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Oasi Culturale

E-state in libreria

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo.
Questa settimana consiglieremo alcune interessanti letture da portare in vacanza.
Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it

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Credit Google Ibs

di Sara D’Angelo

Le alte temperature di questi giorni hanno ufficialmente dato il via alla bella stagione.
Mare, montagna, piscina, l’itinerario delle vacanze è già stato siglato nell’ufficio di un’agenzia di viaggi con la partecipazione dei 20 gradi imposti al climatizzatore.
La valigia aperta sul letto sta per essere chiusa, sembra non manchi nulla, costumi da bagno, solari, cappellino, infradito, insomma tutti gli outfit con la pretesa di essere considerati il must have dell’estate. Manca ancora qualcosa…manca ancora qualcuno…
Di certo non respira, non ha mai fame nè sete, eppure giurereste che a un libro manca la voce?
Ne ha molte, eccome se ne ha, tutte consone alla personalità ricevuta quando è già sulla macchina da stampa. Voce da ascoltare con lo sguardo, dei cinque sensi pochi restano disoccupati.
Non esiste un libro “da leggere sotto l’ombrellone”, la leggerezza e il suo contrario non è data dal numero di pagine o dal titolo tatuato su copertine roventi. Le stagioni sanno così poco della cattedra di lettere che nulla vieta loro di aggiungere salsedine alle pagine de “I Miserabili” di Victor Hugo da leggere comodamente sdraiati in riva al mare. E che dire del classico senza tempo di Louisa May Alcott “Piccole donne”? Lo leggeremo accanto l’albero di Natale?
Un libro è qualcuno da tenere per mano, in valigia mai, non si adatterebbe tra creme, occhiali da sole, telo mare. Un libro merita una teca di riguardo, un libro merita di più.


Le novità editoriali atterrate in questi giorni sugli scaffali delle librerie sono state accolte con molto interesse dal lettore in partenza per le vacanze estive.
Tre titoli (ma non solo tre) sono entrati con medaglia al merito nelle più importanti classifiche letterarie stilate da critici, giornalisti culturali, scrittori dei più famosi romanzi contemporanei.


1. “I cannoli di Marites” di Catena Fiorello ( Giunti Editore)


Reduce dal successo del romanzo “Cinque donne e un arancino”, Catena Fiorello torna in libreria con le nuove avventure delle signore di Monte Pepe. Rosa, Maria, Giuseppa, Sarina e Nunziatina condividono molte passioni tra cui una discreta inclinazione letteraria in comune sembra dare uno stimolo in più alla popolarità de “Il Regno degli arancini”.
Cinque non solo cinque.
Nel laboratorio c’è bisogno di altre mani esperte che possano smaltire più velocemente le ordinazioni della clientela ogni giorno più numerosa. Ed ecco che entra in scena Marites, una cuoca filippina con la particolare abilità nella preparazione di uno dei dolci simbolo della pasticceria siciliana: il cannolo.
Non mancheranno le nuove avventure delle Signore di Monte Pepe entusiaste dell’attività in costante crescita, questa volta però “Il regno degli arancini” salirà sul podio del pericolo dinnanzi agli aloni grigi della vita.

2. “Delitti a Fleat House” di Lucinda Riley ( Giunti Editore)


A un anno dalla morte di Lucinda Riley, scrittrice americana di best seller, la casa editrice Giunti pubblica in Italia il libro inedito della penna da milioni di copie. Un thriller.
È chiaro che non si tratta di un incidente la morte di Charlie Cavendish, ospite del dormitorio
studentesco di Fleat House, un pensionato collegato alla St. Stephen School. Sarà l’ispettore Iazmine “Jazz” Hunter a condurre le indagini dopo aver trascorso anni lontano dalla sua scrivania in commissariato.
Altre morti, altre sparizioni infittiscono le maglie della rete da cui emergono vendette premeditate.
Le indagini si dirigono barcollando nella traiettoria cosparsa da più di un movente. Segreti, rancori familiari, squilibri considerati fonte certa di indizi di primo livello, confezionano il primo thriller degli ultimi anni dell’amatissima scrittrice irlandese.

3. “Violeta” di Isabel Allende ( Feltrinelli)


Cento anni si fanno bastare al racconto lungo un tempo frequentato da due mortali epidemie. Dalla spagnola del 1920 al Covid dei nostri giorni il romanzo epistolare della famosissima nonché prolifica scrittrice cilena si assume la responsabilità di divenire memoria alle generazioni future.
La vita di Violeta del Valle è messa a dura prova fin dall’esordio del suo respiro nel mondo.
“Sono venuta al mondo un venerdì di tempesta del 1920, l’anno del flagello”.
Da lei il XX secolo pretende anni sospesi nella tempesta interrotta da pause armate di speranza per un futuro tutto da inventare, dalla quarantena obbligata alla pandemia al Crollo di Wall Street” dell’ottobre del 1929 che decretò il fallimento finanziario della sua famiglia. Ritrovarsi a sopravvivere ai temporali del dolore fece di Violeta una donna consapevole del bene instillato da una sola, piccola emozione sulla pelle stanca da valanghe di grandine.
Una storia lunga un secolo inaugura le pagine di un diario raccontato al nipote Camilo testimone di vita fresca, affinché nemmeno un minuto vada perduto nel cimitero della memoria.
“Il viaggio della vita è fatto di lunghi tratti noiosi, un passo dopo l’altro, giorno dopo giorno, senza che succeda niente di sconvolgente, ma la memoria si forma con gli eventi imprevisti che segnano il percorso. Sono questi che vale la pena narrare”.

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