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Oasi Culturale

“Caldéron”, di Pier Paolo Pasolini

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Questa settimana parleremo di “Caldéron”, opera teatrale scritta da Pier Paolo Pasolini nel 1966, unica pubblicata con l’autore in vita, nel settembre 1973.
Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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Las Meninas, di Diego Velazquez. Sfondo dell’opera rappresenta a teatro.

di Alessandro Andrea Argeri

Rappresentato per la prima volta nel 1978 al Teatro Metastasio di Prato, Pasolini prende ispirazione da “La vita è sogno” di Pedro Calderón de la Barca, tuttavia cambiano sia i nomi sia la tematica del sogno: l’ambientazione è quella della Spagna franchista durante gli anni del regime, per mettere in scena l’impossibilità di cambiare status sociale, dunque di uscire dalle convenzioni da cui l’agire è condizionato.

L’unica soluzione per trovare la libertà è quella di ricorrere al sogno, nel quale la protagonista diviene prima una ragazza aristocratica, poi una prostituta, infine una moglie borghese piena di frustrazioni. Nell’impianto drammaturgico ricorre l’elemento metateatrale attraverso l’intervento dell’autore stesso nelle vesti di uno speaker.

In apertura la voce dello speaker introduce al pubblico il pensiero dell’autore, il quale confessa di aver attinto solo alle proprie esperienze personali per rappresentare una vicenda cominciata una notte del 1967, in Spagna. Basilio, personificazione del potere, comanda i suoi servi, Leucos e Melainos, di svegliare Rosalba dai sogni nei quali essa si è “rifugiata”. Ricorre la tematica dell’amore incestuoso. Nel primo sogno la donna si innamora di suo padre, nel secondo del figlio, nel terzo invece si manifesta un attrazione per Enrique, al di là della quale si scorge una proiezione del figlio Pablo.

Oltre ad avere delle tematiche tanto pesanti quanto importanti, l’opera risulta essere all’attenzione dello spettatore molto suggestiva. Particolare l’adattamento moderno degli “stasimi”, intermezzi solitamente corali trasformati dall’autore in interventi personali ad opera dello speaker, così da diventare quasi delle parabasi. Il genio di Pasolini inoltre è ben visibile nei frequenti cambi, sia di location sia di epoca. In conclusione,” Caldéron” è un gioco basato sul nuovo modo di intendere il teatro, ma anche uno spettacolo in cui momenti di riflessione si alternano a stupefacenti sequenze narrative da manuale della drammaturgia, capaci di affascinare persino chi intende semplicemente godersi l’opera in sé. Consigliata.

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