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Oasi Culturale

Me l’ha detto una donna

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi proponiamo una riflessione sull’8 marzo. Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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di Alessandro Andrea Argeri

In occasione della Giornata Internazionale per i diritti delle donne il Mic (Ministero della Cultura) ha aperto decine di iniziative previste in tutta Italia. Risaltano soprattutto gli ingressi gratuiti nei musei, nei parchi archeologici, nei complessi monumentali, nei castelli, nei luoghi storici sotto il patrocinio dello Stato. Il Museo Archeologico di Reggio Calabria in particolare offre una riflessione sul ruolo della donna nell’antichità classica, mentre a Bari anche alcuni privati hanno deciso di aprire gratuitamente. Ad ogni modo, le iniziative sono davvero numerose, disponibili sul sito del Mic.

Veniamo al quotidiano. Nel 2022 ci sono stati 120 femminicidi. Nei primi tre mesi del 2023, questi hanno già raggiunto quota 8. Sarò io “appartenente a una nuova generazione”, ma della festa della donna è giusto parlino le donne. A fronte di dati tanto allarmanti è pura ipocrisia festeggiare l’8 marzo con proclami, post su Facebook o frasi preimpostate, peraltro le stesse da vent’anni, ovvero da quando ho memoria. Oltretutto non possiamo pensare di affermare la parità di genere solo con le quote rosa, se poi non si contrastano le disparità salariali. Insomma non basta un giorno. Il problema non è solo sociale, bensì anche demagogico. Qual è il significato della parola diritti? Qual è inclusività tanto millanta da certe sette dedite all’estremismo culturale?

Se “inclusività” vuol dire “garantire pari opportunità a tutti”, dovremmo lavorare sui benefici concreti anziché sui soliti proclami utili solo a spostare voti. La società è cambiata. “Oltre le gambe c’è di più”, infatti i leader dei principali partiti politici sono donne: impensabile fino a pochi anni fa. Oggi possiamo rivendicare di essere chi vogliamo, tranne noi stessi. Sarebbe bello invece smettere sia di alimentare divisioni, soprattutto con la retorica, sia di dare visibilità a demagoghi intenti a crearli perché altrimenti non riuscirebbero a ritagliarsi un posto in società. Così raggiungeremmo la vera parità di genere. Fidatevi. Me l’ha detto una donna.

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