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Curling: la riscossa degli sport minori

La medaglia d’oro a Pechino 2022 ha fatto scoppiare la curling-mania.

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Curling-Italia, profilo Facebook

Prima dei giochi olimpici di Torino 2006 quasi nessuno in Italia sapeva cosa fosse il curling. Stupiti restammo in silenzio a guardare questi atleti che agitavano una specie di scopa per spingere questa cosa chiamata stone nella posizione desiderata. Alzi la mano chi, dopo aver visto questo sport la prima volta, non ha pensato: “ah è una specie di gioco delle bocce, roba da vecchi. Possibile che il curling sia disciplina olimpica?”. Solo dopo abbiamo scoperto che questa stone pesa quasi 20 kg e per spingerla senza cadere devi avere delle gambe da fare invidia ad un culturista…e non basta spingerla, bisogna anche indirizzarla verso la direzione desiderata a colpi di scopa, sempre con il pericolo di scivolare e di cadere, specie di sbattere la nuca sul ghiaccio. Inoltre bisogna essere bravi tatticamente, essere strateghi e lavorare di squadra. Chi fa questo sport deve avere una preparazione atletica e mentale non indifferente. Altro che roba da vecchi!….anche se ci possono giocare anche gli anziani.

Un’altra cosa che non sapevamo è in Italia il curling è praticato da più di un secolo, anche se ovviamente concentrato nelle zone alpine: Pinerolo, Cortina d’Ampezzo, Cembra, Claut, Bormio e Merano ma c’è anche il Sud anche se concentrato unicamente nella città di Monsano, provincia di Ancona. Certamente è uno sport di nicchia, che conta solo 350 atleti senza neanche avere una Federazione di riferimento. C’è persino il Il curling in carrozzina, noto come curling su sedia a rotelle o Wheellchair Curling, che personalmente ho visto per la prima volta solo ai giochi di Torino, dove i giocatori seduti in sedia a rotelle, per il lancio degli stone si avvalgono dell’aiuto di apposito bastone.

Per la prima volta il nostro curling (misto) ha vinto una medaglia olimpica e l’ha fatto alla grande: 10 successi su 10, battendo una nazione come il Canada che di tesserati ne ha piu di un milione. E potrebbe non essere finita qui, dato che c’è la squadra maschile che potrebbe darci ancora qualche soddisfazione. Il Curling sta prendendosi i riflettori meritatamente, in tutta la penisola ormai non si parla d’altro: tutti appassionati dell’ultim’ora, ma finito il periodo delle Olimpiadi invernali tutto tornerà come prima: ricominceremo a guardare solo le partite di calcio e a nessuno fregherà più nulla del curling e di tutti gli sport minori. Il problema, come sempre, è la carenza di impianti dove portersi allenare perché con la riqualificazione in corso del palaghiaccio di Varese e l’indisponibilità di quello di Torino per cause tecniche, struttura alla quale ci si appoggiava fino all’anno scorso, sono rimasti in pochi gli impianti utilizzabili. E’ la solita storia italiana dove si ha occhi (e fondi) solo per il calcio mengtre gli sport minori sono costretti ad arrabattarsi in qualche modo. Chiedetelo a Marcell Jacobs, oro olimpico dei 100 m e della 4×100, quante piste di atletica sono in buone condizioni; oppure alla giovane nuotatrice Benedetta Pilato, primatista mondiale sui 50m, che deve andare a Bari ad allenarsi perchè a Taranto non c’è una vasca olimpica. Nel calcio a 5 siamo stati campioni europei 5 anni fa nel 2014, ma è raro trovare dei palazzetti nei quali si pratica solo questo sport. Anche il ciclismo su pista (quello di Filippo Ganna, n.d.r.) è in sofferenza: il cantiere di Lovadina di Spresiano (Treviso) è stato chiuso ma la realizzazione del nuovo impianto è fermo da due anni.

La colpa non è però solo politica. Diciamo la verità: se è scoppiata la curling-mania questa settimana è perché stiamo guardando le Olimpiadi in tv. La colpa è quindi anche dei giornalisti che danno le prime pagine dei giornali e dei programmi tv al calcio, persino quando non si gioca: ore ed ore a guardare le moviole, a fare polemiche e a parlare di gossip sul calciomercato. Tanto per fare un esempio: quante persone sanno che la squadra di pallanuoto della Pro Recco si è laureata campione d’Italia per 14 anni di fila? quale spazio ha trovato nei giornali sportivi?

Senza voler fare un processo al gioco più amato del mondo e stendendo un velo pietoso sulle infelici dichiarazione del giornalista Zazzaroni (“Ci esaltiamo per una scopa e un bollitore? Ma come siamo ridotti?”), non si potrebbe dare spazio (almeno nei giorni in cui non si gioca) agli sport minori? Una polemica in meno, un momento di sport in più, non sarebbe più piacevole? In fondo le Olimpiadi (sia estive che invernali) non hanno dimostrato che gli Italiani sanno emozionarsi anche per altre cose oltre al pallone? Lo dicono anche i numeri: ci sono tanti altri sport minori che stanno crescendo, evidenziando un numero di praticanti e/o iscritti alle rispettive federazioni nazionali in costante crescita.

Noi de Ilsudest.it questa battaglia l’abbiamo sempre fatta, dando spazio a tutti gli sport senza snobbare nessuno, perché crediamo che parlare di sport serva ad avvicinare i giovani alle pratiche sportive e ai loro valori. Ci battiamo perché si investa sugli impianti sportivi, perché si scommetti sullo sport, sia dal punto di vista economico che da quello culturale; quindi anche a scuola. Le medaglie alle Olimpiadi possono servire ad attirare l’attenzione ma serve formazione, educatori ed impianti. Tutto lavoro che fino ad ora, è tutto sulle spalle delle associazioni sportive e delle famiglie.

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo