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Oasi Culturale

UNCHARTED, SUL GRANDE SCHERMO NATHAN DRAKE NON STUPISCE.

Bentrovati ad “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi parleremo di Uncharted, del perché non rispecchia il titolo nonostante sia indubbiamente un bel film.
Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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Nella foto è raffigurato il logo della serie “Uncharted”, di Naughty Dog. Immagine presa da Wikimedia Commons, pertanto di dominio pubblico.

di Alessandro Andrea Argeri.

Uncharted, diretto da Ruben Fleischer (USA, 2022, durata 136′), con Tom Holland, Mark Wahlberg, Sophia Taylor, Antonio Banderas, Bryan Cranston, Patricia Meeden.

Adattamento cinematografico dell’amatissima saga creata da Naughty Dog, Uncharted narra la storia di due fratelli, orfani, divisi dalla nascita, discendenti del famigerato pirata Francis Drake. Assoldato da Viktor Sullivan, il giovane ladro Natan Drake parte all’avventura per inseguire il famigerato tesoro di Magellano, il primo navigatore ad aver circumnavigato il globo, ucciso nelle Filippine, punto da cui l’impresa fu portata a termine dai soli marinai, i quali nascosero tutto l’oro raccolto su un’isola sperduta.

Tom Holland durante un’intervista rilasciata a MTV. Immagine presa da Wikimedia Commons.

Fin dai minuti iniziali è chiara l’impostazione prettamente adrenalinica dell’intera pellicola, quando Nate viene gettato giù dalla carlinga di un aereo in volo ad alta quota. Tuttavia non basta per un prodotto su cui le aspettative erano molto alte, forse anche troppo. Non è mai facile passare dal pixel alla pellicola. Il giocatore diventa spettatore per giocare solo con gli occhi, però chi ha letteralmente “vissuto” i titoli videoludici sa bene come sia fondamentale in Uncharted la sensazione di essere catapultati nell’avventura quasi con forza, pertanto rinunciare all’interazione significa snaturare sul nascere l’essenza stessa del prodotto, il quale diventa solo “la storia di un avventuriero”, non “l’avventura del più grande erede di Indiana Jones in epoca moderna”.

Si può dunque essere Natan Drake senza doverlo necessariamente impersonare? Forse, ma per quanto il cast non sia composto proprio dagli ultimi arrivati, sia Wahlberg sia Holland non sembrano né fisicamente né artisticamente adatti ai protagonisti della storia originale. L'”attore di Spiderman” rende troppo dolce il dinamico personaggio di Natan Drake, il quale sembra mancare della caratteristica sfrontatezza familiare ai fan del titolo videoludico, mentre Viktor Sullivan è eccessivamente rigido, impostato, poco naturale persino per sembrare un essere umano.

Certamente un film non potrà mai essere un videogioco a prescindere, quindi è inutile avere aspettative alte per una trasposizione, tuttavia alcune recenti uscite, tra tutte l’incredibile successo di “Arcane”, la serie tratta da “League of Legends”, ci hanno dimostrato come in realtà sia possibile non solo sfatare questo mito se ci si arma di una buona capacità espressiva, ma anche superare il prodotto originale, a patto di avere un cast attinente ai personaggi da rappresentare, anziché solo “blasonato” per attirare al botteghino.

Ad ogni modo, noi consigliamo comunque di guardare Uncharted, magari senza troppe aspettative, come se fosse un classico film di avventura davanti al quale rilassarsi quando si hanno un paio d’ore libere.

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