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“L’apocalisse è vicina”, ma stiamo sereni

Un tecnico verrà a salvarci, è scritto nella profezia. “Leggere attentamente le avvertenze, il prodotto potrebbe avere effetti collaterali, consultare il foglietto illustrativo, contattare il medico, tenere fuori dalla portata dei bambini”.

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In copertina, Ignoto pittore, scena del capitolo 12 dell’Apocalisse , particolare di San Michele, affresco, fine XI secolo, chiesa di San Pietro al Monte, Civate (Italia). (Wikimedia Commons, dominio pubblico).

di Alessandro Andrea Argeri

Dopo il 25 settembre, quando il Verbo ci abbandonerà schifato ai nostri nefasti destini per concentrarsi su più alte questioni, l’apocalisse si abbatterà su di noi, poveri peccatori del mondo libero. A quel punto anche gli atei potrebbero essere costretti ad appellarsi al Signore, quello originale. Chissà, magari per riscaldarci in inverno le lingue di fuoco dello Spirito Santo saranno più efficaci del fiato al napalm dei dragoni.

Esplosione dei prezzi dell’energia, impennata dell’inflazione, insostenibilità del nostro attuale modello di vita. Oh, suvvia! Sarà solo un caso se il partito d’opposizione, cattolico, conservatore, è attualmente primo in Italia. La battuta potrebbe anche essere: contrastare Giorgia Meloni con Di Maio. Suona meno ironico quando ci si accorge di aver scritto la verità. L’apocalisse è vicina, ma stiamo sereni: arriverà un tecnico a compiere miracoli, è scritto nell’antica profezia.

In questi giorni leggere la stampa estera può nuocere alla salute. Se un tempo si moltiplicava il pane, ora a moltiplicarsi è il prezzo delle bollette. Macron ha sentenziato: “la fine dell’abbondanza”, ma poi non è partita la musica epica. Di conseguenza niente pane, figuriamoci pesce. Chi è abbastanza grande, in questa calda estate vede già l’arrivo dell’austerity del 1973: domeniche a piedi, targhe alterne, lampioni spenti in città, coprifuoco per locali, uffici, servizi vari. Tutto chiuso in anticipo.

Siccome i programmi scolastici arrivano a malapena al 1945, a Palazzo Chigi hanno deciso di inscenare un revival per consentire ai più giovani come me di vivere, o rivivere per gli smemorati, tale magico periodo. Potremmo passare quindi da non poter camminare a piedi a dover girare solo a piedi, ma tranquilli: è tutto uno scherzo a scopo didattico. Anzi, dovremmo ringraziare. Personalmente però, non la considero la miglior forma di apprendimento interattivo. Ad ogni modo, se dovesse ritornare l’austerity, io avrei più paura degli anarchici anziché dei fascisti.

Si parla di razionare, in Europa parlano da mesi di “risparmiare”. Noi italiani però siamo stati più scaltri. Abbiamo infatti taciuto fino ad ora per una scelta razionale, ovvero per non intaccare il grande ottimismo di quest’estate grazie al quale abbiamo potuto vantare un Pil andato bene, sebbene la crescita dipenda in gran parte dalle costruzioni, quindi dal tanto odiato Superbonus. Le truffe, secondo la classifica dell’Agenzia delle Entrate, sono dovute principalmente al bonus facciate voluto dal ministro Franceschini, poiché per tale sussidio la burocrazia è meno stringente. Il Superbonus invece prevedeva già una serie di controlli burocratici. Ora però, anche chi non è economista può facilmente intuire come, considerati i rincari energetici, l’industria rallentata, le restrizioni ai bonus edilizi, l’economia non avrà più lo stesso passo.

Mi domando, forse ingenuamente: chi si sobbarcherà questi ulteriori sacrifici? Certamente non Macron, né Draghi, né qualsiasi altro alto rappresentante. Idem in guerra. In Ucraina su entrambi i fronti non combattono solo i poveri, bensì anche i poverissimi. All’alba dell’invasione solo i più ricchi hanno potuto scappare in Europa, mentre il governo russo ha mandato a morire reclute, minoranze etniche, ventenni preparati alla guerra allo stesso modo di noi ragazzi italiani alla bancarella del tiro al bersaglio. Come siamo arrivati a tanto? Davvero i nostri governi non possono opporsi alla catastrofe annunciata? Ma in Italia non avevamo “i migliori”? Forse erano solo gli optimates. Eppure, quando l’apocalisse arriverà, sentiremo comunque di aver commesso il peccato originale di “aver mandato via l’unico Salvatore”, anche se quest’ultimo si è ostracizzato da solo. A pensarci bene, la Bibbia può essere divisiva, sicuramente qualcuno ha già proposto di abolirla.

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Giornalista regolarmente tesserato all'Albo dei Giornalisti di Puglia, Elenco Pubblicisti, tessera n. 183934. Pongo domande. No, non sono un filosofo (e nemmeno radical chic).