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Oasi Culturale

MORBIUS, IL VAMPIRO SENZA MORDENTE (No spoiler)

Bentrovati su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi parleremo di “Morbius”, nuovo film di Daniel Espinosa ispirato al vampiro Marvel, disponibile nelle sale dal 31 marzo. Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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Nella foto di copertina, estratto dal trailer YouTube del fil “Morbius”. Immagine di proprietà dell’autore.

di Alessandro Andrea Argeri

“Morbius”, diretto da Daniel Espinosa (USA, 2022, durata 105′), con Jared Leto, Matt Smith, Adria Ajona, Jared Harris, Tyrese Gibson, Al Madrigal, Michael Keaton

L’universo Marvel prova a rispondere al Batman di Robert Pattinson col vampiro Morbius interpretato da Jared Leto. Dopo sette rinvii causa Covid, Morbius arriva finalmente nelle sale, tuttavia non ripaga appieno le aspettative di chi sette volte aveva imprecato contro la pandemia. Il medico da soap opera diventa un mostro sanguinario in collera col mondo intero, in costante conflitto interiore. Un “uomo” in cui un’indole naturalmente buona trasforma a più riprese il cattivo di Spiderman in un tenero antieroe, perché nonostante le uccisioni, i massacri, la ricerca di sangue per consentire il nutrimento, il personaggio interpretato da Jared Leto si dimostra “un tenerone” durante i suoi continui pentimenti, crisi di coscienza tanto necessarie per la trama quanto emotivamente accentuate, a tal punto da sprofondare nel canonico. Ne deriva un bel film, godibile, ma poco originale sotto il profilo contenutistico, complice forse il filone vampiresco sulla scia dei precedenti Twilight, Blade, Vampire Hunter.

Dopo aver appena rifiutato il premio Nobel, il dottor Morbius, bell’intellettuale palestrato fiero del suo codino da rockstar, tenta di curarsi con una medicina appena inventata, ricavata dagli escrementi dei pipistrelli. Il medico guarisce, tuttavia si trasforma in un terribile essere sovrannaturale. A questo punto è lecito domandarsi: chissà a quale sorte sarebbe andato in contro sarebbe andato il piccolo Bruce Waine quella notte nella caverna se i pipistrelli fossero stati un po’ meno discreti.

Dopo l’acquisizione dei superpoteri, il resto del film è facilmente intuibile: cadaveri, trasmutazioni, detective in cerca dei colpevoli. I dialoghi troppo scontati uccidono la trama, mentre la pellicola nel suo complesso resta in piedi grazie a uno straordinario apparato digitale. Il materiale per la storia c’è, infatti il prodotto finale è una zuppa comprendente un po’ di tutto, tanto da non capire se il film sia ambientato nell’universo di Maguire, di Garfield o di Holland. In ogni caso, ci troviamo in una Manhattan vuota, desolata, scenograficamente simile a una città del Matrix. Il film doveva essere un horror, ma non so quanto possa essere stato ingegnoso inserire uno stormo di pipistrelli dopo due anni di pandemia… Un consiglio per chi lo vedrà: guardate fino alla fine dei titoli di coda.

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