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Oasi Culturale

La Signora Fantasma

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Questa settimana parleremo de “La Signora Fantasma”, opera teatrale scritta da don Pedro Calderon de la Barca nel 1629.
Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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Credit foto Wikipedia

di Alessandro Andrea Argeri

Nel 1629 il maestro del teatro spagnolo Pedro Calderón de la Barca scrive “La dama duende”, “La Signora Fantasma”. Il risultato è un’opera controversa, tanto semplice nell’intreccio quanto psicologicamente contorta, bellissima anche se non sempre apprezzata né dal pubblico né dalla critica.

“La signora Fantasma” è un gioco di intrighi, segretezze, spionaggi, di “mantelli e spade”, per citare Geoffrey Chauser. Ispirata alla favola di “Amore e Psiche”, la trama è tutta incentrata su una “Mistress Invisibile”, tuttavia i protagonisti si scambiano i ruoli: l’uomo per curiosità incontra la donna per poi innamorarsene. Quest’ultima però è invisibile, ovvero letteralmente “impossibile da vedere” poiché nascosta da un velo, mentre gli incontri avvengono sempre al buio, ovvero quando c’è scarsa visibilità, eppure muove ogni singola azione del dramma.

Dal 1629 ad oggi sono state molte le chiavi di lettura dell’opera. Risalta sicuramente l’elemento magico-favolistico, con frequenti richiami sia al folklore sia alle credenze superstiziose della società spagnola dell’epoca. Si nota inoltre una tragicità diffusa incentivata dall’effetto dell’oscurità avvolgente tutta la scena, al claustrofobico senso di oppressione generale suscitato sia dai colori sia dai lamenti della protagonista nei confronti dei due fratelli, considerati troppo opprimenti, tanto da arrivare alla reciproca rivalità per la sorella, eppure non per questo bisogna commettere l’errore di interpretare un’opera del XVII secolo con schemi del XXI.

Sebbene si tenda a definirla tale, “La Donna Fantasma” non è una commedia, almeno non nei toni. Una volta terminata infatti, lascia allo spettatore un senso di “agrodolce”, indipendentemente dal tipo finale. La trama per quanto intricata passa in secondo piano davanti alla rappresentazione delle inquietudini oltre che delle passioni, in tal modo si riduce alla parabola di una ragazza divisa tra i corteggiamenti dei fratelli e un amato non accettato dalla famiglia per loschi motivi. In pratica, è un “Romeo e Giulietta” meno romantico, ma più crudo nelle emozioni. Nel 1945 Luis Saslavky ha realizzato un adattamento cinematografico dell’opera, intitolato “The Phantom Lady”. In mancanza dell’opera, consiglio di vedere quello.

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