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Editoriale

I programmi elettorali sono come le derivate

Chi capisce le derivate? Satira esclusiva vietata agli inclusivi (e ai permalosi).

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“Ormai una cosa è chiara, tutti danno per scontata la vittoria della destra, tutti compreso quelli che dovrebbero essere l’alternativa”. Copertina realizzata da Paolo Lombardi.

di Alessandro Andrea Argeri 

In queste settimane viviamo tutti in un mondo migliore. Ogni candidato è pronto a dare la vita per il nostro Paese, chiunque andrà ha progetti per compiere grandi imprese. Bacchette magiche, super poteri, coalizioni, alleanze, intrighi, alcuni addirittura sono capaci di evocare Draghi. Se sembra uno spin off di Game of Thrones tranquilli, è tutto normale. Le elezioni italiane non sono le più aggressive mai inscenate, bensì le più fantasmagoriche. I programmi elettorali sono come le derivate: delle analisi indispensabili, un miscuglio di tutto improntato alla semplificazione.

Qualche giorno fa un amico mi ha detto: <<Vorrei ci fosse un app. per spegnere tutte le altre app., cosicché io, elettore, possa andare a votare chi ho intenzione di votare senza troppi ripensamenti>>. Ricordo di aver letto un pensiero simile su l'”Amaca” di Michele Serra, “ai tempi” delle turbe di Calenda col PD. Credo sia questo un sentimento diffuso, anche perché, francamente, io sono dello stesso parere. Sicuramente se saremo in pochi ad andare a votare, un ruolo cruciale lo avranno gli italiani all’estero: vivono fuori, quindi conoscono poco i candidati, i quali solo così possono sembrare vagamente credibili.

Basta ascoltare i discorsi in fila alla cassa del supermercato per capire quanto sia insensato parlare di elezioni. Inutile destreggiarsi con i sondaggini realizzati in base ai retweet. Fino al 25 settembre gli economisti possono smetterla di accentuare la erre moscia davanti alle telecamere. La vittoria del centrodestra è ormai scontata. Il centrosinistra si è sabotato da solo, o più semplicemente non ha mai avuto intenzione di opporsi. Tuttavia con la legge elettorale attualmente in vigore il Paese rimarrà ingovernabile, dunque Draghi andrà un paio di mesi al mare, tanto qua al Sud l’inverno è già passato, dopodiché tornerà richiamato all’unanimità.

D’altronde da “eroe per caso” a “eroe per caso nazionale” il passo è breve. Siccome questo paese lo hanno salvato i Santi Medici, altrimenti non mi spiego come possa essere ancora in piedi, propongo di eleggere Mr. “Whatever it Takes” Santo Patrono d’Italia. Da lì in poi basta cambiare solo poche lettere per passare da “patrono” a “padrone”.

Il PD è alle prese con la sfida contro il peggior nemico di sempre: sé stesso. Letta e Meloni si attaccano costantemente sui social, poi dal vivo parlano amorevolmente. Sono i nostri Johnny Depp e Amber Heard, le parodie. Chissà allora se entro il 25 settembre non assisteremo a qualche processo reale, non mediatico. Potrebbe avvenire se consideriamo come c’è chi sceglie i candidati con le primarie, chi con le parlamentarie, chi con le “domiciliarie”.

Ma noi no. Siamo chiamati a scegliere i puri, i retti, i crociati della democrazia, “altrimenti vincono gli altri”. Ci sono le devianze, i deviati, le derive, i derivati, tutti temi interessanti quanto le derivate: il loro campo di applicazione è vastissimo, si possono usare per il sugo, il brodo, il gelato, la campagna elettorale. Nessuno però sa di preciso cosa siano, però ci sono.

È tutto invertito, ma non è “Inside Out”. Chi non è sposato sostiene la famiglia tradizionale con la stessa ipocrisia della scritta d’avvertenza “il fumo uccide” sul pacchetto delle sigarette. Chi non ha mai lavorato parla dei lavoratori, chi non ha mai studiato vuole riformare la scuola, il whiskey depura l’organismo, la vodka è ottima per curare il mal di pancia. Solo su un tema sembrano essere tutti concordi: “serve la stabilità”, ovvero la possibilità di stabilirsi stabilmente sulla poltrona.

Parliamo d’altro, allora. Belli i tempi in cui il rap non era così sdoganato. Nessuno inquinava con la trap. C’erano temi, contenuti, testi pensati, attenzione al sociale, suoni aspri ma reali. Finalmente ho deciso: alle elezioni voterò Noyz Narcos. N. B. La tecno va ancora di moda, è identica al suono del buco nero al centro della galassia, chissà se sono finite lì le proposte per la sanità.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).