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Editoriale

CRISI DI GOVERNO, IN DEMOCRAZIA NESSUNO E’ INDISPENSABILE

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"ECB Press Conference Mario Draghi" by European Central Bank is licensed under CC BY-NC-ND 2.0.

Di Pierdomenico Corte Ruggiero

La caduta degli Dei. Apocalisse. Fine del mondo. Questo il clima che circonda la crisi di governo. Il divino Draghi che cade come i comuni mortali. L’Italia vive un momento difficile. Crisi economica, crisi energetica, la pandemia. Banale dire che abbiamo bisogno di stabilità.

Identico bisogno che avevamo nel 2021. In una situazione peggiore. Non avevamo vaccini, l’economia era bloccata. Un cambio di governo era l’ultima cosa da fare. Eppure, Conte è caduto. Sostituito da Draghi. Una scelta necessaria secondo molti per “senso di responsabilità”. Senso di responsabilità che tradotto significa secondo i nostri interessi.

Perché Draghi è così indispensabile? Non per le sue capacità politiche. Semplicemente Draghi garantisce sonni tranquilli ai padroni del vapore . Gli stessi che hanno chiesto all’Italia la macelleria sociale che abbiamo visto per anni. Addirittura, secondo alcuni esponenti politici, senza Draghi verrebbero bloccati i fondi del Pnrr. La cosa è di una gravità estrema. Non c’è fiducia nel sistema Italia, la nostra è una sovranità limitata. Effettivamente sono tante le criticità italiane. Questo non giustifica il ricorso “all’uomo della provvidenza”. Quando mancherà la “garanzia” Draghi cosa succederà al nostro Paese?

La nostra è una democrazia incompiuta da anni. Dove la politica non ha più credibilità. Una nazione matura non ha paura di una crisi di governo. Basterebbe introdurre la sfiducia costruttiva. Dobbiamo avere timore di una classe politica che si nasconde dietro il Draghi di turno.

Non è una difesa di Giuseppe Conte. La sua è una azione confusa, guidata solo da dinamiche interne. Come quella del Partito Democratico che aveva scelto Conte come riferimento del campo progressista. Lo stesso Giuseppe Conte che firmava i decreti di Salvini.

Il vero punto è che non si possono bloccare le dinamiche politiche e democratiche per “senso di responsabilità”. Nel 2011 era giusto andare a votare invece per “senso di responsabilità” è stato scelto Mario Monti. Che ha poi aperto la porta a populisti e sovranisti.

Aldo Moro voleva dare piena dignità istituzionale al Partito Comunista, lasciando poi agli elettori la scelta. Il Parlamento deve tornare ad essere sovrano nella scelta del governo. Deve essere ribadita la laicità dello Stato, soprattutto al Vaticano che troppo spesso cerca di dare indicazioni di natura politica.

Da anni ogni scelta politica è stata fatta guardando all’Europa, “lo chiede l’Europa”. Perdendo di vista le esigenze dei cittadini. Sicurezza sociale in primis. Non sono argomenti da populisti ma la base di un vero programma di sinistra.

La sinistra rappresentata(?) dal Partito Democratico è timida e balbettante. Timorosa davanti a Draghi. Non è un reato muovere critiche al Presidente del Consiglio. Non è tutto sacrificabile per “senso di responsabilità”.

Il nostro è un Paese che deve tornare ad essere credibile a prescindere dal Presidente del Consiglio di turno. In politica è sempre pericoloso il culto della personalità.

Non è ammissibile il “dopo Draghi il diluvio”. Abbiamo tantissimi italiani onesti, volenterosi e capaci che possono dare un contributo prezioso. Per questo nasce la politica. È tempo di ricordarlo.

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