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Viaggio nel mondo del Powerchair Football con Benedetto Topputo

Il Powerchair football, il calcio praticato in carrozzina elettrica dai giocatori con distrofia muscolare. Ne parliamo con Benedetto Topputo, della squadra Oltre Sport di Trani

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DI FABRIZIO RESTA

Il Calcio, lo sport più amato dagli italiani, da qualche anno è possibile praticarlo anche per chi ha la carrozzina. Si chiama powerchair football, il calcio giocato in carrozzina elettrica, ed è un fenomeno in costante crescita. Il 2022 è stato l’anno del primo titolo di Campione d’Italia della storia. 83 ore di streaming realizzate nel 2022 in occasione dei playoff sono state seguite in diretta da ben 17.000 persone. Guai a pensare che sia un gioco per far passare il tempo. Quando l’arbitro fischia e le paratie si scontrano capisci subito l’agonismo e la voglia di vincere che ci mettono. La Oltre Sport di Trani è la squadra leader pugliese di questo sport e chi ha condotto nel mondo di questa disciplina attraverso Benedetto Topputo.

Foto e video pubblicati per gentile concessione di Oltre Sport Trani

Mister Topputo, grazie di aver accettato la nostra intervista.

Innanzitutto vorrei ringraziarvi, a nome di tutta la Oltre Sport, per l’interesse mostrato nei confronti della nostra attività. Come mi ha già anticipato, si tratta di calcio a tutti gli effetti e solitamente, soprattutto negli ultimi periodi, le partite sono molto equilibrate, quindi potete immaginare come anche solo un piccolo dettaglio possa fare la differenza.

Nel 2022 è stato assegnato il primo titolo di Campione d’Italia della storia. Ben 17.000 persone hanno seguito le gare in streaming 83 ore di streaming.

Credo che ormai questa sia una disciplina in costante crescita nel nostro Paese e questi numeri non potranno far altro che moltiplicarsi. All’estero questo sport è seguito dappertutto e si tengono già da anni una sere di competizioni internazionali, tra cui i Mondiali, dove spero che un giorno possa partecipare anche qualche nostro atleta, indossando la maglia Azzurra.

Ci può spiegare quali sono le regole del Powerchair football?

Sono molto simili a quelle del calcio tradizionale. Le partite si giocano su un campo da basket e ciascuna squadra schiera in campo 4 giocatori, tra cui viene individuato un portiere che andrà ad indossare una maglia di colore differente.

La partita è formata da due tempi di 20 minuti ciascuno, meno di un tempo di una partita di calcio tradizionale e potete immaginare come il tempo a disposizione dai giocatori sia davvero limitato, quindi è fondamentale partire subito al massimo e farsi trovare pronti, soprattutto mentalmente.

La differenza fondamentale la fanno le distanze: quando la palla è ferma, come avviene ad esempio in occasione di una punizione o semplicemente di una rimessa laterale, di una rimessa dal fondo, di un calcio d’angolo o del calcio d’inizio, gli avversari devono rispettare 5 metri di distanza, per consentire a chi batte di avere lo spazio necessario per far ripartire il gioco in maniera regolare. La squadra che difende può schierare fino ad un massimo di due giocatori nella propria area, se dovesse entrare un terzo giocatore in area, verrebbe fischiato un calcio di punizione indiretta. L’altra peculiarità importante è il 2 contro 1.

Ci spieghi la norma del due contro uno.

Il 2 contro 1 si verifica quando due giocatori della stessa squadra ed un avversario si trovano nel raggio di 3 metri dalla palla quando questa è in gioco. Non viene fischiato il fallo quando invece uno dei due compagni di squadra è il portiere e si trova nella sua area di porta.

Personalmente ritengo che questa regola sia fondamentale al gioco e chi l’ha introdotta nel regolamento, l’ha fatto con un obiettivo specifico, ossia quello di rendere il gioco quanto più fluido, veloce e spettacolare possibile, evitando continui scontri e rallentamenti del gioco, oltre ovviamente a garantire una maggiore sicurezza degli atleti in campo. Purtroppo in Italia questi falli non sempre vengono sanzionati, per via dell’inesperienza degli arbitri e ovviamente questo penalizza il bel gioco e lo spettacolo.

C’è un criterio per lo schieramento della formazione?

Gli atleti si sottopongono ad un’attenta procedura di classificazione, in modo da garantire un certo equilibrio tra le squadre. Gli atleti vengono quindi classificati in due categorie, in base alle capacità a livello motorio. Queste sono: PF1 (più basso) e PF2 (più alto). Ogni squadra può schierare in campo contemporaneamente fino ad un massimo di 2 PF2 o anche solo 4 PF1. Non è detto però che, da un punto di vista sportivo, un PF2 sia necessariamente più forte di un PF1. Alcuni dei giocatori più forti a livello mondiale sono infatti classificati PF1

Le carrozzine sono dotate di protezioni ai piedi con cui è possibile attaccare, difendere e calciare un pallone. C’è molto agonismo in campo? gli scontri sono duri?

Si, ogni carrozzina è dotata di una paratia posteriore e di una anteriore con cui colpiscono e conducono la palla. Le carrozzine sportive, come le macchine da corsa, sono dotate di un baricentro e di un assetto basso per evitare il ribaltamento. Queste sono molto potenti, e se facciamo riferimento al concetto di potenza nello sport in termini di prestazioni, questa è data dal prodotto di forza e velocità. Allo stesso modo queste carrozzine sono in grado di girare su se stesse ed impattare la palla in maniera più efficace. Questo ovviamente favorisce la qualità di passaggio, la velocità del gioco e semplifica la manovra di gioco.

In campo c’è molto agonismo e gli scontri possono essere anche duri. A mio parere molto dipende dall’arbitraggio perché se si rispetta bene il regolamento i contatti possono essere limitati. Ultimamente ho assistito anche ad un cartellino giallo in una partita ufficiale per comportamento pericoloso. Nei casi peggiori si può anche essere espulsi.

Come gestite l’allenamento? Come preparate i vostri atleti?

Provengo da un percorso di studi attinente, con una Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate. L’idea di fondo è, come mi hanno insegnato i miei professori all’Università di Foggia, quella di lavorare per obiettivi, altrimenti sarebbe solo un far fare qualcosa a questi ragazzi per allietare le loro giornate.

Ho sposato il progetto Oltre Sport sin da subito in quanto oltre ad avere un aspetto socialmente utile, l’obiettivo primario era quello di far fare sport seriamente a questi ragazzi e di fargli vivere le esperienze e le emozioni che solo il campo e lo spogliatoio ti possono trasmettere.

Con il Mister Domenico Di Gennaro c’è un bellissimo rapporto di fiducia e fratellanza, lo stesso rapporto che condividiamo con il Presidente Sante Vernava e con gli altri membri dello staff tecnico: Dino Di Toma e Felice Porro.

Condividiamo praticamente tutto, ogni dubbio, perplessità, ogni idea e qualsiasi dettaglio che riusciamo a percepire durante gli allenamenti o le partite.

Programmiamo degli obiettivi di fondo da raggiungere all’interno di un macrociclo e poi impostiamo li lavoro da svolgere mese per mese e nelle singole sedute, considerando anche i vari impegni sportivi.

L’aspetto che riteniamo imprescindibile è quello sulla testa degli atleti, preparandoli da un punto di vista caratteriale, comportamentale, motivazionale e sulla gestione dello stress.

Lei come si è avvicinato a questo sport?

Io ho iniziato questo percorso nella primavera del 2019. Sono stato coinvolto in questo progetto dal Presidente Sante Varnava e dal capitano Donato Grande che con la loro dinamicità, intraprendenza e il loro approccio empatico mi hanno fatto sentire a casa sin da subito.

Oggi mi sento parte di una famiglia da far crescere e tutelare. Quando abbiamo iniziato c’erano pochissime altre realtà in Italia, eravamo praticamente soli. Abbiamo perciò iniziato a studiare e a documentarci su questo sport. Abbiamo avviato tante campagne di promozione in tutto il territorio nazionale. Sono contento che il movimento si stia finalmente avviando.

In Puglia è molto diffuso?

In Puglia ci sono attualmente 3 squadre, la Oltre Sport è quella che è nata prima delle altre e vanta di un gran numero di atleti con alle spalle già un po’ di esperienza maturata nell’ultimo campionato e in alcune presenze in nazionale. Abbiamo anche un piccolo settore giovanile, formato da alcuni bambini bellissimi e simpaticissimi che ci riempiono di gioia e soddisfazione. Crediamo molto nel lavoro incentrato sui più piccoli e sui ragazzi, perché hanno una mente pulita, genuina e flessibile e crediamo che sia più facile lavorare con loro e plasmarli sin da subito al sacrificio, al rispetto delle regole e delle persone, lavorando sempre attraverso lavori idonei alla loro età, rispettando l’aspetto ludico, il divertimento e la libertà di manifestare la propria creatività che rappresentano degli aspetti cruciali per la loro età.

Credo che siamo la Regione con il più alto numero di squadre e di atleti tesserati e di questo sono molto orgoglioso. Siamo una regione dal cuore grande e in cui regna il sole, il mare, il buon cibo, l’ospitalità e la pratica sportiva.

Come ci si può avvicinare a questo sport? a chi bisogna rivolgersi?

Come ho già detto, in questi anni siamo stati protagonisti di varie iniziative di sensibilizzazione di questa disciplina sportiva, in tutto il territorio nazionale. In queste occasioni abbiamo fatto fare delle prove a diverse persone, soprattutto bambini, che spesso erano indirizzate a noi da un’altra bellissima realtà a livello nazionale che è Famiglie Sma, di cui, il nostro esterno d’attacco, nonché vice Capitano, Anita Pallara riveste attualmente la carica di Presidente.

Comunque chiunque fosse interessato ad avviare questa attività può contattare il club più vicino sul territorio e chiedere la disponibilità per una prova. In caso di eventuali difficoltà non esitate a contattarci e cercheremo di aiutarvi.

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