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Francesca Schiavone: orgoglio del tennis italiano

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di MICHELE DE GREGORIO

Una battaglia durata quattro ore e quarantaquattro minuti a colpi di dritto e rovescio: di fronte Francesca Schiavone, la stella più brillante nel firmamento del tennis femminile italiano, e Svetlana Kuznetsova, seconda nel ranking mondiale fino al 2007 e già vincitrice di due tornei del Grande Slam. In palio l’accesso ai quarti di finale di uno dei tornei di tennis più prestigiosi, gli Australian Open, che nessuna delle due giocatrici ha mai vinto.





Al termine dell’incontro, dopo aver annullato ben sei palle match alla russa, la Schiavone ha portato a compimento la sua impresa ,con il risultato di 6-4 1-6 16-14, raggiungendo così una serie di risultati mai conseguiti prima da nessun italiano: i quarti di finale nel torneo australiano e, almeno una volta, in tutti i tornei del Grande Slam (record assoluto anche per gli uomini), il record di durata per un match del Grande Slam femminile e lo straordinario quarto posto nella classifica mondiale femminile. Tanti record ridanno lustro al movimento tennistico italiano che, purtroppo, solo in campo femminile riesce ad esprimere qualche talento rispetto al nulla del settore maschile.

E’ stata una vittoria molto sofferta, figlia della tenacia, della resistenza fisica e del grande spirito di sacrificio della tennista milanese di origini irpine, nonché del suo tennis vario e fantasioso che alterna colpi ad effetto a bordate da fondo campo. Per chi pensasse di essere di fronte ad una giovane stella emergente del panorama tennistico mondiale, rammentiamo che Francesca Schiavone compirà trentuno anni il prossimo 23 giugno. Diventata professionista nel 1998 all’età di diciotto anni, non ha mostrato subito tutti il suo talento esplosivo ma ha costruito il suo tennis e la sua carriera passo dopo passo, grazie alla sua caparbietà, alla sua costanza e, soprattutto, grazie all’attitudine al lavoro ed allo sforzo fisico di cui lei stessa è consapevole ed orgogliosa e che la portano ad autodefinirsi una “roccia”. La prima qualificazione in un torneo del Grande Slam, gli Us Open, avviene nel 2000 e, da quel momento, si susseguono risultati positivi che le consentono di giocare quarti di finale e semifinali in tornei importanti, inclusi i quarti di finale ai giochi olimpici di Atene nel 2004; scala così varie posizioni in classifica fino ad arrivare a ridosso delle prime migliori dieci tenniste al mondo, ma non raggiunge ancora l’apice del suo successo. Finalmente giunge la prima vittoria importante della sua carriera: è il 17 settembre del 2006 e Francesca, insieme alle compagne di nazionale Roberta Vinci, Flavia Pennetta e Mara Santangelo, consente all’Italia di portare a casa la Fed Cup (la Coppa del Mondo nel tennis rosa) per la prima volta nella sua storia. Nel 2007 vince in Austria, a Bad Gastein, il suo primo torneo singolare del WTA, il circuito mondiale dei tornei femminili. Francesca Schiavone non è più una sorpresa per le sue colleghe che ora la temono per la sua volontà di ferro ed i suoi muscoli d’acciaio. Dopo aver vinto altre due Fed Cup, nel 2009 e 2010, ed altri tre tornei del WTA, compie il suo primo capolavoro sportivo vincendo il Roland Garros, il 5 giugno 2010, un’impresa storica che rimarrà negli annali dello sport italiano. La milanese infatti è stata la prima ed unica tennista ad aver vinto un torneo del Grande Slam, il mini circuito di tornei di tennis che comprende le quattro rassegne più importanti a livello mondiale e di cui fanno parte, nell’ordine cronologico con cui si disputano ogni anno, i già citati Australian Open di Melbourne, il Roland Garros o Open di Francia a Parigi, Wimbledon di Londra e, a chiusura di stagione, il Flushing Meadows o Us Open di New York. Con la vittoria di oggi negli ottavi degli Australian Open, la Schiavone raggiunge il punto più alto della sua carriera nel ranking mondiale, quella quarta posizione che nessuna tennista italiana era mai riuscita ad occupare, tranne Adriano Panatta in campo maschile.

Purtroppo l’interminabile e durissima maratona tennistica di un paio di giorni prima ha lasciato qualche segno nel fisico della nostra beniamina che, nei quarti di finale, si è dovuta arrendere alla numero uno del tabellone, la danese Caroline Wozniacki, dieci anni in meno e undici centimetri in più che nel tennis contano. Il risultato finale è stato 3-6 6-3 6-3 con il primo set a favore della Schiavone che ha dimostrato, ancora una volta, di non avere timore e di non arrendersi davanti alle difficoltà. Per questo confidiamo tutti che Francesca saprà ancora stupirci…

In questi giorni anche un’altra italiana, la brindisina Flavia Pennetta, era impegnata nel medesimo torneo ma non è riuscita a raggiungere lo stesso traguardo della Schiavone. Si è arresa alla ceca Petra Kvitova nel match per accedere ai quarti di finale ma la tifoseria italiana può ben sperare con queste due campionesse, animate da un dualismo e da una sana competizione tutta italica che non possono che portarle lontano. Nell’attesa di ritrovarle entrambe in una finale tutta italiana di un torneo del Grande Slam, mai disputata, desideriamo augurare tanta fortuna alle nostre due connazionali affinché possano continuare a regalarci dei grandi momenti di sport.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo