande valore e professionalità ben lo rappresenta.

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ucraina-letteradi-10-giornalisti-ex-corrispondenti-di-guerra-contro-la-propaganda-dei-nostri-media-sulla-guerra_59478148-202302k.shtml

La linea che cerchiamo di seguire ben si raccorda con le loro denunce, siamo in emergenza informativa, lo siamo già oggi, figuriamoci se un domani dovessimo divenire parte in causa di questo conflitto.

Situazione aggiornata su Artemosk Bakmut

Mappa aggiornata della situazione sul fronte di Artemosk , sfondamento di Soledar, immagine di libero uso.

Proprio quelle forze che la nostra stampa dipingeva come a corto di munizioni e di forze, sul fronte più difficile, ha effettuato una spinta offensiva che, a causa delle paurose perdite umane ucraine, ha ottenuto di fare arretrare le linee difensive di Kiev su Soledar e di conquistare quasi per intero il centro abitato, solo una porzione rimane in mano ucraina, quella nord occidentale.

Le truppe russe sono inoltre avanzate fino al villaggio di Podgornoe conquistandolo.

Si mette molto male per Kiev se le sue forze perdono del tutto il controllo di questa sezione di fronte nonostante tutte le unità che vi ha inviato.

Esercitazioni in Bielorussia

In queste settimane abbiamo visto aumentare di molto gli arrivi di centinaia di mezzi pesanti russi, carri armati, anche di ultima generazione, finora visti molto di rado sui fronti, i T90M con gli ultimi aggiornamenti e T72B3M 2022 anche questi aggiornati all’ultimo standard che prevede modifiche basate sulle esperienze maturate durante il conflitto.

Nelle esercitazioni sono coinvolti decine di migliaia di soldati russi e bielorussi, sono state mobilitate anche le forze aeree russe che sono state dispiegate negli aeroporti di Minsk.

Da diverse fonti occidentali si parla di un possibile attacco da nord da parte russa, ipotesi che cozza irrimediabilmente contro la propaganda diffusa in occidente che presenta i Russi a corto di missili, munizioni equipaggiamento, ecc ecc.

Le esercitazioni in Bielorussa nel frattempo sono state prorogate fino al 1 di febbraio, vediamo come si evolverà la situazione.