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Sanità

Parliamo di Fase 2, ma ancora dobbiamo fare gli italiani

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di PIERDOMENICO CORTE RUGGIERO

“Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, questa frase attribuita a Massimo D’Azeglio, è molto famosa ed emblematica.

Dal 1861, la domanda è sempre la stessa, siamo riusciti a fare gli italiani? La  risposta è un Ni, tendente a No. La maggioranza degli italiani, sono onesti, lavoratori e dimostrano, nelle tragedie, grande spirito di solidarietà. Troppo spesso, però, sono maggioranza silenziosa. Abituati al trionfo del furbo e dell’individualismo. Siamo rassegnati, alla violazione delle regole, all’ arte di arrangiarsi. Tutto questo, emerge con chiarezza durante questi mesi di emergenza da Coronavirus. La situazione è chiara, siamo davanti ad una gravissima emergenza sanitaria. Con tanti morti, con il sistema sanitario al collasso. Le regole da seguire, sono altrettanto chiare. Evitare assembramenti, tenere una distanza di almeno un metro dalle altre persone, lavare le mani, non toccare il viso, ridurre gli spostamenti. Regole semplici, che salvano la vita. La rischiamo tutti, nessuno escluso. Logica vorrebbe, quindi, che queste regole vengano seguite con scrupolo ed in maniera volontaria. Invece no, in Italia no. Come sempre, tanti, troppi, furbi. L’Italia ha dovuto mettere in campo, un sistema repressivo mai visto. Centinaia di posti di blocco, multe salate, uso di elicotteri e droni. Se non ci fossero i morti da piangere, sarebbe una farsa degna dei film di Totò e di Sordi. Retate per fermare cercatori di asparagi, inseguimento sulla spiaggia per fermare un pericoloso podista solitario, persone che portano il coniglio a passeggiare per poter uscire di casa. Continui messaggi sui social e in televisione, per invitare a lavarsi le mani e a non uscire di casa. Un governo che è stato costretto ad usare un pesante apparato di controllo e toni duri, è la certificazione che non siamo un popolo. Non siamo capaci di costruire una comunità, dove le regole vengono seguite volontariamente perché necessarie al bene comune. Molti italiani non si fidano delle istituzioni, non le riconoscono. Abbiamo ancora la visione da popolo gregge, che necessità del pastore per essere guidato. Infatti, anche in questi mesi di emergenza, molti invocano l’Esercito e metodi duri. Metodi duri, che in molte Nazioni non sono stati necessari. Non facciamo paragoni con le Nazioni più evolute della nostra. Facciamo il paragone con il Portogallo. Una Nazione con un sistema sanitario peggiore del nostro. In Portogallo hanno avuto un basso numeri di morti e contagi. Senza usare metodi duri, è bastato spiegare che erano regole necessarie per salvare vite e per il bene di tutti. Da noi invece si è seguito il metodo cinese, quello di una Nazione dove la libertà personale e di espressione ha forti limiti. Ora ci aspetta la Fase 2, che può funzionare solo con il rispetto delle regole, in cui ciascuno sarà padrone non solo del proprio destino ma anche di quello degli altri. Sarà l’occasione per diventare finalmente popolo? Di sicuro non possiamo permetterci errori. Non più.

Credit foto http://www.strettoweb.com/2020/04/coronavirus-calabria-modella-fase-2-zone-rosse/1001701/