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Coppi e la Dama Bianca

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di DANILO GIANFRATE

Quell’amore clandestino nell’Italia bigotta degli anni ‘50

Natale 1954: le cronache giornalistiche sono movimentate dallo “scandalo” che ha come protagonisti Fausto Coppi, campione ineguagliabile del ciclismo, e la “dama bianca”, Giulia Occhini, moglie del dottor Enrico Locatelli, medico condotto di un paesino del Varesotto.

Quello tra Fausto e Giulia è un amore clandestino, chiacchierato. I due si conoscono dal ’48 ma la storia viene fuori e diventa di pubblico dominio nel 1953 quando Coppi trionfa nel campionato mondiale di ciclismo che si svolge a Lugano nel settembre di quell’ anno, staccando il fortissimo Derycke,   e un giornalista francese scrive: “Accanto a Coppi c’è una dama in bianco ”.

Da quel momento per i due amanti inizia un periodo di tribolazioni, di fughe, di inseguimenti anche da parte della legge. La donna, perseguitata dal marito che fa di tutto perché ritorni a casa, è addirittura arrestata per adulterio e tenuta in cella per quattro giorni, nel carcere di Alessandria. Sarà rilasciata con foglio di via e obbligata al domicilio coatto presso l’abitazione di uno zio, ad Ancona. A Coppi sarà invece ritirato il passaporto.

Nel processo che seguirà l’anno successivo, la “Dama bianca” subirà la condanna a tre anni di carcere e il “Campionissimo” ne avrà due per abbandono del tetto coniugale.

Nell’Italia bigotta e conservatrice del tempo, Fausto e Giulia sono considerati, con disprezzo, solo dei “concubini”. I due vivono come “zingari”, cambiano albergo e residenza di continuo. Quando la “dama bianca” resterà incinta, sarà costretta a partorire in Argentina.

Il figlio dello “scandalo” si chiamerà Faustino.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo