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Calcio

Europei: Italia grande comunque vada

Polemiche per i giocatori che non si inginocchiano

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DI FABRIZIO RESTA

Credit foto: Pagina Facebook Nazionale Italiana di Calcio

Questa Italia è stupenda e non solo per la vittoria nel girone con squadre che comunque non erano certo della portata di Spagna, Olanda, Germania e altre formazioni con cui certamente avremo a che fare nelle prossime partite. E’ un Italia che ha mantenuto il controllo del gioco in ogni partita cercando di segnare più gol possibili (7 gol in tre partite senza alcun rigore) e lo ha fatto anche cambiando la rosa (oggi il turnover riguardava ben 7 giocatori ). Cambio di mentalità, fraseggi da applausi, pochi palloni spazzati via, costruzione dal basso, pressing e tanti palloni recuperati. Senza contare l’aspetto più importante: la giovane età di questa squadra. Merito di Mancini che ha saputo plasmare una squadra che si conosce a memoria e ha spirito di squadra. Certo, ci sono molte squadre più attrezzate di noi per la vittoria finale ma questa nazionale può solo migliorare. Comunque vada non possiamo che essere soddisfatti di questi ragazzi.

Piccola parentesi: davvero complimenti all’Atalanta, piccola squadra se consideriamo lo strapotere economico di altre squadre di serie A ma che è riuscita a far crescere i suoi giocatori, al punto da rendersi protagonisti in questi Europei: Gossen e Pessina solo i più recenti esempi. Non sono l’Inter o la Juve che hanno comprato giocatori già nazionali ma sono giocatori che grazie all’Atalanta si sono formati e hanno conquistato non solo il posto in nazionale ma anche il ruolo di protagonisti in questo torneo.

Spazio anche per le polemiche: Belotti, Pessina, Bernardeschi, Toloi, Chiesa, Emerson si sono inginocchiati insieme alla nazionale gallese per il Black live Matters, movimento antirazzista nato negli Usa, per l’omicidio di George Floyd e ormai divenuto fenomeno mondiali. Gli altri calciatori italiani no. Come ogni avvenimento di una certa portata, si sono create le fazioni: i favorevoli e i contrari. Partendo dall’ovvio rispetto per chi la pensa diversamente, facciamo notare che c’è modo e modo per manifestare il proprio dissenso. Pensiamo all’hastag creato dai tifosi spagnoli di destra #seviinginocchiatespegniamolatelevisione o ai fischi che i tifosi russi hanno dedicato ai giocatori del Belgio che si sono inginocchiati prima della partita. Nessuno vuole obbligare i tifosi ad inginocchiarsi, rispettare chi lo fa però si. Altrettanto sbagliato etichettare come razzisti i giocatori che non si sono inginocchiati. Mettersi in ginocchio è un gesto volontario (la Uefa ha lasciato libertà di adesione) tanto di cappello a chi lo fa ma non significa che chi non si inginocchia sia razzista. Non si giudica la coscienza di una persona da un semplice gesto fatto o non fatto. Chi fa questo errore non è migliore di chi fischia o minaccia sul web. Certamente ci dispiace che la Nazionale non abbia preso una posizione collettiva chiara, dato che è un problema che ci tocca da vicino da tempo (Risuonano ancora nelle nostre orecchie gli ululati contro Balotelli, tanto per fare un esempio) ma soprattutto che l’Uefa, anziché limitarsi a proporre queste manifestazioni, non ponga in essere delle pesanti sanzioni per giocatori e tifosi che si macchiano di comportamenti razzismi. Inginocchiarsi è importante, certo ma squalificare il campo dove si siano verificati episodi simili è sicuramente più efficace. La sensibilizzazione priva di azioni concrete, volte a punire certi comportamenti, perde qualunque senso. Tanto per capirci: avrebbe più senso squalificare le squadre, oppure impedire loro di giocare nel proprio campo o davanti ai propri tifosi per questi motivi, piuttosto che per la loro partecipazione alla Superlega.

Informatico, sindacalista, appassionato di politica e sportivo