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Oasi Culturale

In futuro sarà tutto green, anche i funerali

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Nei prossimi anni per rimediare ai danni ambientali l’uomo sarà costretto a cambiare stile di vita, anche nei suoi ultimi momenti. Come? Lo vediamo oggi. Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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di Alessandro Andrea Argeri

La morte non è ecologica: bisogna cambiarla. Arriva l’alternativa green alla cremazione: si chiama l’acquamazione, metodo col quale si intenderebbe smaltire il cadavere con l’acqua anziché col fuoco, motivo per cui è conosciuta anche col nome di “biocremazione” o più semplicemente “cremazione senza fuoco”. Il principio si basa sull’idrolisi alcalina per eliminare i resti organici animali, quindi anche quelli umani. Le membra dei corpi verrebbero scomposte mediante un liquido riscaldato, mentre lo scheletro rimarrebbe per essere smaltito separatamente in un secondo momento. Durante il processo, il corpo viene posto all’interno di un recipiente pressurizzato, riempito con una miscela di acqua e idrossido di potassio. Il tutto viene poi riscaldato fino a circa 90-150 °C. Come riportato dai ragazzi di Different Group, pagina Instagram da cui ho appreso dell’invenzione, “poiché il recipiente è pressurizzato, la soluzione non bolle ma si mette delicatamente al lavoro per scomporre la materia organica in diverse ore”. Insomma “cenere alla cenere, polvere alla polvere”, brodo al brodo.

Non mancano ovviamente delle perplessità. Di sicuro un processo non può essere definito “non inquinante” senza specificare da dove venga presa l’energia necessaria ad avviarlo. In questo caso viene spontaneo chiedersi come si riscaldi il liquido. A tal proposito, il “buon” vecchio metodo della cremazione non richiede l’utilizzo di acqua ad alte temperature per un lungo periodo di tempo, quindi per ora i consumi rimangono sostanzialmente gli stessi. Inoltre di ecologico resta poco se consideriamo la quantità d’acqua necessaria per ogni persona. È un po’ lo stesso ragionamento in gioco quando si parla di auto elettriche: usano l’elettricità al posto dei combustibili fossili, dunque non sono inquinanti. Tuttavia quella stessa elettricità viene prodotta dalle centrali a carbone, dal gas, in breve da tutti i quei metodi inquinanti.

Di sicuro al momento nessuno può sapere se l’acquamazione sarà effettivamente il progresso. Per ora sembra solo una citazione implicita alle capsule di Matrix. Due anni fa, il 26 dicembre 2021, l’attivista sudafricano Desmond Tutu, premio Nobel per la pace per la lotta contro l’apartheid, aveva scelto tale soluzione per il suo funerale con lo scopo di dare un ultimo messaggio di sensibilizzazione per il rispetto ambientale. Nel dubbio, per non inquinare l’uomo potrebbe smettere di morire. Che idea! Qualche comitato l’avrà già proposto, magari al grido di “se moriamo è colpa dei poteri forti, del patriarcato, della NATO”.

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