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Oasi Culturale

MONICA VITTI, MUORE IL CORPO MA NON L’ARTISTA.

Si è spenta mercoledì 2 febbraio all’età di novant’anni Maria Luisa Cecianelli, meglio conosciuta al pubblico italiano con lo pseudonimo di Monica Vitti, attrice, femminista, esempio di un’arte concepita come spontaneità.
Questa è la rubrica “Oasi Culturale” de ilsudest.it.
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Nella foto di copertina, l’attrice Monica Vitti assieme a Marcello Mastroianni, entrambi componenti della giuria di “Miss Italia” (1960). Immagine presa da Wikimedia Commons, pertanto di diritto pubblico.

Monica Vitti, pioniera del cinema femminile.

Di Alessandro Andrea Argeri.

Ha incarnato la definizione di “attrice” a tal punto da cambiare dall’interno le caratteristiche della recitazione. Con le sue interpretazioni, la docilità e la sottomissione del modello patriarcale sono state trasformate in emancipazione e indipendenza. Aprifila per tutte le grandi attrici, non solo italiane, Monica Vitti ha rivoluzionato le caratteristiche dei ruoli femminili cinematografici pensati, assegnati, scritti esclusivamente per le donne, prima di allora ancora storicamente legati a una tradizione lacrimosa, svenevole, fragile, sullo stile di Silvana Mangano.

Ancora, l’attrice romana, appartenente a una delle più pure generazioni di artisti italiani, ha partecipato a numerosi film dove ha impersonato personaggi femminili fieramente emancipati quali “La ragazza con la pistola”, la cui trama è incentrata su un matrimonio riparatore a seguito di uno scempio, “Ti ho sposato per allegria della Ginzburg”, “Nini Tirabusciò”, “Dramma della Gelosia”, “Amore Mio Amami” e tanti altri. Durante la sua esemplare carriera, Monica Vitti è stata inoltre la musa ispiratrice di Antonioni per capolavori come “La Notte” e “Deserto Rosso”, ha collaborato con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Dino Risi. Nel 2001 ricevette il David di Donatello al Quirinale, poi il ritiro dalle scene.

Ma oltre alla figura d’attrice c’è quella di esempio per il genere femminile tutto. Definitasi a più riprese un’accanita femminista, Monica Vitti infatti ha partecipato attivamente alle battaglie di emancipazione per i diritti delle donne, nelle quali si è sempre distinta per la sua immensa onestà intellettuale.

I funerali di Monica Vitti si sono tenuti nella Chiesta degli Artisti a Piazza del Popolo, dove sono stati salutati anche Gigi Proietti e Fabrizio Frizzi. Ovviamente alle celebrazioni non hanno mancato di partecipare i volti più importanti dell’attualità cinematografica italiana. Particolarmente commovente è stato il commiato di Walter Veltroni: <<Monica oggi un paese intero e non solo ti saluta e ti dice che dopo i venti anni di silenzio discreto che hai scelto, ti vuole più bene di prima. Non ci sei stata, ma c’eri e ci sei>> (Corriere della Sera). Poi ancora l’addio della famiglia De Laurentis: <<Sei stata una musa eterea>>, mentre Paola Cortellesi ha dichiarato, sempre al Corriere della Sera: <<Monica Vitti è stata la prima donna, lei e Franca Valeri, allo stesso livello dei maschi, se la giocava alla pari con i Colonnelli, Gassman, Manfredi, Mastroianni, Sordi, Tognazzi […] Io erede? Lei era inarrivabile, ha lasciato in eredità a tutte le attrici e gli attori la sua lezione, mi riferisco alla possibilità di usare i due registri, comico e drammatico, e quando li usava contemporaneamente era il massimo. Ha aperto una strada>>

Anche al festival di Sanremo Amadeus non ha mancato di ritagliare un momento della kermesse all’iconica attrice del cinema italiano, alla quale è stato dedicato un ultimo applauso prima della sala stampa, poi dal pubblico presente al teatro Ariston.

Durante i funerali Piazza del Popolo era gremita con tanto di maxischermo, perché in fin dei conti non è stato un addio, ma un saluto. Dopotutto l’arte non muore, a un grande artista di morire non sarebbe concesso neanche se lo desiderasse, siccome il proprio operato lo rende immortale.

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