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Oasi Culturale

The System, il podcast di Kim Kardashian

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Questa settimana parleremo di “The System”, il podcast di Kim Kardashian, e il ruolo sempre più crescente dei podcast.
Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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In copertina, Kim Kardashian e Kanye West. (Wikimedia Commons, dominio pubblico).

di Alessandro Andrea Argeri

Uno in più sulla lista delle star sul digitale. Anche Kim Kardashian realizzerà un podcast. Si chiamerà “The System”, un progetto incentrato sull’analisi del mondo criminale, passione della show girl statunitense iscritta alla facoltà di legge. La dichiarazione è arrivata tramite un’intervista alla rivista americana “Interview”, dove a risaltare maggiormente è un completo cambio look con capelli e sopracciglia ossigenate. Secondo quanto dichiarato dalla star, la prima stagione riguarderò la storia di un ragazzo sentenziato alla pena di morte per un triplo omicidio avvenuto in Ohio, pieno di “svolte e colpi di scena nel modo in cui è stato trattato e noi porteremo gli ascoltatori in un viaggio verso la verità”.

Il podcast è l’evoluzione della radio, così come lo streaming lo è per il cinema. Anche la televisione è decaduta: le nuove generazioni la guardano poco perché ci sono i social o i siti internet dove è possibile usufruire di contenuti selezionati nonché di qualità superiore. Non stupisce quindi la scelta di sempre più personaggi, televisivi o meno, di avviare un programma audio sulle varie piattaforme digitali, verso le quali i grandi sistemi di comunicazione hanno cominciato a spostarsi sempre più. Basti pensare ai programmi BBC disponibili su Spotify, alle rassegne dei grandi quotidiani, o agli audiolibri. Viene allora da chiedersi: quale sarà il futuro dell’audiovisivo? Come verranno sfruttate le potenzialità della novità podcast?

Quello dei podcast è ancora un terreno fertile, poco calcato, ma ricco di possibilità. Lo dimostra la presenza una buona maggioranza di contenuti indipendenti, molto spesso amatoriali. L’auspicio dunque, è che anche questo tipo di comunicazione non venga rovinata né dalle varie propagande né dalle derive del politicamente corretto. Per ora però attendiamo il programma di Kim.

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