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Politica

G8 di Genova, violenza in bianco e nero

Perché in bianco e nero? Le immagini, tragiche, del G8 di Genova sono a colori. Eppure, quanto successo a Genova dal 19 luglio al 22 luglio 2001,è identico a quanto successo in decine di città italiane negli anni 70. Inoltre sul G8 di Genova, molte sono state le ombre nere.

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Credit foto copyriot licenza CC BY 2.0

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Di Pierdomenico Corte Ruggiero

Perché in bianco e nero? Le immagini, tragiche, del G8 di Genova sono a colori. Eppure, quanto successo a Genova dal 19 luglio al 22 luglio 2001 è identico a quanto successo in decine di città italiane negli anni 70. Inoltre, sul G8 di Genova molte sono state le ombre nere.

Quando il governo D’Alema sceglie Genova come sede del G8 iniziamo subito le polemiche.

La città non è adatta per garantire l’efficace gestione dell’ordine pubblico.

Con le vie strette, con la mancanza di spazi dove far defluire le migliaia di manifestanti.

Per schierare con efficacia le forze dell’ordine.

A  Genova non è previsto solo l’arrivo dei potenti. Arriveranno manifestanti da tutta Europa. Per chiedere giustizia sociale, lotta alla povertà, lotta all’inquinamento. Saranno rappresentate tutte le anime della protesta pacifica.

Sono attesi, però, anche i temibili Black Block. Nati negli Usa nel 1991, si caratterizzano per azioni violente di devastazione con uso di tattiche di guerriglia urbana. Avevano dato prova di sé a Seattle e Washington. Sono un pericolo reale per il G8 di Genova.

Il governo Berlusconi,  uscito vincitore dalle elezioni del maggio 2001, non si preoccupa molto dei Black Block.

Il 19 luglio inizia il G8. Genova è blindata, molti residenti lasciano la città. Tira una brutta aria. I potenti ospiti di Berlusconi vengono protetti da una controllatissima zona rossa. All’esterno iniziano le manifestazioni di protesta. Tutto diventa in bianco e nero.

Per la presenza dell’ex missino Gianfranco Fini che da Vicepresidente del Consiglio si reca presso la Questura di Genova. Per la presenza delle forze dell’ordine che usano tattiche degli anni 70.

Pesanti schieramenti di poliziotti, carabinieri e finanzieri. Che si muovono con difficoltà. Quando entrano in azione i Black Block, la reazione delle forze dell’ordine è lenta. Arrivano sempre quando i violenti sono fuggiti. Vengono, invece, caricati i manifestanti autorizzati a sfilare. Le forze dell’ordine caricano in maniera violenta. Con un massiccio lancio di lacrimogeni. Viene usata anche una tecnica molto pericolosa, che già aveva fatto vittime negli anni 70. I blindati delle forze dell’ordine vengono lanciati ad alta velocità contro i manifestanti. Che sono costretti a scappare per non essere investiti. Quando ci riescono.

Iniziano gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine mentre i Black Block continuano la loro opera di distruzione.

Il 20 luglio, Carlo Giuliani viene ucciso in Piazza Alimonda da un colpo di pistola sparato da un carabiniere. Carlo Giuliani insieme ad altri stava attaccando un veicolo dei carabinieri. Una morte accidentale secondo quando verrà poi stabilito dalle sentenze. Una morte causata da molti fattori.

La grave impreparazione delle forze dell’ordine. Venivano usati militari di leva nei reparti deputati al mantenimento dell’ordine pubblico. L’addestramento non era ottimale. Il coordinamento era scarso. La gestione dell’ordine pubblico spetta ai funzionari della Polizia che però si devono coordinare con gli ufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Molte le polemiche sulla figura di Carlo Giuliani. Una cosa è certa. Carlo Giuliani è una vittima. Non un criminale che meritava di morire . Non una figura eroica perché, come scrisse Pasolini, i veri proletari sono spesso quelli in divisa. E non ha senso la guerra tra proletari. Carlo Giuliani è una vittima di un colpo di pistola che non andava sparato.

Le violenze non terminano con la morte di Carlo Giuliani. Il G8 non è ancora finito. Altre immagini in bianco e nero si preparano.

La polizia, senza un valido motivo, irrompe nella scuola Diaz. Che il comune di Genova aveva  messo a disposizione dell’ufficio stampa dei manifestanti. Ufficialmente la polizia entra per fare una perquisizione. Cercano armi. In realtà, è un terribile pestaggio. Decine di innocenti picchiati con ferocia. Ossa rotte, sangue sulle pareti, sui pavimenti. Immagini degne del peggior Cile del peggior Pinochet.

Molte delle persone arrestate presso la scuola Diaz vennero condotte presso la caserma  di Bolzaneto. Dove subirono altre violenze.

Il G8 di Genova è una ferita ancora aperta. Una gravissima sospensione delle garanzie costituzionali. Un clima di impunità favorito e incoraggiato dalla presenza di un governo di destra.

L’Italia ha la pericolosa tendenza al ritorno a certe immagini in bianco e nero. Più nero che bianco.