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“Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini”

Grandi successi alle Paralimpiadi di Tokyo per gli azzurri

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DI RESTA FABRIZIO

Credit foto: An energy company license CC BY-NC 2.0

Dopo l’abbuffata di medaglie alle Olimpiadi, ora tocca ai nostri paralimpici. Ancor prima di cominciare l’Italia ha già battuto un record:  113 gli azzurri partecipanti in 15 discipline, con una presenza femminile superiore a quella maschile (60 contro 53 ).

Tornando ai risultati sportivi, laddove abbiamo deluso alle Olimpiadi, sicuramente è andata meglio agli azzurri paralimpici. Il nuoto italiano riprende il posto che gli spetta tra i grandi del mondo: Cinque medaglie nella prima giornata di gare, sei nella seconda. Il medagliere azzurro recita 4 ori, 5 argenti e 4 bronzi. A fare la parte del leone il solito Francesco Bocciardo, che domina sia la 100 (grazie a un grande  recupero nella vasca di ritorno) che la 200 s5 stile libero e si toglie anche lo sfizio di ottenere  il nuovo primato paralimpico nei 200: 2’26”76. Non avrà partecipato a 5 Olimpiadi come Federica Pellegrini ma sicuramente ha vinto di più: 4 ori a 1. Una macchina da guerra nel nuoto ma non solo, dato che è anche impegnato negli uffici regionali (Liguria) dello sport.

Grandissimo risultato anche di Stefano Raimondi che dopo la forte delusione del quarto posto nei 50 stile libero, dove probabilmente avrebbe potuto fare di più, si riscatta ampiamente stracciando tutti nella 100 rana S9 sin dalla prima bracciata. Lui era un predestinato. Già da giovanissimo era un talento del calcio. Poi l’incidente in moto, il ritorno in piscina, la difficoltà di dover cambiare la tecnica di nuoto per sopperire alla debolezza delle gambe e il ritorno alla vittoria. E’ la sua prima paralimpiade ma sicuramente non sarà l’ultima.

Grande prestazione per Carlotta Gilli che dopo l’oro nei 100 farfalla (S13 ) ha conquistato l’argento sia nei 100 dorso S13 che nei 400 sl S13. Anche lei era una predestinata dato che da giovane faceva incetta di medaglie giovanili tra le normodotate senza che nessuna avversaria si accorgesse che Carlotta era ipovedente.

Argento per la staffetta 4×50 stile libero mista 20 punti, composta da Giulia Terzi, Arjola Trimi, Luigi Beggiato e Antonio Fantin, dietro solo ad una gigantesca Cina che ha battuto il record mondiale di disciplina e per Alessia Berra, argento nel nuoto (100 farfalla categoria S13). Stesso risultato per Luigi Beggiato nei100 stile libero categoria S4 (con il rimpianto di essere stato primo per metà gara). Bronzo per Monica Buggioni nei 100 stile libero di nuoto categoria S4 , ottimo risultato considerando che la vincitrice, la britannica Tully Kearney ha stracciato il record del mondo. Infine Francesco Bettella, bronzo nel nuoto (100 metri dorso categoria S1). Infine, Sara Morganti, in sella al cavallo Royal Delight, ha conquistato il bronzo nel paradressage grado V.

Per chi non sapesse cosa significano quelle lettere seguite dai numeri per ogni disciplina, è un codice che il Comitato Paralimpico Internazionale attribuisce ad ogni competizione in modo da raggruppare atleti più o meno allo stesso livello e quindi garantire equità nelle gare, considerando la patologia, il grado di disabilità e le funzionalità rimaste. Le categorie principali sono 7: 1) amputati 2) paralisi cerebrali che limitano equilibrio e coordinamento muscolare 3) disabilità intellettive 4) atleti in sedia a rotelle 5) ciechi 6) sordi 7) tutti gli altri che non rientrano nelle prime 6. Ogni disciplina è indicata da una lettera e un numero. Per il nuoto sono:

  • S per lo stile libero, farfalla e dorso
  • SB per la rana
  • SM per i misti

I numeri vanno da 1-10 per gli atleti con disabilità fisiche, da 11 a 13 per atleti con disabilità visive e il 14 per atleti con disabilità intellettive. Per l’atletica leggere la lettera è la F. La scherma invece ha solo due categorie: a) atleti che muovono le gambe b) atleti che non muovono le gambe. Insomma, ogni disciplina ha una sua particolare classificazione ma non è poi così diverso da quelle dei normodotati che magari si suddividono in base al peso.

A Rio finì con 39 medaglie (10 ori, 14 argenti, 15 bronzi); a Tokyo già i risultati si vedono e ci toglieremo senz’altro tante altre soddisfazioni. Vedremo come finirà ma il risultato che conta di più è la crescita del movimento e su questo non c’è dubbio. In Italia c”è una grande sensibilità verso questo mondo ed i risultati ne sono una dimostrazione. A questi ragazzi che ci stanno regalando tante emozioni, affidiamo la sopravvivenza dello sport, quello del sacrificio, della resilienza e del rispetto dell’avversario che altre discipline stanno distruggendo: basti pensare allo scempio accaduto durante la partita Nizza-Olimpique Marsiglia. Li non c’è sport non c’è rispetto, né delle regole né degli avversari. Questi invece, sono campioni con la C maiuscola che sono diventati i migliori, trovando dentro di loro la forza di reagire in un momento in cui tutto sembrava perduto. Frida Kahlo diceva: “Non fare caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti dove tu disegni confini”.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo