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Luca Falco Cefariello:”il mio prossimo obiettivo è il mondiale Wbc”

A tu per tu con Luca Falco Cefariello, neo campione europeo di muay thay

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: per gentile concessione di Luca Falco Cefariello

Luca Falco Cefariello, prima di tutto complimenti per aver vinto il titolo europeo pesi superleggeri e per essere diventato il primo combattente europeo di Muay Thai a detenere contemporaneamente i titoli europei e mediterranei WBC Muay Thai superleggeri…e sei anche campione intercontinentale wmc. Carlos Araya è campione di Spagna ed europeo uscente. Il tuo allenatore, Angelo Veniero, come ha impostato il tuo allenamento? e cosa ti ha detto prima di cominciare l’incontro?

Carlos è un ottimo atleta e con Angelo abbiamo lavorato per non lasciare nulla al caso. Prima di iniziare l’incontro mi ha semplicemente detto ” tocca a te, è il tuo momento.

Vi siete affrontati duramente per ben due round, anzi quasi tre. poi il pugno vincente che ha messo k.o. il tuo avversario. quando hai capito che potevi farcela?

Ho sempre pensato di potercela fare (a vincere per ko) ,nello specifico durante il primo round sono riuscito a piazzare un calcio medio forte e preciso al fegato e in quel momento mi sono reso conto di aver procurato un grave danno all’avversario. Da lì in poi nn mi restava altro che spingere nei momenti giusti.

Il tuo avversario ha cercato più volte di afferrare la tua gamba e di contrattaccare. Tu però ti sei fatto sorprendere solo al primo tentativo, dopo pochi secondi dall’inizio del match.

In realtà non ero affatto sorpreso quando Carlos mi ha afferrato e proiettato, sapevo benissimo che era quello che voleva fare. Ero più che pronto a rialzarmi.

Quanto è stato importante per te il sostegno del pubblico di Sorrento?

Il sostegno del pubblico è sempre bello, ma nn fa differenza in un match o almeno nn dovrebbe.

Partendo dalla premessa che è tutto importante, per te è stato più determinante l’allenatore, la forza fisica o quella mentale?

A certi livelli devi essere preparato atleticamente ma soprattutto psicologicamente. Sono due aspetti che camminano parallelamente e sono entrambi fondamentali.

Prima degli incontri la senti la pressione? se si come la combatti?

Certo che sento la pressione e nn la combatto anzi, l’accetto e vado avanti.

A Portici hai fondato una palestra di MMA con Vittorio Marotta, tuo compagno di allenamento storico. Hai sempre detto che lo sport ti ha salvato da altre strade. Ti rivedi in alcuni ragazzi che vengono ad allenarsi da voi?

La palestra è di sport da combattimento e le discipline sono “muay thai” , “mma” , “pugilato” , grappling e “funzionale”. Non è stato lo sport a cambiare la mia vita ma è stato comunque fondamentale per crescere come persona.
Ovviamente rivedo un po’ di me in ogni allievo.

Tu sei stato anche in Thailandia, dove hai partecipato al Max Muay Thai e ne hai certo contezza. In cosa è diverso, se è diverso, il muay thai italiano da quello europeo e soprattutto da quello thailandese?

Non è diversa la disciplina ma la cultura, e non parlo nello specifico della muay thai bensì più in generale della cultura dello sport. Ma non mi va di fare i soliti luoghi comuni e quindi mi fermo qui.

Qual è il tuo prossimo obiettivo?

il titolo mondiale WBC

In bocca al lupo allora

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Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo