Mettiti in comunicazione con noi

Politica

Malagò confermato Presidente del Coni per la terza volta

Giovanni Malagò più forte degli avversari e della politica conquista per la terza volta il trono del Coni

Avatar photo

Pubblicato

su

malagò

DI FABRIZIO RESTA

Credit foto Nazionale calcio licenza  CC BY 2.0

Ce l’ha fatta di nuovo Giovanni Malagò e si è confermato per la terza volta consecutiva come Presidente del Coni. A nulla sono valsi gli sforzi di Renato di Rocco e di Antonella Belluti suoi avversari.  La sua “dittatura” durerà per quasi quindici anni, anche grazie al contributo dell’ex ministro Luca Lotti, che con uno degli ultimi atti del governo Pd, ha introdotto la possibilità di essere eletto un terzo mandato, precedentemente proibito dalle norme.

Gli avversari, diciamolo, erano poco competitivi: la Belluti, prima candidata donna della storia, era una candidatura più di testimonianza, per ribadire la necessità di dare un certo ruolo alle donne anche nello sport. Ed è un peccato, perché la Belluti, per il suo potenziale di idee e di esperienza avrebbe potuto fare molto di più per lo sport dei soliti noti, se solo avesse avuto alle spalle un maggior consenso.  Speriamo che continui ad avere uno spazio importante nel settore perché perdere una persona capace come lei sarebbe un peccato mortale per tutto lo sport italiano. Se la Belluti ha avuto il coraggio di mettere con le spalle al muro molti presidenti federali, ponendoli di fronte ai (troppi) errori e di farsi portavoce delle persone dimenticate da un sistema che si è troppo occupato di fare politica più che pensare allo sport nazionale, lo stesso coraggio Renato di Rocco non l’ha avuto. Forse per questo motivo non è riuscito nell’impresa, pur essendo il vero rappresentante dell’”opposizione” malagoniana. 13 voti, troppo pochi per impensierire l’avversario.

Il confermato Presidente del Coni è un uomo potente, simbolo del potere in Italia e come tale ha anche lui i suoi lati “oscuri”. Per aver comprato tre esami universitari (Diritto Privato, Economia politica 2 e Diritto Commerciale) con l’aiuto di un bidello che falsificava le firme dei docenti con cui li avrebbe sostenuti, nel 1993 viene condannato in primo grado a 1 anno e 10 mesi, ma nel 1999 viene prescritto.  Successivamente cerca di sanare ben 9 abusi edilizi (9!!!) e nel giugno 2018 viene iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione, nell’ambito dell’inchiesta sulla costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle, per aver provato a cercare un posto di lavoro per il fidanzato di sua figlia Ludovica presso l’immobiliarista intercettato Luca Parnasi. Tre mesi dopo la Procura chiederà al GIP l’archiviazione per Malagò.

Giovanni Malagò è stato quindi davvero invincibile per tutti: dagli avversari alla politica che negli ultimi anni ha cercato di ridimensionarlo in tutti modi ma vanamente. Prima il leghista Giorgetti poi l’ex ministro Spadafora ed infine persino l’ex premier Giuseppe Conte hanno cercato di contenere lo strapotere del Coni e del suo Presidente. Purtroppo Malagò era invincibile anche all’interno del Parlamento: Italia Viva e Pd ma un po’ tutti alla fine hanno finito per abbassare il capo di fronte a lui. il M5s pretendeva almeno una incompatibilità che costringesse Malagò a scegliere fra il suo terzo mandato al Foro Italico e la presidenza delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Nulla di fatto, vittoria piena. Così via libera al terzo mandato ma anche e soprattutto al decreto salva autonomia. La verità è che il Coni negli ultimi anni è diventata una superpotenza all’interno dello Stato, o meglio quasi uno Stato a parte, con ricavi pari al 3% del Pil, con una propria amministrazione ed un proprio sistema giudiziario. Peccato che con una “potenza di fuoco” del genere non si cerchi di cambiare le molte problematiche dello sport in Italia, a cominciare dalla scarsa presenza del Coni all’interno della scuola ma soprattutto gridano forte vendetta i gravissimi casi di disparità di genere come quello di Lara Lugli, pallavolista licenziata perché incinta. Con un potere capace di mettere in ginocchio persino il Parlamento, ci saremmo aspettati se non una punizione per la società sportiva, o meglio una nuova norma per impedire casi del genere, per lo meno una dichiarazione di ferma condanna….ma dalla sede centrale del Coni tutto tace. Per fortuna, la società Volley Pordenone ha in queste ultime ore fatto marcia indietro; quindi niente tribunale e sarà ottemperato ogni obbligo nei confronti dell’atleta. Certo, è una notizia fantastica ma non per merito del Coni.