Mettiti in comunicazione con noi

Oasi Culturale

12 ANNI DI MUSICA CICATRENE

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi parleremo dei dodici anni dall’uscita di “Musica Cicatrene”, album del rapper italiano Mezzosangue.
Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

Avatar photo

Pubblicato

su

In copertina, cover dell’album Musica Cicatrene Mixtape.

di Alessandro Andrea Argeri

“E gli artisti? Ne son rimasti pochi! E io me li tengo stretti come l’acqua nel deserto dei Gobi”. Dopo dieci anni gli amanti del rap tengono ancora stretto questo gioiello con il suo autore. Usciva il 12 novembre 2012 “Musica Cicatrene Mixtape”, album del rapper italiano Mezzosangue, all’anagrafe Luca Ferrazzi. Non è un anniversario, è un compleanno. Un mixtape pesantissimo sia musicalmente sia nei contenuti. È rap, quello vero, con argomenti dai quali si respira la vita reale, con liriche mature, beat perfetti, insomma l’album è invecchiato bene come il vino d’annata.

L’Intro è veramente una intro, il che ormai non è più tanto scontato. Una metrica impressionante presenta gli argomenti del disco, i quali sono veramente tanti, dopodiché si passa subito con la titletrack: “Musica Cicatrene”, una sorta di preghiera alla musica nonché un’invocazione al suo potere taumaturgico, ovvero di rimarginare le ferite. Il ritornello riassume bene il rapporto di Mezzosangue con la Musica: “tu sei la luce nella notte, la chiave delle porte, il sangue sulle nocche, nelle giornate storte, tu sei la mia sorte, la vena sopra il collo, quando mi scopro forte, le volte che non mollo, tu sei la mia anima, le ali del decollo, la carica, la stamina, sul palco o sul foglio”, ma anche col pubblico, in quanto“la gente vuole emozioni forti, qua o spacchi di brutto o fai schifo di brutto, è così che svolti, e tu resti distrutto, non sai di chi fai parte, di tutto”, “insisti, conta se vivi non se esisti, fai quello che senti, anche se tutti testi tristi! Fai quello che ami, anche se poi comporta rischi!”.

La gente parla, è piena di consigli e consiglia cose che lei stessa sbaglia”. La terza traccia è “Esistenzialismo”, il brano contiene parti del discorso del docente universitario di Waking Life. La filosofia esistenzialista sarà poi centrale nei successivi album di Mezzosangue. I temi sono il pessimismo, critica della società, sensazione di essere un outsider, conoscenza della natura umana, poiché “vogliamo sempre ciò che non abbiamo, è un bisogno umano, pur di perseguirlo ci distruggiamo”.

La quarta traccia è “Still Proud”, “Ancora Orgogliosi”. Tante citazioni, da Tyler Durden (Fight Club) a Shutter Island, “ti chiedi chi sia il pazzo come a Shutter Island”, a Adam Sutler di V per Vendetta, “nato per resistere come Adam Sutler”. Si tratta di una forte critica ai problemi generali di “un mondo che all’essenza ha scelto l’apparenza, fa mille errori senza farne l’esperienza dei quali non si vede una soluzione”, quindi “se di vero c’è rimasto solo il Dalai Lama, a ‘sto punto spero c’abbiano ragione i maya”, perché “la gente non pensa, non riflette mai zi, nel 2012 girano ancora i nazi”, “dovrebbero riflettere e riflettono sì, ma come specchi”.

La quinta traccia è Capitan Presente. Il brano partecipò al contest “Capitan Futuro”, ideato da Esa. Non vinse, ma molti conobbero Mezzo così. È probabilmente il brano più diretto: sullo sfondo di un cupo pessimismo vengono attaccati praticamente tutti, dal capitalismo, ai tecnici di governo, ai quali si chiede “presidente, l’Italia è delle banche o della gente?”, ai media, in una società in cui l’“arte si fa moda, l’informazione guerra”. Poi c’è quella tra le frasi che ho rubato di più in questi anni: “nessun capitan futuro, voglio un capitan presente!”.

“Vedo soldati addestrati girare in branco, simili ad animali per le strade, coi cani dal volto stanco”. La sesta traccia è “Soldierz”. La base è presa da “Just Listen”, album di Crown anch’esso consigliatissimo agli amanti del genere, il cui titolo è lo stesso. Il pezzo parla della malavita, della vita degli indigenti, delle periferie. “Siamo soldati senza capi ne bandiere, soldati senza turni ne uniformi ne preghiere, siamo l’uno contro l’altro, in una guerra personale, l’uno contro l’altro, dove cane mangia cane”.
La settima track è “Piano A”, un pezzo introspettivo ma nel quale può rispecchiarsi l’uomo dell’età moderna. “Sembro sempre un altro come Christian Bale”.

L’ottava traccia si chiama come il suo autore, “Mezzosangue”. Anche questo beat è di Crown, viene da “Dreams”. Il rapper si presenta, dunque lasciamolo presentare da sé: “Il nome è Mezzosangue, non te lo scordare, prendo le distanze a un mondo che non sa più amare; questo è Mezzosangue, tu ricorda il nome, ce l’ho scritto in cicatrice a pelle come un’incisione”, “mezzo genio, mezzo pazzo, Mezzosangue, claustrofobico asociale, accade quando pensi in grande, sarei disordinato per natura, a posto ho solo la coscienza, perché il resto l’ho lasciato a chi non pensa”, “lascio a voi il mestiere più vecchio e tengo il più raro, dirò quello che non dice nessuno e che ognuno pensa”, “io non c’ho voglia di fa’ a gara a chi fa il king del rap, tanto qua mi sentono in tremila e capiscono in tre”, “sono così tanto un personaggio che ho firmato per la Marvel”.

La nona traccia è “Never Mind”, “Non Importa”. Indipendentemente dalla solita denuncia della società, con un introspezione da insegnare ai nuovi romanzieri, è semplicemente bellissima. Tutto deve essere “normale”, ma la normalità non esiste, ebbene “non punto all’ottimo ma sempre al distinto”. La decima track è Secondo Medioevo, abbastanza sulla scia di Capitan Presente. “Questa è l’era delle gabbie, dei soldi, e di facce note, della musica rinchiusa dentro a sbarre di banconote”, “l’era del banale e del trash della noia, in cui l’ignoranza è un vanto e un ideale è una vergogna”. “Non faccio populismo non generalizzo ma sono tutti uguali nati a schizzo con lo stampo, nell’era in cui se sembri vali vedo semi-umani, dietro seni e mani senza più ideali ma col calcio no?”.

La penultima traccia è “Shylock”, nome del mercante ebreo de “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare. Molto corta, ma metricamente immensa. Un ritmo incalzante per esprimere la routine costantemente impegnata dell’uomo moderno, “faccio parkour, salti mortali ogni mese pur di stare su”, affannato dietro “le spese, l’affitto, la macchina, il vitto, la barca, la banca, l’Egitto”. Il mixtape si chiude con il monologo di Howard Beale in “Quinto Potere”, celebre film diretto da Sidney Lumet nel 1976. Un monologo attualissimo, forse ora anche più di prima.

Due anni dopo l’uscita di questa pietra del rap italiano, Mezzosangue venne accusato di scrivere rap per le ragazzine. Dieci anni dopo ripropongo la stessa risposta: “Una strofa di Mezzosangue vale più dell’intera carriera di Fedez”. Che dire di più? Grazie Mezzo, perché torno qui quando c’è bisogno di rap, ultimamente molto spesso. “Still proud”.

Mixtape completo di musica cicatrene

Tracklist:

01: Intro – 1:17
02: Musica cicatrene – 2:44
03: Esistenzialismo – 2:54
04: Still Proud – 2:48
Capitan presente – 2:17
Soldierz – 2:17
Piano A – 2:30
Mezzo-Sangue – 3:11
Nevermind – 3:05
Secondo Medioevo – 2:55
Shylock – 0:54
Incazzato nero (outro) – 1:35

RIPRODUZIONE RISERVATA