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La Camera dei deputati accoglie le esigenze delle Aree interne

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di MARIANNA STURBA

È da qualche tempo che le particolarità delle aree interne/montane, richiedono al legislatore una presa di coscienza e un intervento concreto nel riconoscimento delle problematiche.

L’Italia è il Paese dei comuni, è riconosciuto come un grande e bel territorio, una grande e bella nazione, fondata sulla presenza diffusa di quasi 8 mila comuni, Il tema delle aree interne, delle aree rurali e di quelle montane interessa il dibattito politico, infatti il 28 gennaio 2020 varie mozioni sono state presentate alla Camera dei Deputati, e tutti da destra a sinistra hanno convenuto sulla necessità di un intervento immediato e mirato. I territori in oggetto, che da tempo lanciano un grido di allarme, esprimono un disagio profondo nei rapporti con lo Stato centrale, nei rapporti spesso con anche le stesse regioni; sono territori importanti, fondamentali, oltre il 60 per cento dell’intera Italia è rappresentata da queste aree. Rappresentano un fondamentale presidio sia del territorio, un territorio fragile, ma, al tempo stesso, anche un importante presidio di storia del nostro Paese, di caratterizzazione regionale, di appartenenza culturale. Oggi approfondiamo solo alcuni passaggi riguardanti la Sanità : Mozione PD 1/00312 18) ad avviare con urgenza le dovute procedure per adeguare la legislazione vigente al fine di agevolare da parte della popolazione residente nelle aree interne il godimento di servizi primari e salvaguardando i livelli di qualità e sicurezza, la revisione dei criteri per il mantenimento dei presidi ospedalieri e scolastici, nonché di quelli della giustizia negli ambiti montani; Mozione Fratelli d’Italia 1/00317 15) ad adottare le necessarie iniziative, per quanto di competenza, volte a garantire l’erogazione di servizi essenziali alla popolazione residente quali servizi legati alla sanità, trasporti, istruzione, poste e telecomunicazioni, tenendo in considerazione le difficoltà legate alla loro predisposizione in contesti territoriali impervi e di non facile gestione; Mozione Forza Italia 1/00318 f) introdurre specifiche misure di welfare (sanità, trasporti, istruzione, servizi pubblici) per le aree montane del Paese, migliorando le finalizzazioni delle risorse della Strategia nazionale per le aree interne e ridefinendo a livello nazionale i criteri di inclusione nelle aree di intervento, al fine di evitare disparità di trattamento ed esclusioni, derivanti da criteri di selezione aggiuntivi adottati dalle regioni; E ora anche qualche parere espresso Patrizia Terzoni, M5S In merito alla revisione della strategia Aree Interne in Sanità, a presidi ospedalieri e punti nascita, e sulle politiche attive del lavoro. Per la Sanità: “Infine, è fondamentale agire sui diritti fondamentali, salute e giustizia, adeguando la legislazione vigente, salvaguardando i livelli di qualità e sicurezza, la revisione dei criteri per il mantenimento dei presidi ospedalieri e scolastici, nonché per quelli della giustizia negli ambiti montani. Se si continuerà sulla strada di chiudere reparti e punti nascita nei presidi ospedalieri montani, svalutando e dequalificando le strutture e anche le professioni, e obbligando i cittadini a grandi spostamenti per partorire o anche solo per fare esami specialistici, si minerà in maniera importante la possibilità che i territori montani possano rinascere a nuova vita” Federico Fornaro LeU “I territori rurali e i territori montani vedono cittadini che si considerano, sono percepiti e si percepiscono come cittadini di serie B rispetto ai loro omologhi che vivono nelle città. Il livello e la qualità dei servizi, dalla sanità ai trasporti, fino alle infrastrutture digitali, dice sostanzialmente questo: progressivamente si è andata tagliando la qualità e la quantità di questi servizi, e questo in qualche modo si sposa in negativo proprio con lo spopolamento. Bisogna, quindi, da questo punto, invertire con più forza e coraggio questa tendenza; bisogna invertire, per esempio, nel settore dei trasporti, perché troppo spesso gli investimenti e le attenzioni di chi gestisce questo servizio vanno ai servizi di alta velocità, vanno verso il mercato, dimenticandosi troppo spesso dei treni regionali, di quelli dei pendolari ” In questa prospettiva, avendo il Patto della salute avviato con le regioni la revisione del DM 70, la possibilità di modificare proprio nell’impianto normativo il riconoscimento delle particolarità dei presidi montani, diventa ipotesi concretizzabile L’obiettivo a cui tendere, è ricomporre, ricucire un tessuto che è stato negli anni molto slabbrato e questo diventa una lotta alle disuguaglianze territoriali. La sanità ha tagliato proprio i presidi periferici aggiungendo un’ulteriore causa all’abbandono di questi territori e al sovraffollamento delle grandi città. Assistiamo ad una seconda “rivoluzione industriale”, che ha visto lo spopolamento delle campagne e l’emergere delle grandi.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo