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The Last of Us: buona la prima (no spoiler)

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi parleremo del primo episodio della serie di The Last of Us, adattamento cinematografico dell’omonimo celebre videogioco, disponibile dal 16 gennaio 2023.
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di Alessandro Andrea Argeri

Dopo aver perso tutti i suoi legami, Joel, un uomo incattivito dalla vita accompagna la quattordicenne Ellie in un viaggio attraverso un’America infestata da zombie. Finalmente è uscita la serie di The Last of Us, disponibile su Sky e NowTv dal 16 gennaio 2023. La durata del primo episodio è un buon mediometraggio di 78 minuti, ma con tutta probabilità gli altri otto dureranno meno. La trama sembra essere la stessa del gioco, tuttavia approfondirà degli aspetti su cui il titolo videoludico accelera la narrazione o accenna appena pochi spunti, pertanto è particolare la scelta di sfruttare filoni narrativi poco sviluppati per creare una nuova narrazione “parallela” sebbene non alternativa.

Ebbene i personaggi secondari avranno più spazio sulla scena così come c’è più attenzione agli avvenimenti precedenti la storia principale. Ci si concentra dunque sullo scoppio della pandemia forse con un velato occhiolino agli eventi 2020. Ad ogni modo, già dal primo episodio si notano sia colpi di genio sia aggiustamenti grotteschi. Alla prima categoria appartiene la caratterizzazione del virus. Per l’infezione infatti gli sviluppatori si sono ispirati alla “Cordyceps fungi”, una particolare specie di funghi capace di svilupparsi sulle teste degli insetti per poi prenderne il controllo, così da indurle in uno stato di inconsapevolezza come fossero zombie. Questo patogeno è mutato tanto da diventare capace di attaccare gli umani, i quali si sono trasformati in mostri feroci realizzati splendidamente.

Nella seconda categoria rientra invece la presentazione della fazione nemica, in inglese “the fireflies”, nel doppiaggio italiano ribattezzata “le luci”, per non creare ambiguità col vero nome, “le lucciole”. I superstiti della pandemia si sono riuniti in bande rivali comandate da folli capi. Tuttavia in un mondo imbarbarito i due protagonisti sono gli unici ad aver conservato la propria umanità. Il punto debole sembra però essere il casting: i personaggi non assomigliano minimamente a quelli del videogioco originale. Di conseguenza una serie seguita principalmente da fan potrebbe scontentare proprio la fanbase di base.

HBO, il cui showrunner Craig Mazin ha già mostrato le sue qualità con Cernobyl, è una sicurezza in termini di adattamenti cinematografici, eppure è ancora presto per dire se questa sarà la “perfetta trasposizione della fine del mondo”. Ma le premesse ci sono sicuramente! N. B. Questa settimana c’è solo la versione originale in lingua inglese, gli italiani dovranno aspettare la prossima settimana a meno di non vederlo in lingua originale.

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