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Editoriale

LA POLITICA ITALIANA SULLA SCIALUPPA MENTRE LA NAVE AFFONDA

Di Pierdomenico Corte Ruggiero La nave Italia naviga in un mare burrascoso. Dalle tante falle nello scafo, entra sempre più copiosamente acqua. Una metafora, certo. Che rende perfettamente l’idea. La Pandemia ha scosso profondamente ogni settore della nostra vita economica e sociale. La crisi sanitaria è diventata economica. Eppure, nel 2021 il nostro Paese sembrava […]

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Credit foto "15/52 : Titanic" by Eric Constantineau - www.ericconstantineau.com is licensed under CC BY-NC 2.0.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La nave Italia naviga in un mare burrascoso. Dalle tante falle nello scafo, entra sempre più copiosamente acqua.

Una metafora, certo. Che rende perfettamente l’idea. La Pandemia ha scosso profondamente ogni settore della nostra vita economica e sociale. La crisi sanitaria è diventata economica.

Eppure, nel 2021 il nostro Paese sembrava in ripresa. Grazie anche alla prospettiva dei molti miliardi del PNRR. Ottimi i segnali per un poderoso sviluppo economico.

Nel febbraio scorso la guerra in Ucraina ha stravolto tutto. Nuovamente. Aumenti incontrollati delle materie prime. Incertezza e pessimismo.

Aumenta la fragilità. Aumenta la povertà. Moltissimi problemi. Questo sarebbe il tempo della buona Politica. Capace di fornire risposte. Per la tutela di tutti.

Invece la politica italiana è da molto tempo salita sulla scialuppa. In sicurezza. Con lo scopo primario di mantenere i privilegi. Di cercare voti facili.

Tutte le categorie sociali stanno pagando il prezzo di una crisi sempre più grave: operai, impiegati, imprenditori, studenti, disoccupati, anziani, malati. Tutte le categorie chiedono l’intervento dello Stato.

In una simile situazione servono risposte politiche armoniose. Un piano di sviluppo economico e sociale che raccolga tutte le istanze. Nessuno può essere lasciato indietro, non in tempo di guerra e crisi.

La nostra classe politica ha scelto, purtroppo, la via più facile. Strumentalizzare il malcontento del proprio bacino di voti. “Se tu imprenditore non trovi lavoratori è colpa del reddito di cittadinanza”. “Se sei disoccupato è colpa tua che non vuoi fare sacrifici”. Sacrifici che la maggior parte dei nostri politici non ha mai conosciuto.

Per creare lavoro, per assicurare la giusta tutela alle fasce più fragili, per avere scuole ed ospedali migliori, servono soldi. Tantissimi. Due le opzioni: o fai più debito pubblico o fai pagare le tasse. A tutti.

Una rigorosa politica fiscale però porta a perdere voti. Non a caso dalla fine degli anni 90 la ricetta dei vari governi è stata riforme a costo zero e taglio continuo della spesa pubblica. Aggravando i nostri problemi.

Servono decisioni coraggiose e impopolari a volte. La nostra classe politica ha preferito nascondersi dietro i vari governi tecnici. Quando è stata costretta a governare ha fatto promesse che sapeva di non poter mantenere. Accusando poi il solito nemico immaginario: l’Europa, l’invasione dei migranti, i poteri forti, gli alieni, la grande moria delle vacche. Per dirla con le parole di Cetto La Qualunque, in Italia per vincere le elezioni troppo spesso basta solo saper dire “la minchiata giusta al momento giusto”.

Anche i prossimi referendum sulla giustizia hanno più valore politico che sostanziale. Lasciando senza soluzione i problemi che paralizzano i tribunali.

Il capitano di una nave condivide la sorte della sua imbarcazione. Senza sconti o vie di fuga. La guida di una Nazione richiede lo stesso senso di responsabilità. Specialmente ora che lo scoglio è pericolosamente vicino.

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