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Oasi Culturale

Mattarella, Manzoni ed etnia

Benvenuti su “Oasi Culturale”, rubrica de ilsudest.it a cura di Alessandro Andrea Argeri e Sara D’Angelo. Oggi parleremo del discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Milano in occasione dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni. Se vi va, scriveteci: redazione@ilsudest.it/alexargeriwork@gmail.com

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Incisione realizzata da Ardinghi raffigurante Alessandro Manzoni all'età di 25 anni.

di Alessandro Andrea Argeri

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto a Milano in occasione della celebrazione dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni. Potete leggere qui discorso completo, noi ci soffermiamo su alcuni punti fondamentali.

Nonostante il tema “storico” il discorso del capo dello Stato è stato pieno di riferimenti all’attualità della politica nostrana. Innanzitutto, scrive Luca Angelini sulla “Prima Ora” del Corriere, “è la persona”, non l’etnia, “ad essere destinataria di diritti universali, di tutela, di protezione”. Dunque è l’uomo inteso come essere umano ad essere portatore di diritti. Per questo Mattarella chiarisce subito in quali termini è da considerarsi la religiosità dello scrittore milanese: <<Cattolico integrale, ma mai integralista, Manzoni ha affrontato la questione dell’ingresso e della presenza delle masse cattoliche all’interno del processo risorgimentale e di formazione nazionale, respingendo ogni tentazione di mantenimento di forme di potere temporale della Chiesa, da lui considerato storicamente superato, origine di corruzione e fonte di gravi mali>> mentre <<a proposito del Romanticismo e del Risorgimento italiano si cita spesso la triade Dio, Patria e Famiglia, quasi in contrapposizione alla triade della Rivoluzione Francese, Libertà, Eguaglianza, Fraternità. È una cesura eccessivamente schematica. Il romantico e cattolico Manzoni, in verità, non rinnega i valori della Rivoluzione Francese, anzi, li approva e li condivide, insistendo soprattutto su quello più trascurato, la fraternità. La Rivoluzione Francese, secondo Manzoni, aveva tradito questi valori, perché, con il giacobinismo, si era trasformata nell’ideologia del Terrore e della violenza. Nulla, per l’autore dei Promessi Sposi, è più nefasto delle teorie politiche astratte che immolano sull’altare della ragion di Stato i diritti di uomini o di intere popolazioni. Nulla, per lui, è più sacro della vita umana. La verità deve prevalere sulla menzogna, la tolleranza sull’odio, la pietà sulla violenza, la morale sul calcolo di convenienza. A differenza di molti suoi contemporanei, che vagheggiavano improbabili ritorni a ere classiche e pre-cristiane, scrive che non bisogna provare alcuna nostalgia per “la barbarie degli antichi”, un’epoca caratterizzata da guerre di conquista, stermini, distruzioni, sopraffazioni, riduzione in schiavitù.>>

Parole molto chiare, dirette, nelle quali si può leggere un monito alle attuali forze in Parlamento, anche sul piano della gestione dei consensi, infatti: <<Sono state scritte pagine illuminanti sulla vicinanza, l’empatia, la condivisione dell’autore dei Promessi sposi nei confronti delle masse popolari, che per la prima volta diventano protagoniste di un romanzo. Utilizzando una terminologia odierna, possiamo parlare di un Manzoni certamente “popolare”, ma non “populista”.>> Insomma, mancano solo “nomi e cognomi” per trasformare una perfetta lezione di letteratura in una tirata d’orecchie un po’ generale senza esclusione di colpi.

Non solo Promessi sposi però, perché anche <<la Storia della Colonna infame ci ammonisce di quanto siano perniciosi gli umori delle folle anonime, i pregiudizi, gli stereotipi; e di quali rischi si corrano quando i detentori del potere — politico, legislativo o giudiziario — si adoperino per compiacerli a ogni costo, cercando solo un effimero consenso. Un combinato micidiale, che invece di generare giustizia, ordine e prosperità — che è il compito precipuo di chi è chiamato a dirigere — produce tragedie, lutti e rovine>>.

Insomma, Mattarella ne ha proprio per tutti, d’altronde Manzoni era uno scrittore molto “comprensivo”.

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